nu. 22 anno terzo¬ 1 gennaio 2006 mensile online gratuito
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rubrica

A tavola con Gioia: il Vov, viene dalla Russia?


Abbiamo fatto questa domanda alla nostra esperta di arte culinaria, ecco cosa ci ha risposto.

Di Gioia

Ad un giovane che consuma drinks esotici e guarda il tempo cronologico come una proiezione di futuro il cui passato è cosa polverosa da mettere in qualche magazzino se non in discarica, il vov potrebbe sembrare un alcolico importato, quando ancora esisteva il comunismo, da uno dei paesi in cui lo si praticava in modo ortodosso, perchè la via italiana ha edulcorato anche l'ala più intransigente. Invece no. Questo liquore era molto consumato nel periodo fascista, quale ricostituente e fortificante per adulti ma anche per vecchi e bambini. E si chiama così, perché il suo ingrediente fondamentale è l'uovo che nel dialetto veneto è detto 'vovo'. Fu prodotto per la prima volta a metà dell'800 a Padova da un droghiere un certo Pezziol che faceva torrone e non sapeva come altrimenti smaltire i tuorli. La sua intuizione fu apprezzata anche alla corte di Vienna e in quei Paesi nei quali il Pezziol riescì a far conoscere il liquore all'uovo.

Tale liquore venne destinato alle forze armate durante la seconda guerra mondiale con il nome di VAV2, acronimo di vino alimento vigoroso. Il Vov venne poi commercialmente piazzato in contesti che valorizzavano il suo valore nutrizionale anche in tempi non belligeranti, quali le piste da sci, gli spalti dei tifosi durante le partite di calcio. Attualmente è prodotto nello stabilimento di Pozzilli della S.I.L. Società Italiana Liquori - proprietaria del marchio e viene utilizzato dai barman, dopo un periodo di disuso, come cocktail afterdinner nelle discoteche, probabilmente all'insaputa del giovane 'discotecaro' che ne ignora la sapiente storia che è tutta nostra.
Ho scelto di metterlo tra le ricette di questa rubrica, perché viene ancora, anche se raramente, prodotto in casa, sostituendo il dessert (uovo sbattuto con il marsala), con un sapiente liquore il cui valore alcolico si aggira intorno ai 17 gradi e il cui valore nutritivo sfida la pappa reale, tanto che ne viene consigliato un cucchiaio al mattino a digiuno. Esistono varie procedure e degli ingredienti opzionali. La differenza maggiore è data dall'utilizzo dei gusci delle uova, che non compare in tutte le ricette e che dà un valore aggiunto in termini di calcio non da poco...

Vov
1. Liquore Vov (solo tuorli)
1/2 litro di latte, 4 tuorli d'uovo, 1 bustina di vaniglia, 100 gr di marsala secco, 100 gr di alcool, 400 gr di zucchero.
Fate bollire il latte con lo zucchero e fatelo raffreddare completamente. Sbattete i tuorli e amalgamateli con il latte. Aggiungete uno per volta la vaniglia, il marsala e lo spirito (ciascun ingrediente va aggiunto solo dopo che il precedente è stato ben mescolato). Agitare per 8 giorni e poi degustarlo, possibilmente di mattina, a stomaco nudo, prima di fare colazione (non è uno scherzo) e ricordarsi sempre di agitare prima dell'uso.


Vov (tuorli e gusci)
1 litro di marsala, 650 g di zucchero semolato, 12 uova freschissime, limone quanto basta, cannella.
Lavare bene e asciugare le uova 'gusciate' e collocarle in un contenitore che può essere di vetro o di coccio. Se scegliete il vetro copritelo con un panno per evitare che la luce ossidi il prodotto. Ricoprire le uova di succo di limone e aspettare minimo una settimana, sino a quando i gusci delle uova si saranno liquefatti completamente. Ciò avverrà solo se le uova sono freschissime. Filtrare questa preparazione attraverso un colino, aggiungere il marsala, cui precedentemente è stato aggiunto un pizzico di cannella in polvere, e lo zucchero, che naturalmente deve essere disciolto. Imbottigliare il liquore e lasciarlo lì per otto giorni, agitandolo ogni giorno e poi degustarlo. Quando viene servito ricordarsi di agitare la bottiglia, perché la miscela tende a separarsi.

P.S.: possibilmente, il vov va conservato in una bottiglia non trasparente, in cui la luce non penetri.

Di Gioia

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