Treviso: Mazzocato presenta San Martino di Venanzio
Fortunato
Presentazione del libro sulla
vita di San Martino alla Provincia a Treviso nella sala
Consiliare, con l'assessore al Cultura Marzio Favero,
Giandomenico Mazzocato curatore del libro, Ivano Sartor
storico, Tiziano Spigariol rappresentante della Congrega
del tabaro
a cura di Abcveneto
San
Martino di Venanzio Fortunato, una nuova edizione per
la vita del Santo dal Mantello.
San Martino ritorna a vivere grazie al libro Vita
di San Martino del poeta latino Venanzio Fortunato
a cura di Gian Domenico Mazzocato che ne ha realizzato
la traduzione e impreziosito da immagini iconografiche
ricercate da Ivano Sartor. Il libro è venuto a
colmare un vuoto nella cultura italiana ed europea privilegiando
la narrazione come un romanzo ha detto nella presentazione
l'autore il professor Gian Domenico Mazzocato.
L'opera, che rievoca la vita e le ricerche del Santo,
nativo dalla Pannonia, attuale Ungheria, è edita
da Piazza Editore di Treviso, realizzata con il sostegno
della Regione del Veneto, nell'ambito del Progetto
san Martino, elaborato dalla Congrega del
Tabaro, sodalizio che da sei anni si prodiga per
rivalutare l'identità veneta e che ha in san Martino
il suo Patrono.
Martino cioè piccolo Marte, santo-guerriero
ricordato come un eroe che lega la cultura latina
mediterranea e orientale che è quella celtica.
La cristianità celebra san Martino l'undici di
novembre, giorno di solidarietà, ma anche festa
dell'agricoltura. Non è un caso che la nuova edizione
della vita del santo sia realizzata dalla Provincia di
Treviso, visto che Fortunato Venanzio è originario
di Valdobbiadene e lo stesso santo solcò la terra
veneta nelle sue peregrinazioni.
L'immagine
aneddotica di nota di san Martino è quella del
mantello. In un giorno d'autunno, mentre usciva da una
delle porte di Amiens, dove viveva, vide un povero vecchio,
mezzo nudo e tremante per il freddo. Si impietosì,
tagliò il suo mantello di lana e ne diede la metà
al povero. Immediatamente il sole si mise a scaldare come
in estate. Per questo, si chiama estate di san Martino
quel periodo agli inzi di novembre in cui spesso la temperatura
è più mite. Tradizionalmente durante questi
giorni si aprono le botti per il primo assaggio di vino
novello, che di solito viene abbinato alle prime castagne.
Venantius Honorius Fortunatus nascque verso il 530 a Valdobbiadene
(Treviso). Studiò grammatica, retorica e dirittto
a Ravenna. Fu colpito da un'infermità alla vista,
cui seguì una inspiegabile guarigione, che Venanzio
attribuì all'intercessione di san Martino di Tours.
Decide di andare a rendergli grazie presso la sua tomba
in Gallia a Tours. Durante il viaggio viene ospitato da
famiglie signorili che conquista dilettandole con i suoi
versi composti in latino. A Tours prega sulla tomba di
san Martino, cui dedica un poema. Da lì raggiunge
Poitier dove conobbe santa Redegonda, figlia del re di
Turingia. In seguito alla protezione di Redegonda Venazio
si stabilì a Poitier. Dopo la morte di Redegonda
prende gli ordini sacri e assume la direzione spirituale
del monastero. Nel frattempo continua a scrivere, ma i
nuovi temi della sua poesia sono religiosi: il culto della
Croce, la pietà mariana, il senso della morte e
la guida spirituale dei fedeli. Approfondisce la conoscenza
dei vangeli e dei salmi, dei profeti e della patristica.
Compone poi la storia della vita sei sette santi della
Gallia, tra cui quella di Redegonda . Nel 595-97 venne
consacrato vescovo di Poitier, in un periodo di lotte
intestine tra famiglie locali. Muore il 14 dicembre probabilmente
nel 607 e la devozione popolare lo venera presto come
santo.
San Martino è il patrono dei bambini. Nella parrocchia
di Col di san Martino, c'è l'urna per estrarre
il nome dei bambini e molti genitori si rivolgono per
la grande protezione e devozione di san Martino anche
dall'estero.
a cura di Abcveneto