a Venezia, passando per Treviso
 
nu. 22 anno secondo¬ 7 gennaio 2006 mensile online gratuito
Abcveneto, mensile online su treviso, il Veneto e cosa fanno i veneti dentro e fuori d'Italia
ultima ora

Regione Veneto: Zaia ci racconta del Panevin, l'antica tradizione veneta


"Fuive a matina ciol el sac e va a farina, Fuive al garbin tol su el caro e va al muin - dice Giuseppe, aggiungendo subito dopo - e così stavamo tutti a naso in su per capire che cosa ci si doveva attendere dal nuovo anno, raccolto buono o cattivo? Ma questo era solo l'atto finale di un lavoro cominciato già qualche giorno prima, quando gli uomini andavano a tagliare canne per far fuoco. Mattine fredde in mezzo ai campi coperti di brina che per riscaldarsi un po' si beveva il vin brulè. Serate lunghe trascorse nelle stalle a far su la vecia, mentre nel pomeriggio altri andavano per le case con i secchi a raccogliere il vino per la serata del panevin…"

a cura di Abcveneto

È bello ascoltare gli anziani mentre raccontano le tradizioni della nostra civiltà contadina, quella civiltà che è la colonna portante della cultura popolare veneta, tramandatasi di generazione in generazione fino ai nostri giorni. Certo nessuno crede più al responso delle fuive, ma girando per le strade del trevigiano la notte della Befana, si potrà constatare come non ci sia borgo, paese o contrada privo del proprio falò. Il panevin è la più antica tradizione trevigiana del mondo agricolo. E questo ha un significato che va oltre il rito in sé e la sua contingenza. Non si tratta dunque soltanto di stabilire quanto l'antica festa pagana sia stata contaminata con l'Epifania della festa cattolica e il modo in cui l'antica tradizione sia mutata nel tempo. Quello che davvero acquista significato, ai nostri occhi, è l'evento in sé. Il fatto che intere comunità si stringano attorno al fuoco per cancellare quanto di brutto è accaduto l'anno precedente e per salutare il nuovo anno illuminando con la luce dei falò le tenebre di un futuro ignoto. E non è un caso se a questo rito si assiste tutti assieme perché la famiglia e la comunità sono i luoghi in cui l'individuo cerca l'energia e le motivazioni per affrontare e superare gli ostacoli che incontra sul suo cammino. Questo è il motivo per cui una tradizione, che ha origine nella notte dei tempi, è vissuta ancora tanto intensamente nella Marca e in tutto il Nord-Est del nostro Paese. In quest'ottica, credetemi, non c'è niente di strano nel cercare di salvaguardare e tenere in vita le proprie tradizioni. E non lo affermo, come potrebbero insinuare i maliziosi, solo perché sono assessore all'identità veneta. Sono invece convinto che, nella nostra epoca, in cui non si fa altro che parlare di globalizzazione e internazionalizzazione, mantenersi saldi alle proprie radici e consapevoli della propria identità non è un misero espediente per illudersi che il mondo non cambi è semmai la maniera per affrontare con maggior consapevolezza e sicurezza questo mondo in continua evoluzione. Conoscere le proprie origini, vivere nella certezza delle proprie tradizioni aiuta a fare di noi degli uomini in grado di affrontare serenamente i rapidi cambiamenti a cui la nostra frenetica vita ci sottopone, ci permette di identificarci in quei valori di cui è portatrice la nostra comunità e ci infonde quel senso di appartenenza grazie al quale non dovremmo più sentirci tante bandierine in balia del vento dei cambiamenti. Questo è il motivo per cui mi sono tanto prodigato negli anni scorsi per la realizzazione di una rassegna dei presepi della Provincia di Treviso alla quale è stata di recente aggiunta una sezione dedicata appunto ai Panevin del territorio.
La guida, distribuita in 450 mila copie a tutte le famiglie trevigiane, sarà molto utile, dunque, questa sera,( dipende dalle zone, il panevin si festeggia prima della Befana e chi lo fa addirittura la settimana successiva) per scegliere il Panevin a cui partecipare. Con l'augurio che quello di quest'anno sia il Panevin dei bambini, lontano da inutili polemiche che non possono in nessun modo minare la forza di questa tradizione. I bambini dovranno accorrere numerosi ai Panevin, proprio loro, che rappresentano le speranze del nostro futuro, per diventare depositari e custodi della magia racchiusa in questa notte.


Luca Zaia
Vicepresidente della Giunta Regionale del Veneto tale commento è apparso sul Gazzettino di Treviso di giovedì 5 gennaio 2006.

a cura di Abcveneto

ABCVeneto®: sulla rete dal 1 marzo 2004