Venezia: Per la prima volta alla collezione Peggy Guggenheim
due rarissime serie di Lucio Fontana
a cura di Abcveneto
Lucio
Fontana nel 1961 dipinge, in pochi mesi, una serie di
tele considerate uniche: un suo momento di grande rarità
conosciuto dagli studiosi come le VENEZIE. Dopo aver per
lungo tempo intitolato le sue opere Concetto Spaziale
o Attese, Fontana ora adotta per la prima volta titoli
poetici dedicati in maniera esplicita a una città.
Venezia era tutta d'oro o Notte d'amore a Venezia sono
solo alcuni dei dipinti che saranno esposti alla Collezione
Peggy Guggenheim nell'attesissima mostra LUCIO FONTANA.
VENEZIA / NEW YORK dal 4 giugno al 24 settembre 2006 a
cura di Luca Massimo Barbero. L'esposizione, che gode
del patrocinio della Fondazione Lucio Fontana, Milano,
è dedicata al ciclo delle VENEZIE e alla serie
di opere in metallo chiamata NEW YORK qui riunite e presentate
insieme per la prima volta.
Nel 1961 Fontana è protagonista della mostra di
Palazzo Grassi Arte e Contemplazione. Per l'occasione
esegue un ciclo di dipinti dedicato a Venezia e alla sua
laguna: le VENEZIE. Le tele vengono pensate e dipinte
in una materia d'olio copiosa, spesso bucata e tagliata
con inserzioni di materiali vetrosi, percorse da segni
che presentano le "curve" delle chiese, le linee
dell'acqua al chiaro di luna, le preziosità dei
mosaici della Basilica di S. Marco e dello splendore tutto
bizantino della città scrigno dell'arte mondiale.
I dipinti creano una sintesi degli elementi della città,
spaziando dall'oro al bianco della pietra d'Istria, alle
trasparenze vitree, al nero profondo della notte. Sono
tutti dipinti su tela, quadrati di 1,50 metri di lato,
delicatissimi e preziosi e provocano nel pubblico una
grande sorpresa per la ricchezza barocca e descrittiva
dei loro materiali. Lo stesso anno il critico Michel Tapié
organizza l'esposizione di questo ciclo di dipinti a New
York, alla galleria di Martha Jackson: la prima mostra
personale di Fontana negli Stati Uniti lo consacra nuovo
maestro dell'avanguardia internazionale. Di rimando Lucio
Fontana rimane affascinato dalla città americana
e, in un curioso gioco geografico ed estetico, mentre
espone le VENEZIE a New York prepara alcuni bozzetti dedicati
alla metropoli che, al suo rientro in Italia, eseguirà
in una serie indimenticabile di metalli: le NEW YORK.
Grandi lastre di ottone lucido e graffiato, forato e tagliato
con forza, penetrato da grandi segni verticali che simulano
la forza delle costruzioni newyorchesi, il metallo e il
vetro dei palazzi. Sono opere di forte impatto, seducenti
per il loro carattere tormentato, metafora della tensione
elettrica della città che cambia.
La mostra alla Collezione Peggy Guggenheim (che comprende
anche una sezione d'apertura con importanti capolavori
di Fontana) parte da due dati importanti: l'opera Concetto
Spaziale Buchi (1949) e le tele del 1958/59 con i primi
Tagli. È intorno al biennio 1959-61 che si svolge
la prima parte dell'esposizione con le opere materiche
chiamate gli Olii: una sostanza densa di colore a olio
è stesa sulle tele a creare un vero e proprio campo
materico su cui le mani imprimono segni forti. La problematica
che Fontana affronta in questo preciso momento sembra
essere quella di uscire dalla concettualità algida
e minimale del monocromo per dare origine a opere che
riuniscano in toto le sue ricerche. L'olio permette di
affondare il segno, sia esso un taglio o un buco simile
allo squarcio. Spesso questa materia, già di per
sé voluttuosa, è bianca oppure rosa, un
rosa tenero, prossimo alla sensualità della carne.
È nel 1961 che Fontana inizia a creare dipinti
sempre più spessi a olio, dove la materia è
di una pasta argento o d'oro nella quale incastona e blocca
pezzi di vetro colorato, come in piccole galassie. Sono
queste le VENEZIE, una delle poche serie con un titolo
naturalistico. Le opere destano scandalo e attenzione.
Il maestro dell'Informale che esegue un ciclo pittorico
dedicato alla città di Venezia, alla sua immagine
barocca, suona come una provocazione paradossale e anti-avanguardistica.
Fontana ne esegue in tutto solo diciannove: dopo le esposizioni
di Venezia e New York del 1961 alcune scompaiono definitivamente;
altre, per la delicatezza della materia, si danneggiano
irreparabilmente. Da quell'anno non sono mai più
state riunite. LUCIO FONTANA. VENEZIA / NEW YORK offre
l'occasione unica e irripetibile di vedere delle opere
straordinarie come Il cielo a Venezia accanto a Sole in
Piazza San Marco e a Concetto Spaziale Laguna di Venezia.
La superficie quadrata di questi dipinti è interamente
argentea, come un riflesso lunare attraversato soltanto
da vetri azzurri e blu o cerchi simbolici della luce notturna
riflessa sull'acqua. Tra le NEW YORK si potrà invece
ritrovare l'imponente trittico di metallo Concetto Spaziale,
New York 10, di oltre tre metri di base, insieme a lamiere
più piccole e metalli raramente visibili. Tracciando
un parallelo, è legittimo affermare che la mostra
veneziana, arricchita da inediti materiali d'archivio,
disegni e ritratti fotografici di Fontana, fornisce un
primo spaccato di differenze e affinità all'interno
dell'opera di uno dei maestri del dopoguerra: le VENEZIE
rappresentano l'ideale didascalico dell'amore per il Barocco
e la storia dell'architettura urbana antica, le NEW YORK
sono il simbolo della sorpresa di Fontana per la contemporaneità.
La mostra LUCIO FONTANA. VENEZIA / NEW YORK riunisce,
due serie preziose, per certi versi inedite, ed emblema
di "rappresentazione" delle due città:
un fatto che certamente desterà nel pubblico grande
interesse e una certa novità. Poco dopo il 1961
le VENEZIE e parte della serie dedicata a NEW YORK sono
state disperse tra importanti collezioni museali e private
in Europa, America e persino in Giappone. Partendo dalle
mostre del 1961 di Fontana a Venezia e a New York e seguendone
le successive esposizioni dedicate ai Metalli, il curatore,
con un lavoro durato oltre due anni, ha rintracciato ogni
singola opera delle due serie per presentare in maniera
esaustiva entrambe le ricerche di Fontana. A oltre quarant'anni
di distanza sarà quindi possibile vedere riunite
le opere che furono esposte nel 1961 a Venezia e a New
York, alla galleria di Martha Jackson, accanto ai Metalli
che Fontana realizzò proprio in occasione di quel
viaggio a New York.
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LUCIO FONTANA. VENEZIA / NEW YORK è realizzata
grazie al sostegno di Banca Aletti, Private & Investment
Bank del gruppo Banco Popolare di Verona e Novara. La
mostra gode anche del supporto della Murray & Isabella
Rayburn Foundation grazie alla generosità di Maurice
Kanbar.
La mostra è accompagnata da un catalogo, edito
da Skira, ricco di materiali iconografici e saggi, dedicati
all'approfondimento di questi due momenti della ricerca
di Fontana, a firma dei più importanti studiosi
della sua opera, Enrico Crispolti e Paolo Campiglio, oltre
allo stesso curatore dell'esposizione.
dal 4 giugno al 24 settembre 2006 alla Peggy Guggenheim,
e-mail: info@guggenheim-venice.it;
sito web http://www.guggenheim-venice.it
orario d'apertura: 10.00-18.00; chiuso il martedì,
ingresso: euro 10; euro 8 senior oltre i 65 anni; euro
5 studenti; gratuito 0-12 anni
a cura di Abcveneto