nu. 23 anno terzo¬ 1 febbraio 2006 mensile online gratuito
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Treviso: "Euro, proprietà della moneta e ruolo delle Istituzioni Pubbliche: a scuola si impara ciò che non viene detto"


Sono fatti di scottante attualità quelli che riguardano i grandi scandali finanziari degli ultimi tempi.
Ad un'analisi neppure troppo attenta, si evincono con chiarezza le diffuse mistificazioni riguardo ad avvenimenti che coinvolgono uno sparuto manipolo di individui ma che possono avere ricadute pesantissime sul tessuto economico del nostro Paese. Bisogna effettivamente convenire che l'attuale legislazione non tutela molto la "Società Civile", infatti più che andare fuori dai tribunali a battere a mo' di tamburo le confezioni vuote di pelati "Cirio", non possiamo fare...

di Alberto Leoncini

Questo è senz'altro un segno della scollatura tra Paese reale e Paese legale, ma c'è di più: le collusioni fra la politica ed il mondo degli affari tolgono ai cittadini l'unico modo per difendersi: la partecipazione politica, appunto.
Rimane un'ultima spiaggia: l'informazione, che permette almeno di capire come vada un mondo che appare così complesso ed astruso, ma che alla fine si basa su trucchi banali quanto quelli escogitati da qualcuno che voglia fare la cresta sulla spesa.
Al liceo classico "Antonio Canova" di Treviso, nell'ambito della "Settimana di Libera Progettazione 2006", si è parlato di questi temi con un relatore d'eccezione: Fabrizio Zampieri, economista e consulente d'azienda; nonché docente alla Libera e Privata Università di Roma per l'insegnamento di materie finanziarie "Asset Management".
Quale modo migliore per eludere la sorveglianza di Banca d'Italia, se non quello di far sedere le banche da controllare nello stesso consiglio d'amministrazione della banca? Pochi lo sanno, ma è proprio così. Pur avendo la qualifica di "Istituto di Diritto Pubblico", la nostra Banca Centrale mantiene l'organizzazione di una Società per Azioni e gli Enti Pubblici, nella fattispecie INPS ed INAIL, attualmente detengono meno del 6% del capitale della Banca stessa, mentre il rimanente capitale sociale è detenuto da Banche private.
E se ci volessimo spostare su una dimensione europea, scopriremmo che un quinto della composizione societaria della Banca Centrale Europea (attuale gestore della nostra politica monetaria) è controllata da Paesi che non adottano l'Euro ma una loro moneta autonoma, cioè Inghilterra, Svezia e Danimarca.
E' ovvio che questi Paesi partecipino comunque alla divisione degli utili della stessa BCE, la quale guadagna sull'emissione di denaro (si parla di banconote, poiché il conio delle monete è ancora affidato alla nostra Banca d'Italia), "vendendo" ai governi dei Paesi Euro la valuta e ricevendone in "garanzia" titoli di Stato.
Una prova inequivocabile della privatizzazione della moneta è il fatto che su ogni banconota di qualsiasi taglio c'è, vicino alla scritta in più lingue "BCE" un piccolo marchio © di copyright, che dovrebbe essere utilizzato solo da Società private e non da Enti Pubblici.
Ritornando al concetto precedente, infatti tutte le banconote che circolano all' interno per esempio del nostro Paese, vengono pagate dallo Stato italiano alla BCE e vengono pagate per l'importo del valore della banconota sommato di un ulteriore somma corrispondente al tasso d'interesse, 2.25% (Tasso Ufficiale di Sconto) che la stessa BCE si fa pagare. E' inoltre curioso sapere che il costo di produzione di una banconota è di circa 3-4 cents. Questo per chi pensava che il signoraggio fosse chiuso nella storia medievale….
E ancora banconote sul cui numero in circolazione potremmo e qui si parla di pura eventualità, non avere dati certi. Sulle banconote, infatti, non vi è un numero di serie che le identifichi in modo inequivocabile, infatti il codice di controllo che si trova sul retro, si basa su una combinazione alfanumerica fissa: la lettera iniziale indica il Paese a cui quella banconota appartiene (per l'Italia "S"), e le cifre che seguono, sommate tra di loro daranno sempre come risultato finale "7" (gli altri Stati, lettere iniziali differenti, hanno anche risultati finali diversi).
Forse qualcuno ricorda che qualche tempo fa fu avanzata la proposta di stampare banconote da 1€, che fu bocciata. Il guadagno dell'emissione delle monete va ancora alle singole Banche Centrali, per cui solo un incapace avrebbe demandato i guadagni sull'emissione a qualcun altro, nella fattispecie la BCE, responsabile delle banconote!
Questi sono solo alcuni esempi dei vari spunti di dibattito che si sono creati in quella sede, infatti come è facile immaginare l'interesse di chiunque viene subito stimolato da questi fatti notoriamente ignoti, ma di centrale importanza per una seria e motivata analisi dell'attuale congiuntura economica.

 

di Alberto Leoncini

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