nu. 27 anno terzo¬ 1 giugno 2006 mensile online gratuito
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rubrica

L'ora di religione: Storia dell'Archivio Segreto Vaticano


Seconda parte

A cura di Caterina Pallaoro

(...) Apparvero nelle monete simboli cristiani al posto di quelli pagani; nei testi giuridici si introdusse la terminologia cristiana; vennero riconosciute le sentenze emesse dai tribunali ecclesiastici; ugualmente dicasi delle cauzioni, donazioni, commutazioni, testamenti, manomissioni cioè affrancamento di schiavi: negozi giuridici svolti e documentati da personale dell'archivio della Chiesa. Simili negozi, terminologie, formule giuridiche e simboli li troveremo ancora per molto tempo nei documenti pontifici ed ecclesiastici.
Nel mondo romano infatti ci si era avviati, pur molto lentamente, ad attribuire carattere di fides publica anche agli atti privati (per esempio nella Lex Cornelia de falsis). Di conseguenza gli archivi, e nel nostro caso l'archivio papale erano tenuti in grande considerazione, quali strumenti di tutela dei diritti e degli ordinamenti civili ed ecclesiastici.

Scrinium Sanctum sarà chiamato l'archivio della Chiesa romana: così da una costituzione di papa Giulio I (337-352) tramandataci dal Liber Pontificalis, da interpretare però con le dovute riserve. Il IV secolo è un periodo di grande fervore teologico e artistico. Si costruiscono in Roma le prime basiliche: del Laterano e di San Pietro in Vaticano e nelle antiche proprietà dei Laterani, dove in epoca costantiniana aveva residenza l'imperatrice Fausta, (alcune fonti diranno che in domo Faustae in Laterano si era tenuto nel 313 un Concilio antidonatista), sorgono opere ed edifici per il vescovo di Roma, le persone e gli uffici della sua curia. Si formò quindi al Laterano un centro amministrativo e di governo della vita della Chiesa in Roma, con attenzione anche alle altre Chiese dell'Impero.
Apparve sempre più chiaro il ruolo direttivo e unificatore del papato romano, soprattutto a cominciare col pontificato di papa Damasco (366-384) il primo che chiamò la Chiesa "Sede Apostolica" .
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Allo stesso Damasco, fra le tante beneverenze si attribuiva anche quella di aver trasferito gli archivi della Chiesa dal Laterano ad un'altra sede adeguatamente preparata, presso le nuova Basilica di San Lorenzo in una zona attigua al Teatro di Pompeo.A dimostrazione dell'asserto si ricorreva ad un epigramma damasiano riportato da un unico manoscritto della Biblioteca Vaticana (Pal. Lat 833) Nel terz'ultimo verso di quel testo, un vocabolo non si prestava a facile lettura (arcis hic -così sembra – venne reso con archibis, archivis, arcubus) facendo sorgere la convinzione che papa Damaso avesse eretto la sede papale presso la nuova Basilica di San Lorenzo. Recenti studi hanno ormai chiaramente dimostrato l'infondatezza di tale conclusione.
Con la tarda antichità il primo Medioevo, l'archivio (scrinium o chartarium Romanea Ecclesiae) si ampliò sempre di più. Ad esso fanno riferimento san Gerolamo nelle lettere contro Rufino d'Aquileia ai primi anni del V secolo e le stesse biografie dei pontefici quelle maggiormente attendibili - da - Celestino I (422-432)a Niccolò I (858-867) contenute nel Liber Pontificalis. Nell'archivio si conservano anche i registri o polypticadi san Leone Magno (440-461) ai quali si affiancarono un secolo dopo quelli di san Gregorio Magno (590-604) Quanti che fossero i "registri" dei due pontefici non è possibile sapere, ma della loro esistenza siamo puntualmente informati da fonti coeve o posteriori, pienamente attendibili. Al Laterano l'archivio rimase con ogni probabilità, salvo temporanei spostamenti in occasioni di pericoli per la città, fino agli inizi del secolo XIII. Il materiale in esso custodito non era del tutto di natura 'archivista': nello scrinio infatti si conservano con le diverse scritture di cancelleria anche fonti narrative e codici di contenuto biblico, patristico e liturgico. L'archivio quindi manteneva sempre i suoi connotati di "archivio -.biblioteca"; fuori di dubbio pure la sua preziosità non solo per la consultazione, ma anche per la preparazione, redazione e registrazione dei documenti, lavoro questo al quale attendevano notarii e scriniarii con a capo il primicerius notarium, che divenne in seguito cencellarius o bibliothecarius (titolo da intendersi in senso molto lato). Del materiale allora costudito nell'archivio fecero uso, durante il concilio romano del 649, contro l'eresia monotelita i padri sinodali e in particolare il primicerio Teofilatto.

A cura di Caterina Pallaoro

 

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