A CASA DELL'ARTISTA : incontro con Maria Baldan
"La Ligustrina" di Dolo
a cura di Alessandra
Pucci - fotografie di Luccia
Danesin
La
casa di Maria Baldan appare luminosa tra il verde del
giardino all'italiana profumato di bosso, e, sullo sfondo,
gli alberi secolari che ombreggiano il parco e lo delimitano
dal fiume, che scorre oltre l'argine sinistro.
Maria ci accoglie con la simpatia che vibra nella sua
voce e nel verde cangiante dello sguardo. I quadri alle
pareti del vestibolo non lasciano dubbi sulle preferenze
di Maria per l'arte contemporanea: Morandis, Zotti, Plessi,
e altri, raccontano dei suoi anni veneziani all'Accademia,
con Santommaso, Viani, Vedova, Cesetti, Saetti, quando
Venezia era vivacissimo centro di progetti e d'idee.
Stanze
chiare, antichi rami lucenti, comode poltrone, invitano
alla conversazione brillante in un'atmosfera serena, di
cui l'artista è dispensatrice. Nel tratto c'è
la vivacità di un carattere esuberante, di quella
"venezianità" ormai così rara
e perciò preziosa.
Sorseggiamo dell'ottimo prosecco, poi saliamo nello studio
o "pensatoio": ciclamini davanti alla vetrata
che dà sul giardino dei limoni; pareti tappezzate
di librerie, quadri e manifesti con luoghi e date di mostre
personali, che scandiscono il percorso della sua intensa
attività artistica.
Sul tavolo da lavoro, tra gli strumenti necessari per
dare forma alle idee, sfogliamo le due monografie che
documentano il lavoro prezioso dei gioielli, e quello
dei grandi pannelli polimaterici (legno, ferro, smalto
e acciaio) esposti alla Villa Reale di Strà nel
2002.
Lavoro e impegno sono sistematici intorno al tema della
natura, di cui l'artista è da sempre attenta interprete,
capace di cogliere il senso della poesia nei luoghi e
negli spazi che la circondano: fiori rossi di metallo
si ergono sullo sfondo compatto di blu oltremare, o lune
di acciaio si specchiano su canneti misteriosi. Tre soli
colori per dire tutto: Blu, Rosso, Bianco. La poesia e
la pittura giapponese in qualche modo sembrano essere
motivo d'ispirazione o di contatto per il suo stile essenziale
al limite dell'astrazione, e sempre concettuale.
Nella depandance della casa, c'è un piccolo prezioso
museo delle sue opere più importanti: grandi pannelli
dove l'azzurro è protagonista di un dialogo con
gli elementi della natura.
Sedute al centro della stanza, le nostre immagini si riflettono
sulle superfici di metallo lucente, o diventano ombre
su vetri e sassi, che come detriti affiorano dal suo mare.
Alle pareti delle altre stanze si susseguono le acqueforti
degli anni '60 e '70, quando Maria era molto impegnata
nella ricerca grafica, tanto da imporsi a livello internazionale.
E' il periodo della Biennale di Venezia, e della mostra
a New York e nelle più accreditate gallerie italiane
(Gianferrari e Cardazzo).
La forte personalità e il desiderio mai soddisfatto
di raggiungere sempre nuovi traguardi la rendono un'artista
instancabile ed energica, mai soggetta alle mode, nè
ai condizionamenti di critici e galleristi: c'è
nel suo carattere un pensare aristocratico che la preserva
dai compromessi, tanto frequenti nei cacciatori di successo.
Dell'interesse riservatole dal mondo accademico è
testimonianza la tesi di laurea di Daniela Bugno, alla
Facoltà di Lettere Ca' Foscari di Venezia, dal
titolo: "L'universo nella natura di Maria Baldan".
Storicizzazione di grande rilevanza per un'artista che
ha privilegiato l'esperienza personale, senza lasciarsi
attrarre dalle lusinghe di un mercato come quello attuale,
che spesso attribuisce consenso e visibilità in
un modo che appare fin troppo condizionato dal denaro,
più che da una scelta estetica.
Maria si entusiasma parlando degli artisti più
amati: Fontana, Hartung, Burri e Keifer, o delle scrittrici
di fama come la Yourcenar, la Duras e la Maraini; a tutti
è legata anche dal sentimento del fluire del tempo,
dell'impossibilità di afferrarne il senso, che
però nella ricerca espressiva viene rappreso, fissato
come per magia nella parola, nel segno, per un messaggio
che resterà oltre di noi.
Su questo "oltre" si affina la materia
che Maria assembla con paziente perizia, cercando la fusione
tra l'apollineo e il dionisiaco del suo temperamento mai
domato dalle difficoltà, sempre pronto a ricominciare.
Calma e dinamismo coesistono nel suo carattere, nella
personalità che a volte la rendono simile ad uno
spadaccino, oppure ad un poeta. .
Appassionata viaggiatrice, racconta di luoghi e persone
con vivacità, trasformando quelle esperienze in
suggestivi arazzi di parole.
Parole incrociate nel verde del giardino, all'ombra dei
grandi alberi, ricordando l'amicizia con Remo Bianco e
Sandro Canotto, Mario Stefani.
Altri nomi si rincorrono nella conversazione, alcuni anche
a me familiari, come il poeta Aldo Vianello o la giornalista
Maria Irma Mariotti, da sempre estimatori delle sue opere.
Ancora un calice di vino bianco, poi ci salutiamo scortate
dalla "Nera", che scodinzola e sembra ridere
di felicità canina mentre ci segue fino al cancello:
ciao Maria,.....a presto!
Hanno scritto di lei, tra gli altri:
Andolfato, Apollonio, Battilana, Biancotto, Bugno, Bossaglia,
Censi, Di Genova, Di Martino, Marchiori, Mariotti, Marocco,
Maugeri, Munari, Nogara, Pallucchini, Rizzi, Segato, Stefani,
Tognato, Valsecchi, Vianello, Viani, Villani, Vinca Masini,
Zanotto.
http://moderata.provincia.venezia.it/baldan.htm
a cura di Alessandra
Pucci - fotografie di Luccia
Danesin