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rubrica

Cluster bombs, un'altra testata senz'armi


Nell'immenso panorama dei gruppi musicali emergenti, si può certamente trovare un humus comune, una comune passione di suonare in mezzo ai "Beatles"….. Certamente più che una pia illusione di successo, il collante principale di queste band è la passione. Passione che affiora senz'altro in modo forte nei testi delle "Cluster Bombs" (sito clusterbombs), gruppo laziale composto da Vincenzo Elviretti (basso e voce), Francesco Bernardini (chitarre) e Daniele Riccardi (percussioni).

A cura di Alberto Leoncini

I testi sono scritti in italiano, cosa non da poco, data la predominanza-sudditanza della lingua inglese in ambito musicale. Ad una prima scorsa si potrebbero notare rime che ricordano tanto quel motivetto da juke-box balneare (sole/cuore/amore…), però la grande abilità che va tributata a questa band è quella di trasformare totalmente, con l'ausilio degli strumenti e del sound, questo tipo di testi. L'impressione che se ne ha, è quella di una musica consumata, sofferta direi. Viene dunque inserito un forte trasporto umano nella dimensione sonora, giocata in modo senz'altro originale.
Qualche tempo fa "il manifesto", noto quotiano italiano, aveva lanciato uno slogan, celebre almeno tanto quanto "la rivoluzione non russa", che diceva "l'unica testata senz'armi".
E' effettivamente insolito un nome così belligerante per un gruppo oltremodo votato all'introspezione ed all'indagine attraverso la musica. Non credo neppure che sia una questione di denuncia politicotrattinosociale: di barricadero nei loro testi e nelle loro musiche c'è ben poco.
Gli unici grappoli (cluster bombs= bombe a grappolo) sono quelli tra le persone, la narrazione dei "grappoli" umani è proprio una delle prerogative della band laziale.
Le mie ben modeste conoscenze in ambito musicale (benché -ahimé- la musica in sé conti assai poco nel determinare la sorte di un gruppo) non mi permettono di etichettare questa band come votata al successo, o come destinata ad estinguersi in qualche semplice "serata etilica", come direbbe Jack Frusciante di Brizzi. Certo è, che già da adesso le "Cluster Bombs" hanno dimostrato di accollarsi un notevole impegno di disamina musicale, che permette loro di guadagnarsi almeno il nostro plauso, anche perché - sempre le mie modeste conoscenze musicali- non mi permettono di catalogare (cosa che comunque odio fare, quasi che l'artista producesse secondo cliché prefissati) questa band in modo definito e chiaro. La commistione di influenze sonore è molto significativa ed interessante da analizzare.

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A cura di Alberto Leoncini

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