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Treviso: Gilbert Fastenaekens Un progetto fotografico


Inaugurazione: sabato 18 febbraio ore 18.30, Spazio Antonino Paraggi, Via Pescatori 23, Treviso. Dal 18 febbraio al 26 marzo 2006 • dal mercoledì alla domenica: dalle 16.00 alle 20.00 • lunedì e martedì chiuso • ingresso libero • inaugurazione: sabato 18 febbraio ore 18.30 • ingresso libero • una produzione Arci Treviso • in collaborazione con FAST, Archivio fotografico Provincia di Treviso.

a cura di Abcveneto

Arci Treviso e il circolo Arci Educazione Permanente presentano la IV edizione di Passaggi Fotografici, curata da Marco Zanta. L’edizione 2006 è dedicata all’esposizione del fotografo belga Gilbert Fastenaekens intitolata Un progetto fotografico a Treviso: 14 grandi fotografie a colori, realizzate a Treviso nell’autunno 2005, su commissione dell’Arci. È il quarto episodio, dopo Guido Guidi nel 2002, Lewis Baltz nel 2003, Francesco Raffaelli nel 2004, di una serie di committenze ad autori italiani e stranieri, invitati a lavorare nel territorio trevigiano. Ogni anno viene invitato un fotografo a documentare il “paesaggio” trevigiano - naturale, urbano, industriale, sociale, antropologico -, secondo il proprio stile, senza alcun vincolo da parte del committente.

Il lavoro di Fastenaekens prende spunto da alcune fotografie di Treviso fatte negli anni Sessanta, tratte dal fondo Gnocato del Fast, l’Archivio fotografico della Provincia, che costituiscono una sorta di leitmotiv sotteso al suo progetto. Evitando la Treviso storica per lavorare sulla prima e seconda cintura della città, l'attenzione si concentra su edifici e scorci urbani degli anni Sessanta. A Treviso, Fastenaekens ha voluto compiere una doppia traversata. Da una parte la “scoperta” negli archivi del Fast di un fotografo trevigiano di architettura dei “golden sixties”, Beppino Gnocato, sorta di utopia gioiosa di crescita dell’habitat cittadino; dall’altra la ricerca, intorno alla cintura della città, delle tracce dell’integrazione dei palazzi di quegli stessi anni. La mostra è fatta di questa “erranza” attraverso immagini a colori, di grande formato, realizzate da Fastenaekens, punteggiate da immagini di Gnocato, in bianco e nero, ri-fotografate oggi a colori, negli stessi luoghi, dal fotografo trevigiano Gian Luca Eulisse. Al di là del gioco “trova l’errore”, queste immagini dicono, anche con malinconia, ma senza nostalgia, il tempo che passa. Ritroviamo, in forma sfumata e discreta, anche le “nuove utopie” del cantiere Appiani di Botta, prive dell’aspetto dimostrativo e fastoso delle immagini degli anni Sessanta. Gilbert Fastenaekens è nato nel 1955 a Bruxelles, dove vive. Tra la scuola tedesca e la scuola francese di paesaggio, è da molto tempo uno dei più importanti esponenti europei dello “stile documentario”, a metà strada tra la riproduzione “modesta” del reale e la ri-appropriazione artistica che essa induce. Riconosciuto molto presto per i suoi paesaggi urbani notturni (1980-1987), nel 1984 partecipa alla missione fotografica della Datar sulla documentazione del territorio in Francia. L’opera di questo periodo è stata riunita nei libri Notturno e Saggi per una archeologia immaginaria. Nel 1986 ottiene il premio Kodak della critica fotografica. Attraverso innumerevoli incarichi sul concetto di territorio persegue una osservazione assidua del paesaggio, fuori dall’aneddotica e dal facile sentimentalismo, dalla missione fotografica nel territorio di Belfort del 1987, al perimetro delimitato di una foresta nella Champagne-Ardenne nel 1988. Dal 1990 al 1996 ha condotto un lungo lavoro su Bruxelles, pubblicato col titolo di Site (ARP Editions, 1996), mettendo in discussione il senso profondo della città e del suo sviluppo. Nonostante sia un fotografo che si appoggia su un linguaggio radicale, perfino ascetico, lontano da ogni effetto pittorialista, nei suoi ultimi lavori Fastenaekens si mostra meno interessato dai luoghi stessi che dall’esperienza, addirittura sensuale, che procurano. E seguendo l’esempio del pittore o dello scultore, procede a una trasformazione del soggetto a vantaggio di ciò che si potrebbe chiamare emozione o sensazione fotografica. Dal 1993 conduce un’attività di editore, avendo come linea editoriale il paesaggio nella fotografia contemporanea (ARP Editions). È professore al Libero Istituto Superiore delle Arti Plastiche (ERG) a Bruxelles.

Per saperne di più:
www.paris-art.com/lieu/detail-1356.html
www.artmag.com/eventsinformerfastenae.html
www.imal.org/hic-et-nunc/beta/expoarchi.php?article=2&periode=2002-09-01 www.arpéditions.com

Beppino Gnocato (1928-1984), è l'ultimo fotografo-editore di cartoline ad aver operato nei paesi del Veneto. Agli inizi degli anni Cinquanta, visitando come rappresentante di profumeria e cartoleria i negozi alimentari e i tabaccai della Marca, si rese conto che nel settore delle cartoline c'era la possibilità di arrotondare il guadagno. Beppino Gnocato si improvvisò così fotografo, senza prendere lezioni da nessuno, da vero autodidatta. Con la sua Fiat 1100, equipaggiato di una Zeiss a soffietto, percorse tutto il territorio veneto, riprendendo gli aspetti più significativi dei vari paesi. Dapprima lavorò a percentuale per la Marzari di Schio, poi per la Berretta di Terni (entrambe case editrici specializzate, che operavano su tutto il territorio nazionale). Ben presto però iniziò a curare da solo anche i vari passaggi della produzione di cartoline, dalle riprese alle vendite, diventando editore a tutti gli effetti. Il fondo fotografico presente al FAST è costituito da circa 25.000 immagini (negativi su lastra e pellicola, diapositive a colori, positivi in bianco e nero e a colori) e riguarda un pò tutte le località del triveneto: la straordinarietà di questo fondo consiste nel fatto che esso documenta la realtà di molti paesi prima dell'avvento delle grandi trasformazioni del territorio, conseguenti al boom economico ed edilizio degli anni sessanta che stravolse il volto, fino ad allora immutato, dei centri abitati.

Info: Arci Educazione Permanente, via Bolzano 3, Treviso, tel. 0422 410590 - fax 0422 411162. e-mail: treviso@arci.it www.arcitv.org; Spazio Antonino Paraggi, via Pescatori 23, Treviso; www.antoninoparaggi.it

 

a cura di Abcveneto

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