In vetrina: nonnAdele di Anna Marton
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sparse
A cura di Luccia
Danesin
Cachi
La nuova casa ha un giardino
pieno di alberi di cachi.
Si è deciso: i cachi non piacciono
e sporcano i grembiulini.
Son più belle le palme e le rose.
E' rimasto solo un albero di cachi.
Tondi, pieni brillano di giallo violento
frutti pesanti su rami quasi spogli,
Restano appesi come palle
sull'albero di natale, ma nessuno dice
che belli anche se non si stancano
di stare immobili per tanto tempo.
I passeri ingordi e le tortore svampite
cercano e beccano altrove.
Il succo colerà da una ferita
sulla pelle tesa e sottile,
soffocherà una fila di formiche
indaffarate lungo il tronco
Una poesia dolce come il frutto che descrive. Una delle
tante poesie di fiori, frutti, animali, giochi e filastrocche
raccolte in nonnaAdele, un volumetto con il quale la nostra
collaboratrice Anna Marton ci regala ancora intatte le
atmosfere magiche della sua e della nostra infanzia.
Riportiamo per intero una delle recensione al libro
apparsa nella rivista Letteraria "Punto di Vista"
di gennaio- marzo 2005 a firma della sua direttrice responsabile
M. Rosa Ugento che troviamo particolarmente ispirata e
che condividiamo.
Nasce spesso nel lettore un'inconscia diffidenza verso
la congerie di libri e libricini che si intestano agli
usuali affetti familiari. Più che commuoverci e
turbarci, capita che ci disturbino, scavando nella memoria
privata storielle più o meno leziose e sentimenti
che suonano antiquati. E' così: i nostri gusti
si stanno abituando a linguaggi aridi o concettosi che
coprono la presunzione sotto apparenze di modernità.
Perciò è più che una sorpresa quella
che ci attende sfogliando le pagine limpide e vivaci di
nonnAdele: un volumetto lirico che, dagli stessi sentimenti
scioccamente derisi, trae invece convincimenti spunti
di testimonianza e poesia.
L'autrice, Anna Marton, sotto quel titolo intimo e carezzevole,
coglie entro segreti rapporti fra nonni e nipotini una
breve silloge di storie che, dalle radici autentiche del
passato, estraggono spunti felici e pensieri originali.
La fonte di ispirazione offre in sei sezioni i titoli
di un affascinante documento di vita: visioni di natura,
incanti di infanzia, paesaggi e parole che evocano un
mondo di meraviglie ed esperienze capace di contagiarci
senza sforzo e persuaderci con voli improvvisi di immagini/pensieri.
Nulla di trito, nulla di zuccheroso o artificiale sotto
i temi candidamente enunciati: Fiori, Frutti, Animali,
Giochi, Le storie della sera e dei perché, Filastrocche
delle nonne. Ogni tema sviluppa il proprio vocativo lirico
in un gioco di risvolti incisivi, marcati di indiscutibile
personalità.
Bastano pochi esempi scelti tra le sezioni. Fra la quindicina
di fiori, tutti prevedibilissimi a rendere unica l'invenzione,
bastano le chiuse di "occhietti della Madonna"
e ancor più di "Giglio", per scoprirvi
la firma di un'autenticità imperiosa. Le cinque
righe degli "Occhietti" stendono una parentesi
infantile fra l'inizio "calze di lana
ruvide
come la terra" e la fine
"avrò bellissime
calze a pois celesti". Nei versi di "Giglio"
la sorpresa è ancora maggiore: "
il giglio
è fiore d'orto e di santi (inizia Anna, senza entusiasmo)
"
L'hanno detto al catechismo". Perciò
"Mi sono piaciuti tutti i fiori,| il giglio mai".
Ed ecco la svolta: "Arrivò poi il giorno,
| che lo deposi su un altare | per restituirlo ai suoi
santi". Così, senza stucchevoli riverenze.
Il medesimo piglio, lo stesso amore per la natura e la
stessa capacità di cavarne giudizi inattesi si
trova nella sezione dei "Frutti". Leggiamo da
"Cachi" "
i cachi non piacciono e
sporcano i grembiulini"
"il succo colerà
da una ferita sulla pelle tesa e sottile | soffocherà
una fila di formiche indaffarata lungo il tronco".
Altro esempio nei "Gattini". "..Non credetti
a mia madre | ma non seppi perché | alla gatta
il giorno dopo | rimase un solo figlio"
"Piansi
con lei nel buio della stanza". Un dolore che rompe
l'incantesimo, ma lo traduce in rapporto.
Il titolo delle "Bambole" sta fra le liriche
dei "Giochi" in un testo che andrebbe riportato
per intero; ma e sufficiente la conclusione. "..Un
gesto di forbici per poterla imboccare | ma non fu il
solo a renderla più vera".. "Per Celestina
imparai a cucire e cucinare, | a credere che qualcuno
mi volesse bene". E' il sotteso valore della verità.
Si tratta qui solo di pochi esempi - dei quali abbiamo
trascurato il tenero lirismo del buon gusto e del gioco
- per dar rilievo a quelle intuizioni, che sono le fortissime
virgolette con cui Anna Marton pone alle pagine di nonnAdele
il sigillo della sua libera personalità. Auguri
all'autrice, davvero nuova nei sentimenti e nella concezione.(
scritto di M. Rosa Ugento)
Biografia
minima: Anna Marton è nata a Mogliano Veneto (Treviso),
dove trascorre l'infanzia delle piccole cose e delle grandi
scoperte; durante e subito dopo la guerra è ospite
presso parenti a S.Alberto di Zero Branco vivendo fra
animali, campi e stoffe di sarta. Questo ambiente contribuisce
a darle un'impronta che poi caratterizza la sua vita:
l'amore per la natura e per i bambini.
La sua fantasia ha potuto alimentarsi quasi di nascosto
nella libreria paterna dove, da adulta, ha lavorato per
molti anni. La passione per la parola scritta, nella quale
si è cimentata fin da bambina, l'ha portata alla
pubblicazione del suo primo romanzo con la casa editrice
Sperling & Kupfer, "Giorni rubati al tempo"
uscito nel '98. Un secondo romanzo è in attesa
di pubblicazione.
Attualmente vive a Vittorio Veneto, sempre in provincia
di Treviso. E' vicepresidente dell'Associazione Culturale
intitolata al padre "Bruno Marton", che fu una
figura di spicco nella politica del Veneto*.
Si dedica da sempre alla poesia e ultimamente anche a
testi e scenografie teatrali per l'infanzia che poi rappresenta,
curandone la regia e gli allestimenti, in Istituti scolastici.
http://www.AssociazionebMarton.com
a cura di Abcveneto