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Editoriale24: nel 250esimo anniversario di Mozart, ci sembra giusto ricordare il suo librettista più bravo, che veniva da Ceneda.


Stiamo parlando di Lorenzo Da Ponte, a detta di molti il più bravo librettista di Mozart. Ma chi era Lorenzo Da Ponte? Come è finito a Vienna a lavorare per Mozart? Chi è Emanuele Conegliano, studente discolo, poi insegnante illuminista cacciato da scuola, dongiovanni impenitente?

a cura di Abcveneto

Emanuele Conegliano nacque a Ceneda nel 1749 (oggi Vittorio Veneto, in provincia di Treviso). Era figlio di un tintore ebreo. Sua madre morì quando Emanuele aveva 5 anni. Per questa disgrazia, Emanuele e i suoi fratelli crebbero senza istruzione e senza educazione: a undici anni, Emanuele sapeva a malapena leggere e scrivere. A quattordici anni, suo padre, allora quarantenne, si innamorò di una ragazza cattolica di sedici anni, che gli fece perdere la testa. Per sposarla, dovette convertirsi al cattolicesimo e così dovettero fare tutti i figli. Emanuele prese il nome di Lorenzo Da Ponte che era il vescovo di Ceneda. Dopo il battesimo, furono tutti spediti in seminario vescovile a imparare i Vangeli e i versetti dei Salmi. Benché fosse a malapena in grado di parlare in italiano, Lorenzo fu presto abilissimo latinista, nei seminari a quel tempo insegnavano solo in latino. Per fortuna, uno dei maestri, li spinse a studiare Dante, Petrarca e altri poeti.

Questo fu l'inizio di un grande amore di Lorenzo Da Ponte per la Letteratura Italiana. Per comprare i libri, rubava pezzi di cuoio al padre e li vendeva a un calzolaio. Quando il vescovo lo scoprì, invece di punirlo gli diede i soldi per comprarseli, i libri. Presto però dovette rivenderli uno ad uno, per dare una mano alla famiglia. A 21 anni divenne professore e a 24 (1773) prete. Fu docente al seminario di Treviso dal 1774 fino al 1776, quando fu bandito dall'insegnamento in tutta la Repubblica Veneziana per via di un componimento poetico ritenuto troppo... rousseauiano.

Andò a Venezia e divenne segretario di Pietro Zaguri. A quel tempo, Venezia aveva sette teatri d'opera e la musica era dappertutto. Era anche una delle città più dissolute d'Europa e il gioco d'azzardo era una seconda vita.

Il motto dei veneziani era: "a messa di mattina, al tavolo da gioco di pomeriggio, a letto con una donna di sera". Il Carnevale durava sei mesi, durante i quali tutti indossavano maschere, anche i preti e grazie all'anonimato si commettevano danni e peccati a non finire, a volte anche gravi, tipo omicidi e rapine. A Venezia Da Ponte ebbe diverse amanti, fra cui una donna sposata e un numero imprecisato di figli che furono spediti all'orfanotrofio, senza pensarci due volte. Nel frattempo continuava a servir messa. Uno degli amici di Da Ponte, era Giacomo Casanova. A causa di tutte le sue malefatte e degli scandali, (fu accusato di ratto di Donna onesta e concubinaggio...) fu bandito da Venezia per 15 anni con la minaccia che se vi fosse tornato, sarebbe stato imprigionato nelle segrete per sette anni. Peregrinò allora a Gorizia, a Vienna, a Dresda e di nuovo a Vienna. Due anni più tardi e molte avventure dopo, lo troviamo ancora a Vienna con una lettera di presentazione per Antonio Salieri, il direttore dell'Opera Italiana e compositore di Corte. A quel tempo, Giuseppe II, fratello di Maria Antonietta di Francia, era 'il sacro romano imperatore' e Vienna era la capitale culturale del mondo. Giuseppe II aveva permesso libertà di religione e aveva emancipato gli Ebrei.
Quando Da Ponte fu ammesso alla presenza dell'imperatore, costui gli chiese quante opere teatrali avesse scritto. Da Ponte, molto sinceramente, come 'mai' dicono di fare nei colloqui di lavoro moderni, rispose: "Nessuna". E Giuseppe II replicò: "Bene, bene, meglio una musa vergine."

Da Ponte conobbe anche l'ottantottenne Metastasio, il poeta imperiale, Da Ponte sperava di prenderne il posto. Invece, Giuseppe II lo nominò poeta del Teatro italiano, dove per un salario generoso più i diritti d'autore doveva scrivere nuovi libretti d'opera. Il primo compositore per cui scrisse fu Salieri. Per imparare a scrivere libretti d'opera, lesse una ventina di libretti per imparare la tecnica, insomma, mise in pratica la sempreverde tecnica 'dell'arrangiarsi' di cui un tempo era famosa l'Italia.
Non si sa bene come, se per stress o eccesso di bagordi, gli vennero degli ascessi in bocca e per curarlo usarono l'acido nitrico che gli sciolse tutti i denti.
Mozart odiava le rime nei libretti, perché le parole dovevano adattarsi alla musica e non essere forzate in una rima. Da Ponte però riuscì a scrivere libretti in rima, che si adattavano benissimo alla musica di Mozart. Scrisse non solo per Mozart, ma anche per altri compositori, purtroppo tutti gli altri libretti sono andati perduti e dimenticati.

Alla morte di Giuseppe II, Da Ponte litigò con Salieri e cadde in disgrazia con il nuovo Imperatore Leopoldo, anche per via della sua condotta poco edificante con la soprano Andriana Francesca Gabrielli. Scappò allora a Trieste. Qui conobbe Il ricco tedesco John Kraul e si fece amico la figlia. La figlia di John Kraul stava per sposarsi con il suo sposo promesso, il padre ammaliato dal poeta cenedese, glielo proibì e invece la offrì in sposa proprio a Da Ponte. Anche se ciò non fu possibile, perché lui era sempre un sacerdote. I due sposini partirono per Parigi con una raccomandazione per Maria Antonietta, ma proprio sul giungere scoppiò la Rivoluzione Francese e decisero di andare a Londra. Da Ponte aveva in tasca sei luigi, un orologio d'oro e un anello. Qui se la cavarono con alterne fortune, finché la moglie andò (o fuggì ?) in America con i quattro figli, a visitare i parenti. Dovevano stare lì solo un anno, ma Da Ponte aveva paura di non vederli più. Così, anche per sfuggire i creditori, partì per l'America a sua volta.

Il suo bagaglio consisteva in una scatola di corde di violino, dei libri, alcune copie dell'Eneide di Virgilio e quaranta dollari.
Passò i successivi 33 anni in America. Prima nel New Jersey, poi andò a New York. Da Ponte lì fondò la Manhattan Academy for Young Gentleman. Si studiava italiano francese, latino, scrittura e composizione, grammatica e geografia. Sua moglie insegnava italiano, francese, disegno musica e arte di comporre i fiori alla correspettiva Manhattan Academy for Young Ladies. In seguito Da Ponte andò in Pennsylvania, dove lavorò come droghiere, distillatore, venditore di medicine, modista e cocchiere. Pressanti problemi economici lo spinsero a tornare a New York. Divenne importatore di libri italiani e spesso vendidtore, vedendoli porta a porta, aprì una libreria e divenne cittadino americano. Dopo la vendita dei libri, si impiegò come affittacamere. Fu nominato Professore di italiano senza paga al Columbia College, ciò significava che avrebbero dovuto pagarlo i suoi allievi e mi sa che spesso non beccava un centesimo. Fu il primo a insegnare Dante in America. Nelle sue memorie, disse di aver importato in America 26.00 libri italiani e di aver insegnato l'italiano a 2500 persone, chissà se è vero, ma certo rimane un uomo sorprendente e degno del Settecento. I suoi libri furono le fondamenta delle sezioni italiane della Columbia University, della The Library of Congress e della New York Public Library. Fu anche coinvolto nella creazione della Italian Opera House di New York. Morì nell'agosto del 1838, a 86 anni. Fu sepolto in una tomba senza nome e i suoi resti andarono perduti, come quelli di Mozart. Oggi, per fortuna, Lorenzo Da Ponte in America viene ricordato con tutti gli onori, più che fosse vivo, ma si sa, gli americani lo considerano cittadino americano e loro si ricordano dei loro figli celebri. Per questo noi abbiamo voluto celebrarlo a nostra volta, insieme al ricordo di Mozart, che non ha certo bisogno di presentazioni visto le celebrazioni che stanno facendo in giro per il mondo e lui, poi, hagià il museo, anche se noi, da buoni futuristi non amiamo molto i musei, vorremo qualcosa di più vivo, di più utile e sincero e ricordiamo che a Vittorio Veneto gli hanno dedicato un bellissimo teatro.

a cura di Abcveneto

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