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Vittorio Veneto: i Pajetta l'eredità della pittura


GALLERIA CIVICA D'ARTE MEDIEVALE, MODERNA E CONTEMPORANEA VITTORIO EMANUELE II
Villa Croze, 24 giugno - 24 settembre 2006. A cura di Alberto Fiz, Giorgio Pajetta, Vittorino Pianca, Nico Stringa

a cura di Abcveneto

Attraverso un centinaio di dipinti particolarmente significativi la mostra documenta in sezioni distinte i diversi momenti della ricerca artistica dei cinque pittori che ha espresso la famiglia dei Pajetta dal 1809 (anno di nascita del pittore capostipite Paolo) al 1987 (anno della morte di Guido, artista della terza generazione).
L'interesse della mostra emerge nel racconto per immagini della vicenda - certo non unica, come testimonia la storia di altre famiglie venete di artisti quali i Rotta, Cadorin, Ciardi e Tito, ma rara - di questa famiglia che attraversa quasi due secoli di pittura e vive con i suoi artisti la nascita, lo sviluppo e la maturità di quel nuovo pensiero sull'arte che chiamiamo il moderno. Infatti la modernità nasce proprio ai primi dell'Ottocento in Europa - parallelamente in Italia e nel Veneto in particolare con connotazioni del tutto originali - si afferma nei secondi con la volontà degli artisti di essere nella realtà del proprio tempo e del proprio spazio con la loro individualità e passionalità immaginativa, esplode in modo sofferto e dirompente agli inizi del Novecento con la nascita delle avanguardie, raggiunge la piena maturità alla metà del nuovo secolo per poi esaurire la sua spinta propulsiva nella nuova figurazione del contemporaneo.

Gli artisti presentati nella mostra sono:


Paolo Pajetta (1809 - 1879)
Pietro Pajetta figlio di Paolo (1845 - 1911)
Mariano Pajetta figlio di Paolo (1851 - 1923)
Mario Paolo figlio di Mariano (1890 - 1977)
Guido Paolo Pajetta nipote di Paolo (1898 - 1987)

La mostra si articola nelle seguenti sezioni:

1. Paolo Pajetta, il primo e il secondo Ottocento tra Venezia e il Vittoriese.
A cura di Vittorino Pianca

Racconta la nascita e la crescita di una dinastia di pittori veneti che col suo capostipite Paolo inizia un percorso artistico e culturale che porta la figurazione, dal clima accademico e attraverso l'atmosfera di genere, verso la maturità di una straordinaria pittura del reale.

2. Pietro Pajetta, la poesia della realtà.
A cura di Nico Stringa

Questa sezione, corpo centrale della mostra, rappresenta la più compiuta pittura del secondo Ottocento veneto che vede, nella pittura di Pietro, l'abbandono dell'Accademia, l'adesione alle numerose tematiche espresse per scandagliare e raffigurare la realtà e alla fine del secolo un fugace avvicinamento al simbolismo di stampo europeo (nella grande tela di Pietro intitolata L'odio):
- La pittura di genere
- I racconti della vita contadina, del lavoro e del quotidiano
- Il ritratto
- La veduta
- Il paesaggio
- La raffigurazione degli animali
- Il simbolismo
- La pittura religiosa
- L'affresco.
La sezione esporrà, oltre alle opere già note, numerosi dipinti inediti provenienti da un ramo della famiglia che fino ad oggi aveva negato i prestiti e sarà arricchita da un'ampia documentazione storico-fotografica degli affreschi di chiese e palazzi privati.

3. Mariano Pajetta, l'eclettismo di fine Ottocento fra pittura e fotografia
A cura di Vittorino Pianca

Racconta la storia di un artista eclettico e tecnicamente molto dotato che dapprima segue le orme del padre Paolo dedicandosi alla pittura di genere e alla decorazione murale e in seguito, sovrastato dalla forte e affermata personalità del fratello maggiore Pietro, si dedica alla pittura applicata alla nascente fotografia.

3. Mario Paolo Pajetta fra Ottocento e Novecento a Verona.
A cura Francesca Costaperaria

Questa sezione racconta l'itinerario artistico di un pittore della terza generazione, Mario Paolo Pajetta, che dalla natia Genova si trasferisce dapprima a Venezia allievo di Luigi Nono, poi a Milano ed infine col padre Mariano a Verona dove diviene uno degli animatori culturali della città.
La figura di Mario Paolo Pajetta è tutta da scoprire, ma si sa di certo che ha dipinto a lungo nella sua bella casa con vista sul teatro romano, diventando una figura artistica molto apprezzata e amata dalla borghesia veronese.
La sua opera è molto legata alla tradizione familiare, rifiuta gli azzardi delle avanguardie, si colloca a cavallo tra Ottocento e Novecento ed è permeabile solo alle infiltrazioni della primissima modernità, quella legata ai post-impressionisti e in particolare alla scomposizione cezanniana della forma.
Il pittore eccelle nella grande forza espressiva dei numerosi ritratti di eminenti personaggi della borghesia veronese.
4. Guido Pajetta, l'inquietudine della modernità
A cura di Alberto Fiz

Guido Pajetta, nipote di Paolo e cugino di Mario chiude il ciclo generazionale e culturale dei Pajetta. Dopo l'iniziale formazione di tradizione ottocentesca, fra frequentazioni familiari (nonno e zii pittori veneti) e alunnato all'Accademia di Brera a Milano (allievo di Alciati), ha raggiunto fra lo scorcio degli anni Venti e l'esordio dei Trenta una propria identità moderna che si rafforza , dapprima con le frequentazioni, nell'ambito di Novecento, di Sironi, Bucci ed i Chiaristi, e in seguito con frequenti itinerari europei (in particolare parigini e londinesi).
La sua opera dagli anni Venti alla fine degli Ottanta è percorsa da una sorta di inquietudine della modernità che accompagna l'artista da posizioni post-cubiste e di fantasia surreale a un clima post-"fauve" ed infine, nella stagione creativa più matura, ad un incalzare d'intenzioni espressioniste di forte marcatura esistenziale.
Guido Pajetta rappresenta la punta estrema di quella tensione verso la modernità che già caratterizzava gli artisti veneti del secondo Ottocento e che in lui diventa una vera e propria inquietudine vissuta nell'attraversamento di tutto un secolo, il Novecento, grande e tragico.
Questa ultima sezione spiegherà come la pittura di guido Pajetta, pur nell'adesione ai nuovi richiami della modernità, manterrà sempre nella struttura della luce e del colore la sua elezione profondamente veneta.
La sezione descrive i diversi periodi della pittura di Guido Pajetta, in particolare:
- Gli anni 20 e l'influenza della tradizione familiare
- I primi anni 30, la frequentazione di Novecento italiano e l'influenza di Sironi
- I secondi anni 30 e gli anni 40, le esperienze surrealiste e tardo cubiste e gli itinerari francesi
- Gli anni 50-60 e la svolta espressionista
- Gli anni 70-80, gli acrilici e il colore nella nuova figurazione estrema e gestuale.
articolo prosegue sotto



Per informazioni sulla Mostra:

Galleria Civica d'arte Medievale, Moderna e Contemporanea Vittorio Emanuele II
Villa Croze, Viale della Vittoria 321, 31029 Vittorio Veneto (TV)
telefono: 0438.552905 - fax: 0438.946385
e-mail: galleria@galleriavittorio.it - sito: www.galleriavittorio.it
24 giugno - 24 settembre 2006
Orario: 9.30-12.30, 16-19 (lunedì chiuso)
Biglietto: € 5 biglietto unico per l'ingresso alla Mostra ed ai Musei Civici di Vittorio Veneto
€ 3 biglietto per l'ingresso alla sola Mostra
Gratuito per i gruppi scolastici e le persone di età inferiore ai 18 anni e superiore ai 60


Scalinata di Sant'Augusta - Serravalle

Vittorio Veneto - La città della Vittoria

La Città della Vittoria sorge a nord della provincia di Treviso, alle pendici delle Prealpi Trevigiane, diventando la porta di accesso alle Dolomiti in un paesaggio incontaminato, tra i laghi di Revine e della Val Lapisina, disseminati di suggestivi borghi, tutti da scoprire. La Città attuale nasce nel 1866 dall'unione di due antiche comunità, Ceneda, sede vescovile dall'VIII secolo, e Serravalle, feudo della Signoria Caminese e, più tardi, florido centro della Serenissima, dominata dall'antico Castrum. Fra i siti monumentali vittoriesi va menzionato l'intero centro di Serravalle, che costituisce il più importante nucleo medioevale-rinascimentale della Provincia di Treviso, giunto ad oggi pressoché intatto con i suoi suggestivi edifici civili e religiosi. Ceneda, patria di Lorenzo Da Ponte, librettista di Mozart, si raccoglie attorno alla Piazza, su cui guardano l'antico Municipio (oggi Museo della Battaglia), la Cattedrale, e il Seminario Vescovile che ospita il ricco Museo Diocesano d'Arte Sacra. L'aggregato urbano è dominato dal Castello di San Martino, sede vescovile dal 1962. Il centro dell'attuale Vittorio Veneto si sviluppa lungo un'asse viaria vivace ma ariosa, abbellita di ville primonovecentesche, circondate da giardini e parchi. Vittorio Veneto, importante sede di musei e di rassegne musicali nazionali ed internazionali, è stata insignita nel 2000 del titolo di Città d'Arte.

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