Treviso: "Euro, proprietà della moneta e
ruolo delle Istituzioni Pubbliche: a scuola si impara
ciò che non viene detto"
Sono fatti di scottante attualità
quelli che riguardano i grandi scandali finanziari degli
ultimi tempi.
Ad un'analisi neppure troppo attenta, si evincono con
chiarezza le diffuse mistificazioni riguardo ad avvenimenti
che coinvolgono uno sparuto manipolo di individui ma che
possono avere ricadute pesantissime sul tessuto economico
del nostro Paese. Bisogna effettivamente convenire che
l'attuale legislazione non tutela molto la "Società
Civile", infatti più che andare fuori dai
tribunali a battere a mo' di tamburo le confezioni vuote
di pelati "Cirio", non possiamo fare...
di Alberto
Leoncini
Questo
è senz'altro un segno della scollatura tra Paese
reale e Paese legale, ma c'è di più: le
collusioni fra la politica ed il mondo degli affari tolgono
ai cittadini l'unico modo per difendersi: la partecipazione
politica, appunto.
Rimane un'ultima spiaggia: l'informazione, che permette
almeno di capire come vada un mondo che appare così
complesso ed astruso, ma che alla fine si basa su trucchi
banali quanto quelli escogitati da qualcuno che voglia
fare la cresta sulla spesa.
Al liceo classico "Antonio Canova" di Treviso,
nell'ambito della "Settimana di Libera Progettazione
2006", si è parlato di questi temi con un
relatore d'eccezione: Fabrizio Zampieri, economista e
consulente d'azienda; nonché docente alla Libera
e Privata Università di Roma per l'insegnamento
di materie finanziarie "Asset Management".
Quale modo migliore per eludere la sorveglianza di
Banca d'Italia, se non quello di far sedere le banche
da controllare nello stesso consiglio d'amministrazione
della banca? Pochi lo sanno, ma è proprio così.
Pur avendo la qualifica di "Istituto di Diritto Pubblico",
la nostra Banca Centrale mantiene l'organizzazione di
una Società per Azioni e gli Enti Pubblici, nella
fattispecie INPS ed INAIL, attualmente detengono meno
del 6% del capitale della Banca stessa, mentre il rimanente
capitale sociale è detenuto da Banche private.
E se ci volessimo spostare su una dimensione europea,
scopriremmo che un quinto della composizione societaria
della Banca Centrale Europea (attuale gestore della nostra
politica monetaria) è controllata da Paesi che
non adottano l'Euro ma una loro moneta autonoma, cioè
Inghilterra, Svezia e Danimarca.
E' ovvio che questi Paesi partecipino comunque alla divisione
degli utili della stessa BCE, la quale guadagna sull'emissione
di denaro (si parla di banconote, poiché il conio
delle monete è ancora affidato alla nostra Banca
d'Italia), "vendendo" ai governi dei Paesi Euro
la valuta e ricevendone in "garanzia" titoli
di Stato.
Una prova inequivocabile della privatizzazione della moneta
è il fatto che su ogni banconota di qualsiasi taglio
c'è, vicino alla scritta in più lingue "BCE"
un piccolo marchio © di copyright, che dovrebbe essere
utilizzato solo da Società private e non da Enti
Pubblici.
Ritornando al concetto precedente, infatti tutte le banconote
che circolano all' interno per esempio del nostro Paese,
vengono pagate dallo Stato italiano alla BCE e vengono
pagate per l'importo del valore della banconota sommato
di un ulteriore somma corrispondente al tasso d'interesse,
2.25% (Tasso Ufficiale di Sconto) che la stessa BCE si
fa pagare. E' inoltre curioso sapere che il costo di produzione
di una banconota è di circa 3-4 cents. Questo per
chi pensava che il signoraggio fosse chiuso nella storia
medievale
.
E ancora banconote sul cui numero in circolazione potremmo
e qui si parla di pura eventualità, non avere dati
certi. Sulle banconote, infatti, non vi è un numero
di serie che le identifichi in modo inequivocabile, infatti
il codice di controllo che si trova sul retro, si basa
su una combinazione alfanumerica fissa: la lettera iniziale
indica il Paese a cui quella banconota appartiene (per
l'Italia "S"), e le cifre che seguono, sommate
tra di loro daranno sempre come risultato finale "7"
(gli altri Stati, lettere iniziali differenti, hanno anche
risultati finali diversi).
Forse qualcuno ricorda che qualche tempo fa fu avanzata
la proposta di stampare banconote da 1€, che fu bocciata.
Il guadagno dell'emissione delle monete va ancora alle
singole Banche Centrali, per cui solo un incapace avrebbe
demandato i guadagni sull'emissione a qualcun altro, nella
fattispecie la BCE, responsabile delle banconote!
Questi sono solo alcuni esempi dei vari spunti di dibattito
che si sono creati in quella sede, infatti come è
facile immaginare l'interesse di chiunque viene subito
stimolato da questi fatti notoriamente ignoti, ma di centrale
importanza per una seria e motivata analisi dell'attuale
congiuntura economica.
di Alberto
Leoncini