nu. 22 anno terzo¬ 1 gennaio 2006 mensile online gratuito
Abcveneto, mensile online su treviso, il Veneto e cosa fanno i Veneti dentro e fuori d'Italia
rubrica

Vittorio Veneto: "Contraddizioni dell'umanità" opere di Gianni Ambrogio e Luisa Cogo


Domenica 18 dicembre alle ore 11, presso l'Ospedale di Vittorio Veneto è stata inaugurata una mostra molto particolare...aperta fino al 9 gennaio 2006

di Carlo Sala

Carlo Sala scrive: "La rassegna presenta l'opera di due autori che pongono come punto focale della loro ricerca artistica la figura umana. Un interrogarsi sul concetto di Umanità. Il primo Gianni Ambrogio lo fa attraverso una maniera neo-espressionista, con opere energiche, vigorose, ricche di vitalità. Luisa Cogo invece crea una figurazione più delicata, e maggiormente attenta ai dettagli del reale.
Da una lato gesto e impeto, dall'altro ragione e pacatezza. Due autori che propongono secondo angolatura differenti le varie sfaccettature dell'umano, tramite vizi, virtù e perché no le sue contraddizioni. Da sottolineare il 'dove' particolare dell'evento, l'Ospedale di Vittorio Veneto. Questo deve essere un luogo dove il malato vive possibilmente con serenità la sua degenza. Accanto ad un sempre continuo miglioramento dell'offerta medica, deve essere valorizzato il soggetto inteso nella sua accezione di persona. Ecco quindi iniziative che rendono le strutture sanitarie più vicine all'uomo, creando dei possibili momenti di svago, rivolti più allo spirito che al corpo."

TESTI CRITICI: UMANIZZAZIONE DEGLI SPAZI
"Nuove riflessioni un anno dopo"

Un anno fa sono partiti i progetti di "umanizzazione" degli spazi sanitari attraverso l'arte dell'Opedale di Vittorio Veneto, con la mostra "Dialogo sulla figura". Le rassegna che proponeva le opere di Olimpia Biasi, Paolo Del Giudice e Lisa Perini, ebbe successo. Quest'anno va di scena l'esposizione "Contraddizioni dell'umano", con i dipinti di Gianni Ambrogio e Luisa Cogo.
La ratio che sta alla base di queste iniziative è certamente la centralità dell'uomo. Il desiderio di rendere luoghi più accoglienti strutture sanitarie. Usare la forza dell'arte per "riabilitare" lo spirito delle persone ricoverate.
Con soddisfazione di chi fin da subito ha creduto a questo tipo di progetto, nel corso di quest'anno molti sono i fattori che hanno confermato la bontà dell'idea. Addirittura si potrebbe parlare di una nuova concezione delle strutture assistenziali, in stretta connessione all'arte.
Un esempio significativo viene dall'Università Iuav di Venezia. Da gennaio 2006 è stato istituito un nuovo corso di specializzazione, "Master in Design medicale" di primo livello, organizzato insieme all'Azienda U.L.S.S. 12 di Venezia e all'Agenzia Regionale Socio Sanitaria del Veneto. Questo si rivolge tra glia altri ai Laureati in Disegno industriale, Architettura e Ingegneria che vogliano operare all'interno delle strutture sanitarie e ospedaliere.
Un altro bell'esempio viene da Roma. Il progetto "Uno zoo all'ospedale Umberto I di Roma" è finalizzato alla promozione di un nuovo concetto di "cura". Gli ospedali, da luoghi di isolamento scollegati dal mondo a location intercreative, sedi per eventi culturali che permettano ai malati di vivere esperienze positive. In questo caso protagonista è la pittrice Simona Angeletti autrice delle opere donate al Reparto di Oncologia Pediatrica. Queste tra pony, pesci, cocinelle ed elefanti daranno vita a un giardino colorato che stimoli la fantasia dei bambini. Progetti a livello nazionale che negli ultimi mesi hanno confermato la bontà dell'iniziativa intrapresa un anno fa a Vittorio Veneto e che spronano a continuare in questa direzione.

GIANNI AMBROGIO e LUISA COGO: "CONTRADDIZIONI DELL'UMANO"

Gianni Ambrogio è artista completo con alle spalle una ricerca pittorica che dura dagli anni cinquanta. Il suo esordio ufficiale è del 1947 con una personale presentata da Giovanni Comisso, da allora sono seguite numerose rassegne e manifestazioni. Della sua opere si sono interessati numerosi critici di fama come Solmi, Di Genova, De Micheli, Mazzariol, Segato, Portalupi ecc. Inoltre ha destato vivo interesse presso poeti della portata di Chiara, Ruffilli, Sala, Spagnoletti e Zanzotto.
Le sue opere recenti sono la sedimentazione degli stati umani e pittorici di un'esistenza vissuta nell'arte. La cosa stupefacente di quest'artista è che nonostante una così lunga attività, sappia ancora sorprendere con le sue opere, senza essere mai sazio e cercando nuove strade al suo linguaggio. Ambrogio non può fare a meno della sua "beata condanna", la voglia di ricerca.
Variazioni che hanno sempre lasciato intravedere un'affinità con l'espressionismo: la maniera più adatta per rappresentare la complessità delle tematiche dell'artista trevigiano. In esse viene narrata l'eterna vicenda dell'umana sofferenza. Un individuo avvolto da un'aurea di pessimismo: una figura che porta i tratti del dramma antico, attualizzato alla tensione del mondo odierno. Un'umanità grottesca, che sembra uscita da pagine kafkiane del "Der Prozess". Condannata e giudicata senza saperne il motivo e senza poter avere un contraddittorio. Reclusa in una prigione invalicabile e nascosta: la propria natura d'essere umano.
Un lavoro quello di Ambrogio che travalica l'estetica. Un artista che con la sua arte è a tratti sociologo e a tratti antropologo.
Un'arte quella di Ambrogio che ha due paternità, solo all'apparenza discordanti: l'istinto e la ragione. Da un lato tratti gestuali, impetuosi che lasciano spazio alle emozioni. Dall'altro un artista che usa la razionalità e un pensiero elegante, con l'acutezza d'altri tempi. Un pittore che prima di lasciarsi andare dall'emozionalità ha ben sedimentato in sé l'idea dell'opera. Con grande chiarezza ha bene costruito le architetture che la regoleranno. Una pittura che insomma è impetuosamente composta.
Luisa Cogo affronta la sua pittura figurativa - temine solo a tratti appropriato - con una carica di profonda originalità. Dipinge figure, paesaggi e oggetti senza mai cadere nel banale o in forme retoriche abusate da molti artisti. Pur nella semplicità delle tematiche sa attribuire al soggetto un velo di poesia, creando un'atmosfera sospesa, quasi surreale.
La pittura che prima ho definito figurativa, può sembrare un termine che delinea una linea creativa anacronistica per le attuali istanze. La pittura di Luisa Cogo, non è affatto lontana dal suo tempo. Senza volersi soffermare sulle varie tendenze a livello internazionale che stanno riscoprendo la pittura e in particolare le rappresentazioni della figura, bisogna prendere come assunto che la pittura rimane ancora l'unico mezzo delle arti visive che non ha tempo, ed è al di sopra di sterili mode passeggere dalla durata effimera. E in particolare le tematiche legate alla figurazione devono restare ancora una vitale esigenza per molti artisti, purché come nel caso della Cogo, siano espresse con un personale linguaggio.
Di particolare pregio tra le varie tematiche affrontate dall'artista vi sono i nudi femminili. Questi sono realizzati con una notevole abilità tecnica e un peculiare uso dei cromatismi. Le figure sono costruite con un equilibrato uso delle forme. Ma l'opera non si ferma ai tratti volumetrici. Il colore assume un ruolo discreto, ma di vitale importanza. Se si osserva il colore in alcune pennellate, si vede che esso vibra. I cromatismi di Luisa Cogo sono carichi di musicalità, li definirei come una musica classica, quindi elegante e composta, ma pur sempre con il "ritmo" di un "allegretto".
Colori che si presentano allo spettatore immediati, ma sono in realtà frutto di un lavoro lento e paziente, fatto di continue sovrapposizioni e pennellate.
Per rimanere sul tema della figura, da sottolineare l'abilità ritrattistica dell'artista. Uomini e donne sono fissati nelle tele. Di loro sono colti i lineamenti con maestria, ma non solo. Un ritratto che non si ferma a mero realismo, a una pura visione retinica. Esso diventa percezione degli stati d'animo, delle inquietudini e dei sentimenti dei soggetti.
Un'artista che nutre amore verso la pittura come atto creativo originario. Una ricerca artistica che si fonde con la vita di tutti i giorni, diventando cammino interiore. Una pittura controllata, che rigetta ogni pulsione gestuale. Amore per la meditazione delle composizioni, che si riflette nella perfetta costruzione "architettonica" dei dipinti e nel saper ponderare e valutare l'uso dei chiaroscuri.
Due autori nettamente differenti tra loro. Una rassegna che sa mostrare le varie sfaccettature dell'umano, tramite vizi, virtù e perché no le sue contraddizioni.

 

di Carlo Sala

ABCVeneto®: sulla rete dal 1 marzo 2004