L'ora di religione: Storia dell'Archivio Segreto Vaticano
Seconda parte
A cura di Caterina
Pallaoro
(...)
Apparvero nelle monete simboli cristiani al posto di quelli
pagani; nei testi giuridici si introdusse la terminologia
cristiana; vennero riconosciute le sentenze emesse dai
tribunali ecclesiastici; ugualmente dicasi delle cauzioni,
donazioni, commutazioni, testamenti, manomissioni cioè
affrancamento di schiavi: negozi giuridici svolti e documentati
da personale dell'archivio della Chiesa. Simili negozi,
terminologie, formule giuridiche e simboli li troveremo
ancora per molto tempo nei documenti pontifici ed ecclesiastici.
Nel mondo romano infatti ci si era avviati, pur molto
lentamente, ad attribuire carattere di fides publica
anche agli atti privati (per esempio nella Lex Cornelia
de falsis). Di conseguenza gli archivi, e nel nostro
caso l'archivio papale erano tenuti in grande considerazione,
quali strumenti di tutela dei diritti e degli ordinamenti
civili ed ecclesiastici.
Scrinium Sanctum sarà chiamato l'archivio
della Chiesa romana: così da una costituzione di
papa Giulio I (337-352) tramandataci dal Liber Pontificalis,
da interpretare però con le dovute riserve. Il
IV secolo è un periodo di grande fervore teologico
e artistico. Si costruiscono in Roma le prime basiliche:
del Laterano e di San Pietro in Vaticano e nelle antiche
proprietà dei Laterani, dove in epoca costantiniana
aveva residenza l'imperatrice Fausta, (alcune fonti diranno
che in domo Faustae in Laterano si era tenuto nel
313 un Concilio antidonatista), sorgono opere ed edifici
per il vescovo di Roma, le persone e gli uffici della
sua curia. Si formò quindi al Laterano un centro
amministrativo e di governo della vita della Chiesa in
Roma, con attenzione anche alle altre Chiese dell'Impero.
Apparve sempre più chiaro il ruolo direttivo e
unificatore del papato romano, soprattutto a cominciare
col pontificato di papa Damasco (366-384) il primo che
chiamò la Chiesa "Sede Apostolica" .
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Allo stesso Damasco, fra le tante beneverenze si attribuiva
anche quella di aver trasferito gli archivi della Chiesa
dal Laterano ad un'altra sede adeguatamente preparata,
presso le nuova Basilica di San Lorenzo in una zona attigua
al Teatro di Pompeo.A dimostrazione dell'asserto si ricorreva
ad un epigramma damasiano riportato da un unico manoscritto
della Biblioteca Vaticana (Pal. Lat 833) Nel terz'ultimo
verso di quel testo, un vocabolo non si prestava a facile
lettura (arcis hic -così sembra venne
reso con archibis, archivis, arcubus)
facendo sorgere la convinzione che papa Damaso avesse
eretto la sede papale presso la nuova Basilica di San
Lorenzo. Recenti studi hanno ormai chiaramente dimostrato
l'infondatezza di tale conclusione.
Con la tarda antichità il primo Medioevo, l'archivio
(scrinium o chartarium Romanea Ecclesiae)
si ampliò sempre di più. Ad esso fanno riferimento
san Gerolamo nelle lettere contro Rufino d'Aquileia ai
primi anni del V secolo e le stesse biografie dei pontefici
quelle maggiormente attendibili - da - Celestino I (422-432)a
Niccolò I (858-867) contenute nel Liber Pontificalis.
Nell'archivio si conservano anche i registri o polypticadi
san Leone Magno (440-461) ai quali si affiancarono un
secolo dopo quelli di san Gregorio Magno (590-604) Quanti
che fossero i "registri" dei due pontefici non
è possibile sapere, ma della loro esistenza siamo
puntualmente informati da fonti coeve o posteriori, pienamente
attendibili. Al Laterano l'archivio rimase con ogni probabilità,
salvo temporanei spostamenti in occasioni di pericoli
per la città, fino agli inizi del secolo XIII.
Il materiale in esso custodito non era del tutto di natura
'archivista': nello scrinio infatti si conservano con
le diverse scritture di cancelleria anche fonti narrative
e codici di contenuto biblico, patristico e liturgico.
L'archivio quindi manteneva sempre i suoi connotati di
"archivio -.biblioteca"; fuori di dubbio pure
la sua preziosità non solo per la consultazione,
ma anche per la preparazione, redazione e registrazione
dei documenti, lavoro questo al quale attendevano notarii
e scriniarii con a capo il primicerius notarium,
che divenne in seguito cencellarius o bibliothecarius
(titolo da intendersi in senso molto lato). Del materiale
allora costudito nell'archivio fecero uso, durante il
concilio romano del 649, contro l'eresia monotelita i
padri sinodali e in particolare il primicerio Teofilatto.
A cura di Caterina
Pallaoro
a cura di Abcveneto