23 giugno:Tutti i colori del mondo. Il territorio di
Padova nelle immagini di Gioacchino Bragato
Venerdì 23 giugno 2006
ore 18.00 a Padova l'inaugurazione, Scuderie di Palazzo
Moroni
a cura di Abcveneto
Venerdì 23 giugno 2006 ore 18.00, la mostra sarà
presentata da Sergio Giorato, conservatore del Museo di
Arte Contemporanea "Dino Formaggio" di Teolo.
Precede lapertura della mostra una presentazione-recital
nel Cortile Pensile di Palazzo Moroni
Programma: ELIO PERUZZI eseguirà Per insegnanti
di uccelli, di anonimo per flauto diritto sopranino
solo
FILIPPO CRISPO interpreterà il concetto darte
con Teoria e prassi del demone di Federico Garcia
Lorca
GABRIELE FANTI reciterà Lelogio del pavano
di Angelo Beolco detto Ruzante
ELIO PERUZZI eseguirà Gospelsong, di anonimo
per sassofono contralto solo
seguirà la visita d'inaugurazione alla mostra
La mostra rimarrà aperta fino al 30 luglio 2006
Orario: 9.30-12.30, 16.00-19.00, lunedì chiuso,
ingresso libero
Per informazioni: Settore Attività Culturali -
Servizio Mostre
tel. 049/8204528
e-mail: infocultura@comune.padova.it
http://padovacultura.padovanet.it
Tutti i colori del mondo. Il territorio
di Padova nelle immagini di Gioacchino Bragato Padova,
Scuderie di Palazzo Moroni
24 giugno - 30 luglio 2006
LAssessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo
del Comune di Padova apre
al pubblico unantologica della produzione pittorica
di Gioacchino Bragato, un
artista il cui talento affonda le radici nella fertile
terra padovana, così
profondamente da costituire lispirazione e il significato
della sua stessa
arte.
La mostra, curata da Sergio Giorato, conservatore del
Museo di Arte
Contemporanea "Dino Formaggio" di Teolo, presenta
una quarantina di opere
accomunate da un unico tema: il territorio di Padova visto
attraverso gli
occhi incantati e il lirismo di Bragato che coglie angoli,
monumenti, edifici,
piante e scorci paesistici, molto noti o in alcuni casi
poco conosciuti,
isolandoli dal loro contesto abituale e immergendoli in
una nuova realtà.
Le opere esposte, oltre a rappresentare lattività
pluri decennale
dellartista, offrono anche la possibilità
di conoscere le varie tecniche
utilizzate da Bragato nel corso della sua carriera artistica:
pastelli,
tempere, oli, disegni a penna e inchiostro, incisioni,
acquerelli, collage e
misture di pigmenti ricavati da sostanze naturali, che
arricchiscono e
personalizzano la tavolozza dellartista.
Gioacchino Bragato è un pittore che non si è
formato presso scuole o
accademie. Sergio Giorato definisce larte di Bragato
come nata da un cuore
fanciullo che ha generato un universo magico, le cui immagini
appaiono ancora
non corrotte dal disincanto del mondo e quel che domina
è la gioia del colore,
è lo stravolgere le proporzioni nelle misure che
non rispettano la realtà
delle cose, bensì le attese del desiderio. Gioacchino
Bragato è rimasto
bambino e con le sue mani le stesse mani del fanciullo
che fin dalla tenera,
dura infanzia si curvava a togliere le erbacce nei vivai
della nativa Saonara,
o, alzatosi prima dellalba, imparava il mestiere
antico di plasmare il pane
per contribuire alle necessità della famiglia
compone ancora oggi impasti,
il cui succo trasferisce nei suoi quadri accesi dai colori
primari. Aduso a
comporre gli elementi ed a sperimentare le combinazioni
come ha sempre fatto
nella sua vita di cuoco, assemblando nel piatto il giallo
vangoghiano della
polenta con il color terra delle carni in umido
egli usa, ad esempio, lerba
dei prati, tritandola e pestandola per raccoglierne il
succo, per creare la
brillantezza dei colori suoi.
E par quasi che lo stesso corpo del mondo si trasferisca
nelle sue tele e
nelle sue tavole per ridarci la semplice bellezza delle
cose, lo scorrere
felice dello sguardo in questo eden terrestre che ci è
stato donato, e che il
sogno umano vorrebbe per sempre libero dal dolore e dalla
morte.
articolo prosegue sotto
Le immagini di Bragato si distinguono per quella freschezza
dello sguardo che non vede le brutture, per quel francescanesimo
gioioso che fa danzare i prati e i fiori e che dovrebbe
abitare nel cuore di coloro che riconoscono nel mondo,
in ogni evento e in ogni oggetto, anche il più
insignificante, la bellezza straordinaria di un dono che
non ci è dovuto se non a titolo di gratuità.
Ecco, pare tutto qui il segreto di questarte, di
queste rappresentazioni così amabili, leggere e
gaie insieme, che tanta critica assegna ad unarte
spontanea, nativa, originaria in una parola, naïf
che significa ingenua, priva di quelle sofisticazioni
di tanta accademia, ma che contiene nel classificarla
anche un giudizio riduttivo, come spesso capita allarte
che viene dal popolo, che si vuol relegare ad espressione
secondaria, marginale della cultura visiva. Ma noi sappiamo
che le immagini hanno una dignità che va oltre
le scuole e le classi sociali. Esse non si producono dal
nulla e non vivono nella purezza del pensiero teoretico
ma provengono dalla vita di tutti i giorni, salgono dalle
stanze quotidiane fino al piano nobile della ratio. Crescono
nellanimo come un pulmentum, un impasto fatto non
solo di idee e di pensieri, ma anche del nostro modo di
stare con gli uomini, sono animate dai ricordi, dalle
sofferenze e dalle predilezioni, assorbono gli umori della
psiche e della storia e, incontrandosi con la sapienza
delle mani, generano un mondo nuovo che parla direttamente
al cuore.
Tutti i colori del mondo. Il territorio di Padova nelle
immagini di Gioacchino Bragato, Padova, Scuderie di Palazzo
Moroni. La mostra rimarrà aperta fino al 30 luglio
2006. Orario: 9.30-12.30, 16.00-19.00, lunedì chiuso,
ingresso libero. Per informazioni: Settore Attività
Culturali - Servizio Mostre tel. 049/8204528, e-mail:
infocultura@comune.padova.it
Ulteriori informazioni, aggiornamenti e immagini: http://padovacultura.padovanet.it
a cura di Abcveneto