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“Quello che William faceva alle donne…” Un viaggio di Caroline Pagani nel mondo femminile shakesperiano (gratis)


In scena al Teatro Santa Marta di Venezia il 15 e 18 dicembre “Shakespeare’s Lovers è un percorso sulla passione amorosa, nel territorio dell’Eros. (ore 20.45-ingresso libero).

A cura di Abcveneto

Un girotondo femminile e fantastico, una galleria di personaggi, ritratti e caratteri di sconcertante attualità”. Così Caroline Pagani – attrice e studiosa di teatro – descrive lo spettacolo di cui sarà protagonista al Teatro Santa Marta di Venezia, in prima assoluta, venerdì 15 e domenica 18 dicembre 2006

Uno spettacolo che è un itinerario tra le donne raccontate da William Shakespeare, di cui Pagani – milanese ma da qualche anno residente a Venezia - ha curato drammaturgia e regia, nonché le traduzioni dai testi originali in collaborazione con Luca Fontana. Così la vicenda di un’attrice che affronta, animata da speranze e illusioni, un’audizione, diventa pretesto per viaggiare tra alcune isole di Romeo&Giulietta, Misura per Misura, Lucrezia Violata, Macbeth, Sogno di una notte di mezza estate, Otello, Antonio&Cleopatra. E si alterneranno sul palcoscenico donne come Giulietta, Isabella, Lucrezia, Lady Macbeth Titania, Desdemona, Cleopatra: le donne di William Shakespeare, in relazioni ai loro uomini e fantasmi. Tutte interpretate da Caroline Pagani stessa, in scena con Giuliana Satta, cantante, e Moulaye Niang, musicista. Come in Shakespeare il tragico si mescola al comico, in questo spettacolo a situazioni tragiche si alternano scene comiche con vari ammiccamenti alla parodia: infatti, ai rapporti tra queste donne e gli oggetti dei loro desideri,si sovrappone, nel contesto-cornice surreale di un’audizione teatrale, l’eterno rapporto attrice-regista, in un continuo slittare fra una dimensione metateatrale e la realtà dei testi di Shakespeare Spiega ancora la poliedrica Pagani: “Esistono varie forme di Amore e diverse tipologie di donne innamorate, qui le ho suddivise in varie categorie: quelle incentrate sull’amore per un uomo, per il potere, per il teatro. Quelle acute, stupide, perfide, innocenti, vittime, carnefici. Shakespeare, maestro di emozioni, in queste opere ci mostra le passioni più violente. Isabella, Lucrezia, Lady Macbeth, Titania, Desdemona, e Cleopatra sono accomunate da un destino determinato dalle loro passioni, dal loro rapporto con l’Eros. Sono donne folli per le loro passioni, che confermano quanto l’uomo e la donna appartengano a due mondi paralleli. Non ho voluto assolutamente giudicarle od offrire modelli positivi o negativi, bensì dipingere la caleidoscopica e magica mutevolezza di questi personaggi, in una riflessione sulla passione amorosa e sul fare teatro”.

Lo spettacolo è stato realizzato in collaborazione con: Comune di Venezia; Città di Venezia - Assessorato alla Cultura; Università IUAV di Venezia - Senato degli Studenti; Centro Donna.

Carolina PaganiCAROLINE PAGANI
Laureata in Filosofia con tesi in Storia del Teatro Inglese, laureanda in Scienze e Tecniche del Teatro, si diploma come attrice al CTA di Milano. Si è formata attorialmente con: Raul Manso, Mamadou Dioume, Marco Martinelli, Ermanna Montanari. Ha lavorato come attrice con: Fabio Battistini, Teatro delle Albe, Gabriele Lavia, Luciano Damiani, Antonio Zanoletti, Teatridithalia come assistente alla regia con Giorgio Strehler, Andrée Ruth Shammah, Luciano Damiani.

Note di regia – di Caroline Pagani
Shakespeare’s Lovers: non un catalogo o un’antologia di amanti shakespeariani, ma un percorso, un viaggio, che susciti spunti di riflessione su alcune relazioni di amanti, quelle che finiscono male, tragiche, privilegiando il punto di vista dei personaggi shakespeariani femminili, uno fra i vari possibili, una latitudine interpretativa. Sulla passione amorosa e sull’amore per il teatro. L’ opera di Shakespeare risulta uno straordinario campo d’indagine per affrontare le passioni. Il teatro cui qui si vuole far riferimento vive di passioni, intende rappresentare e suscitare passioni. Come in Shakespeare il tragico si mescola al comico, in questo spettacolo dominano prevalentemente due registri: il tragico e il comico. A scene di donne sventurate si alternano momenti di sollievo comico con istanti a tratti parodistici. Si slitta dalla realtà surreale di un’audizione con un improbabile regista alla realtà dei testi di Shakespeare, completamente ritradotti. Ciò che li lega è il tema della passione amorosa. Il punto di vista privilegiato è quello delle emozioni, delle passioni che percorrono tutta l’opera di Shakespeare.
Che cos’è l’Eros? E perché spesso in Shakespeare appare intrinsecamente legato alla morte?
La questione dell’eros è la questione del desiderio; e la questione del desiderio è la questione del suo appagamento. Ciò vale tanto per Sigmund Freud che per i teorici dell’amore nel Rinascimento, e per William Shakespeare. In Shakespeare emerge un moderno senso dell’eros, spesso e complementarmente legato a quello della morte. Il desiderio è visto secondo possibilità e prospettive differenti. Corre ovunque, nei rapporti tradizionali, convenzionali e in quelli trasgressivi. Spesso incontra esiti di violenza e frustrazione perché l’investimento del desiderio si deforma a volte in fantasmi perturbanti quali quelli della gelosia e della morte o della nausea stessa rispetto all’esperienza carnale. Un altro volto del desiderio è quello della recita, inganno, finzione, come nel caso di Antony&Cleopatra. Othello è l’emblema di una passionalità obliqua, di una proiezione morbosa, la fantasmatizzazione del desiderio. Il desiderio è anche l’inseguimento di un fantasma, che appartiene al mondo dell’immaginario, un mondo in cui l’eros si consuma, si esprime entro un perimetro fantastico.
E’ infatti possibile che vi siano fantasmi senza rapporto con un oggetto reale, come nel caso della follia di Ofelia, del rapporto di Titania con un asino all’interno del Sogno o della scena sonnambolica di Lady Macbeth. L’eros nella sua doppia faccia è da intendere come passione amorosa, ossia come esperienza completa che impegna tutti i livelli della personalità, come coinvolgimento totale e come puro fatto sessuale dall’altra, cioè come coinvolgimento parziale. Ho scelto queste opere perché l’Eros è presente in misura determinante in tutti questi drammi. La componente erotica nel rapporto fra Lady Macbeth e il marito ha un peso che può essere letto come esplorazione del problema del male in funzione di quello del potere. Vi sono varie forme di Amore e diverse tipologie di donne innamorate: le ho suddivise in varie categorie: quelle incentrate sull’amore per qualcuno, sull’amore per il potere, sull’amore per il teatro. Queste le forme di Amore, i volti dell’Eros che mi sono proposta di scandagliare. Altrettanto presente è l’Eros ambiguo e perverso rappresentato in Measure for Measure, nella figura di Angelo e in quella dell’intoccabile Isabella. La parte più significativa della raffigurazione dell’Eros regale è quella dell’Eros del potere che si ha in queste due opere.

Eros è tema e motivo dominante per eccellenza di Antony&Cleopatra: il grande dramma erotico di Shakespeare, tragedia d’amore per eccellenza, in cui l’eros si sublima nella morte. L’inclinazione di Cleopatra alla sensualità e all’erotismo è un dato culturale presente nell’epoca elisabettiana. Il sentimento amoroso dei due protagonisti di Antony&Cleopatra non è un innamoramento giovanile ma passione dell’età matura fra due persone che hanno avuto numerose esperienze erotiche. Esso è poi in rapporto dialettico con la passione per il potere politico, di cui si nutre e con cui si rapporta. E con l’amore per la teatralità. Incarnato nel personaggio di Cleopatra: vera demiurga: attrice, autrice e regista di vite e passioni altrui. La passione di Antony&Cleopatra si presenta come più sensuale delle altre. Per i commenti che gli altri fanno su di loro, basti pensare alla famosa descrizione di Enobarbo, tutta intrisa di sensualità. In Othello l’amore si tinge di morbosità, di un’escrescenza patologica, la gelosia, la cecità. L’esame dei vari volti dell’eros mette in luce come il loro rapporto sia variegato e come segua un’evoluzione che va dall’impiego del sesso come fattore inteso a dare risalto alla purezza o completezza della passione amorosa, in tutte le sue sfaccettature e gradazioni e al suo combinarsi, nelle grandi tragedie, alla patologia dell’amore. E questo intendo dirlo da una prospettiva femminile. In un teatro in cui notoriamente erano gli uomini a interpretare i ruoli femminili, scritti da un drammaturgo uomo, qui la maggior parte dei ruoli maschili intendo farli interpretare ad attrici donne, per dare un punto di vista femminile sui personaggi femminili. Perché Isabella, Lucrezia, Lady Macbeth, Titania, Desdemona, Cleopatra? Che cosa le accomuna?
Un destino determinato dalle loro passioni, dal loro rapporto con l’Eros. Isabella, animata da una passione per l’ascesi, da novizia che chiede regole più severe in convento, disposta a lasciare che il proprio fratello muoia piuttosto che sacrificare la propria castità, finisce per sposare il duca. Lady Macbeth usa il proprio potere seduttivo come arma di ricatto, per lei il potere è un eccitante sessuale, ma facendone un uso improprio, impazzisce. Il destino di Desdemona è forse ancora più crudele, innamorata, fedele, coraggiosa per aver sfidato le convenzioni del tempo amando uno “stranger”, eppure così sventurata per aver sposato il suo carnefice. Titania è ossessionata dal sesso, mentre la povera Cleopatra è colta nel momento in cui si relaziona a un oggetto amoroso fantasmatico: l’aspide. Fra le molte donne inventate dalla fantasia di William Shakespeare, a contare qui è anche il ruolo della donna accanto agli uomini cui mano a mano si relazionano.

Donne folli per le loro passioni, testarde, capaci di incredibile dedizione, di un'ammirazione sconfinata. Donne regine. Un girotondo femminile e fantastico, una galleria di personaggi, caratteri e passioni spesso di una sconcertante attualità. Tanti tableaux, ritratti. Indipendenti gli uni dagli altri ma legati dal fil rouge delle variazioni sul tema della passione.

 

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