Solo 'sei' donne nel nuovo governo
Nel nuovo governo siedono sei donne ministre, gli unici
dicasteri con portafoglio sono quelli della Sanità
guidato da Livia Turco e del Commercio con l'estero
guidato da Emma Bonino.
di Luccia Danesin
In
Italia le presenze femminili in Parlamento, dopo le tante
promesse fatte, le discussioni sulle quote rosa e i bei
discorsi sull'uguaglianza tra donne e uomini sentiti in
campagna elettorale dalla sinistra, è al penultimo
posto in Europa (solo la Grecia ci batte).
Le donne sono offese, deluse e arrabbiate per questa ennesima
prova di misoginia che nei fatti ormai non porta colore
politico. Uno zoccolo duro dove creano barriera trasversalmente
tutti gli uomini politici, salvo ognuno poi scaricare
sul gruppo, sul partito le responsabilità di questo
risultato.
Gabriella Imperatori sabato 20 maggio, scrivendo un articolo
sul Mattino di Padova dal titolo Alle donne
soltanto gli sgabelli del potere ci offre un sintetica
ma eloquente analisi di un governo al maschile. Riporto
qui alcuni suoi brani per un momento di riflessione su
questo tema: "(..) strapuntini, non poltrone. Altro
che la Spagna di Zapatero. Per non parlare dei paesi del
Nord, nei quali giustamente non è concepibile una
democrazia senza donne nei posti dove < devono >
esserci: dove si decide di istruzione, sanità,
lavoro, giustizia, cioè della nostra vita, e di
quella dei nostri figli. Le donne hanno potere dappertutto,
tranne che in Italia" Cercando poi di interrogarsi
sui perché del maschilismo in politica, continua
così: "La responsabilità della storia,
dice qualcuno: del ritardo con cui l'Italia è entrata
nel novero delle democrazie. Dei cinquant'anni delle due
chiese: Dc e Pc. Ma non basta, la Spagna ce lo insegna.
Le donne non amano la politica? S'interrogano altri. Forse,
ma come si fa ad amare chi ci usa ma ci disprezza, ci
emargina, ci odia? Riferendosi poi alle quote rosa: "
Le donne devono essere brave, aggiungono i moralisti,
non pretendere di esser trattate come specie protetta.
Ma quando mai agli uomini si richiedono patenti di bravura?"
Credo
che ancora si sia persa una fondamentale occasione per
dare dimostrazione di cultura e di civiltà. L'aver
capito cioè che anche nel nostro paese occorre
riconoscere che i cittadini appartengono ai due generi.
Ovvio, ma non ancora rappresentato in politica dove sopravvive
un'autoconservazione maschile che continua a tenere ai
margini le donne che invece sono tante, brave e capaci
e
anche pazienti. Una pazienza che nonostante l'avvio poco
felice, speriamo ancora ci venga ripagata visto l'impegno
formale preso da questo Governo - al quale certamente
sarà ricordato e sollecitato da tutte le neo elette
- di ricercare i modi e le vie per rendere finalmente
possibile la partecipazione rappresentativa della metà
dell'elettorato.
di Luccia Danesin
articolo non prosegue sotto
a cura di Abcveneto