Dieci domande a... Paolo Menon
La Galleria Museale di Villa dei
Cedri di Valdobbiandene, ospita, in prima nazionale, la
Mostra Dei Tirsi Divini, evento artistico
- culturale legato alla storia del vino, che propone 30
opere dell'artista e scultore Paolo Menon, grazie alla
disponibilità del Comune di Valdobbiadene, il significativo
contributo della Regione del Veneto, il patrocinio della
Camera di Commercio I.A.A. di Treviso e della Provincia
di Treviso. Questi sono gli orari di apertura della mostra
dal 10 giugno al 20 settembre:sabato e domenica ore 16.00
- 20.00, dal 21 settembre al 17 dicembre: sabato e domenica
ore 15.00 - 19.00.
A cura di Abcveneto
Domanda:
Chi è stato ad aver l'idea di una mostra con
tema l'antica Grecia e Dioniso?
Risposta: L'idea nasce da una ricerca sui poeti
classici greci e latini sollecitatimi casualmente dalla
lettura di un'Ansa che annunciava qualche anno fa il ritrovamento
del tempio di Dioniso sui Monti Rodopi, ai confini tra
Bulgaria e Grecia, da parte di una spedizione di archeologi
bulgari.
La notizia non ha fatto scalpore, ma unita alla mia predilezione
per l'arte greco-romana e alla curiosità per "Le
Dionisiache" del poeta epico Nonno di Panopoli che
in seguito ho letto, ne ho tratto ispirazione per realizzare
30 rilievi pitto-scultorei, tra cui due stele, una pala,
alcuni piatti dogati, lo schienale di un soglio liturgico
e un portale immaginario del tempio. L'insieme delle opere,
ospitate a Valdobbiadene nelle splendide sale museali
di Villa dei Cedri e adibite a nuova galleria d'Arte contemporanea,
vuole evocare la sala dei riti dionisiaci ritrovata nell'antica
città di Perpèrikom.
Domanda: La mostra "Dei tirsi Divini"
è di per sè una storia del culto di Dioniso...
che cosa l'ha colpito di più di questo 'Dio'? Che
cosa ci può insegnare ancora oggi la sua figura
e la sua dottrina?
Risposta: Con questa mostra intendo raccontare
per immagini tridimensionali alcuni micro-tasselli di
storie antiche, soffermandomi di tanto in tanto sull'estetica
del culto dionisiaco che ho voluto interpretare ispirandomi
agli affreschi e ai pavimenti musivi ritrovati a Pompei,
Ercolano e Oplontis (oggi Castellammare di Stabbia). Per
fare ciò, ho dovuto imbastire le emozioni provate
nell'osservare la "modernità" di alcune
decorazioni parietali del tempo, col filo dell'ironia,
rispettare i canoni della bellezza rappresentandoli con
i colori spirituali del bronzo o "di bronzea serenità",
come scrive in catalogo il critico e storico dell'Arte
milanese, Giorgio Falossi.
Dioniso - o Bacco per l'antica Roma - tuttavia dev'essere
stato un "tipino" non così serenizzante
come potrebbe apparire a prima vista, soprattutto se preso
a sorsate generose durante i banchetti olimpici, o libando
assieme ai mortali che lo veneravano: un dio per così
dire spigoloso e sorprendentemente amabile, sospettoso
e affidabile, sensuale e crudele al tempo stesso. Insomma,
il dio del Tutto e dell'Opposto di tutto, come la vita
e la morte, la luce e l'ombra, il riso e il pianto, l'amore
e l'odio.
Cosa potrebbe insegnarci oggi un dio di questa fatta?
Forse molto o poco, non saprei
O, meglio, una lezione
potrebbe darcela: imparare a correre ai ripari dai cataclismi
provocati non più dall'ira degli dei, ma dall'arroganza
dell'uomo che crede di sostituirsi a lui.
Domanda:
Certi studiosi fanno dei paralleli tra Dioniso e la figura
del Cristo, lei cosa ne pensa? (Il "Soglio liturgico"
mi ha suggerito questa domanda...)
Risposta: Il loro pensiero è indubbiamente più
profondo e colto del mio. Io mi esprimo da artista. E
come scultore ho chiesto alla materia di assecondarmi
incondizionatamente nell'equazione che più mi stava
a cuore nell'elaborare i miei rilievi e cioè che
il Vino stesse al Sangue come il Tirso alla Croce. Non
voglio con ciò scandalizzare nessuno, semmai ricordare
che il Tirso era sì per i seguaci di Dioniso un
lungo e nodoso bastone inghirlandato d'edera, pampini,
pigne e quant'altro ostentasse gioia ai Baccanali per
festeggiare il dio dell'ebbrezza, ma il Tirso era pur
sempre un'arma, una vera e propria picca di guerra da
scagliare contro il nemico per trapassarlo a morte con
crudeltà. La stessa utilizzata per trafiggere le
carni di un uomo inchiodandolo al legno di una croce.
Ecco perché la profanità e la sacralità
delle figure di Dioniso e di Cristo hanno in un certo
senso catturato le mie emozioni per restituirle nei miei
lavori. In ogni caso, il parallelismo delle due Figure
mi ha spronato a modellare, evocando i colori bronzei
della preghiera sia il "Soglio liturgico", simbolo
terreno di chi rappresenta Dio e la comunità dei
suoi fedeli sia il pannello "Da Dioniso a Cristo"
con cui ho voluto esplicitare un linguaggio segnico più
narrativo sul loro straordinario parallelismo.
Domanda: Valdobbiadene è una città
piccola fra splendide montagne dolci come colline, ma
molto aperta nei confronti della cultura e dell'arte,
che differenze ha trovato rispetto a una metropoli, come
Milano, per esempio, nell'allestire e studiare una mostra
qui fra le colline del Prosecco?
Risposta: Ritengo che Milano, come altre grandi
metropoli abituate a ospitare intellettuali e artisti
da ogni dove e di ogni spessore, faccia meno fatica perché
allenata a ottenere consensi e mecenatismo per creare
più risonanza mediatica sugli eventi rispetto alle
città più piccole di provincia. Milano,
non da ultimo, è anche la capitale dell'editoria
e della comunicazione
E questa la dice lunga. Vien
da sé però che Valdobbiadene sia la capitale
del Prosecco e del benessere e sia una città che
sta dimostrando - ne sono convinto - grande sensibilità
e aperture culturali, passione per le arti e ambizioni
progettuali lungimiranti. Una piccola città può
dunque avere grandi risorse umane, produttive ed economiche
da spendere e su cui investire. Quanto alla mia scelta
di esporre a Valdobbiadene rispetto ad altre città
che mi avevano precedentemente invitato a farlo, è
perché desidero anch'io contribuire ad attirare
l'attenzione più generale sull'importanza del connubio
tra Arte e Vino in un territorio, come quello collinare
del Prosecco, fra i più belli e più vocati
d'Italia.
Domanda: Nelle sculture in esposizione si intravedono
molte tracce di Surrealismo, se mi è concesso chiamarle
tracce... secondo lei un artista deve sempre provocare?
Per allargare il concetto, qual è la funzione dell'arte?
Che cosa deve dare a chi ne è spettatore?
Risposta: Se l'arte non provocasse emozioni -
e per emozioni intendo qualsiasi tipo di reazione che
un'opera può sollecitare in chi la sta osservando
- farei bene a cambiare mestiere. L'arte deve necessariamente
fare riflettere sui temi della vita con spirito critico,
ironico, nuovo e libero. Quanto alle "molte tracce"
di surrealismo che lei ha notato nei miei lavori, non
posso che assecondarla, incoraggiandola a intravederne
altre
Ogni traccia, in fondo, è segno di
un passaggio e dunque di una presenza diversa dalla mia
ombra
Mi lusinga scoprire di "camminare"
in compagnia dei grandi maestri del Surrealismo che spesso
ho amato da giovane e che continuano ad interessarmi.
Domanda: Che cosa pensa del vino? Le piace berlo?
Ha importanza nella sua ispirazione un buon bicchiere
di vino?
Risposta: Chi non beve un'"ombra" in
compagnia non sa gustare la vita: un buon bicchiere di
vino è salute, aggregazione, aiuta la meditazione,
stimola la creatività. La convinzione di Folon,
poeta-disegnatore, è che "il vino e l'arte
abbiano un rapporto profondo, perché nascono dalla
passione e dalla dedizione" e che "entrambi
richiedono grande pazienza". Faccio mie le parole
del grande artista belga, recentemente scomparso, per
rispondere alla sua domanda; anzi, mi fa piacere ricordarlo
in questa circostanza.
Domanda: Questa mostra "Dei tirsi Divini"
durerà fino a dicembre...per caso avrà un
seguito? Voglio dire, le faccio una domanda surrealista:
se alcuni produttori di vino decidessero di creare delle
riproduzioni delle sue opere e inserirle a mo' di etichetta
(ma di cui chiaramente sia data informazione che non è
una semplice etichetta, ma uno sposalizio di mezzi di
comunicazione) che cosa direbbe? Le piacerebbe l'idea?
Risposta: Nulla in contrario, anzi, sostengo che
l'etichetta d'arte quando si presta a illustrare le qualità
di un vino sia, rispetto ad altre vestite comunque di
eleganza grafica, più suadente agli occhi del consumatore.
Preferirei però che il vignaiolo illuminato e appassionato
d'arte acquisisse fra le tante l'opera che più
gli assomigli nello spirito: quello con cui, in fondo,
ha creato o sta creando il "suo" vino.
Domanda: Di tutte queste sculture, ce n'è
una in particolare da cui non si separerebbe mai?
Risposta: Sì, quella che non ho ancora
abbozzato!
Domanda: Si pensa che ogni artista abbia un padre
ispiratore, qualcuno che l'ha messo sul cammino dell'arte...
se anche per lei è così, chi è stato
colui?
Risposta: Diversi "padri" dell'arte
contemporanea mi hanno donato uno specchio per guardarmi
dentro prima di esprimermi con qualsiasi mezzo; mi ritengo
perciò fortunato. Devo comunque riconoscere che
l'ispirazione nasce soprattutto quando guardo alle opere
e al genio dei maestri del Rinascimento.
Domanda:
adesso la decima domanda, facciamo sempre dieci domande...
Sfogliando il catalogo si ha giustamente l'idea del profondo
studio che sta dietro a questa mostra, uno studio che
non è solo pura erudizione, ma anche ricerca esaustiva
di un legame fra testi antichi e appunto vino applicati
all'arte, il tutto si inserisce alla perfezione nel 'Forum
degli spumanti d'Italia 2006'. Ci sembra questo un approccio
molto bello e anche un suggerimento profondo di soluzione
all'eterno conflitto tra mondo del lavoro e mondo della
scuola, lei cosa ne pensa? Potrebbe appunto essere questa
una soluzione applicabile per rendere il mondo della scuola,
molto teorico,più vicino al mondo del lavoro e
viceversa, uno stimolo per quelle scuole ultraspecialistiche
dove le materie artistiche letterarie sono di secondo
e terzo piano rispetto ad altre materie più utili?
(non per fare nomi, perché c'è sempre l'eccezione
ma in genere in scuole tipo un alberghiero le materie
letterarie sono...le ancelle della situazione).
Risposta: Il Forum degli Spumanti d'Italia è
una vetrina nazionale e internazionale davvero speciale
per il vino che dev'essere fatto ad arte senza perdere
di vista sia le più raffinate tecnologie di domani
sia le migliori tradizioni enoiche di ieri. Ritengo che
il Forum di Valdobbiadene sia una naturale sede espositiva,
un ideale proscenio per esporre idee e metabolizzare cultura
vitivinicola. Ma anche, me lo lasci dire, la migliore
galleria d'arte per chi come me ha realizzato e ha nel
cuore progetti di pittura e scultura bacchiche.
Penso perciò, rispondendo all'ultima parte della
domanda, che gli studenti delle scuole medie inferiori
e superiori, professionali e licei possano trovare motivo
di interesse e curiosità per la mitologia classica
greco-romana, prendendo spunto - perché no? - anche
da qualche mio lavoro.
Credo che i giovani siano molto sensibili al fascino della
bellezza e ad apprendere con l'ausilio dell'arte il senso
di alcuni personaggi mitologici che raramente animano
le loro fantasie prima ancora di animare la volontà
di studiarli.
Il mio auspicio, perciò, è di curiosare
nel Mito bacchico, attraverso il filtro dell'ironia, con
totale libertà critica sia da parte degli studenti
che dei loro insegnanti. Probabilmente qualcuno strizzerà
l'occhio alla bella Ebe, altri vorranno brandire come
le Baccanti i tirsi "divini". L'importante è
riuscire a buttare un seme sulla terra, in assenza di
vento e aldilà delle pietre.
Prenotazione per gruppi e scuole, incontri con lautore
e laboratori di studio: giorni ed orari concordati. www.deitirsidivini.it
Patrocinio di Camera di Commercio di Treviso e Provincia
di Treviso. Informazioni, prenotazioni e segreteria: Altamarca
- Villa dei Cedri
Valdobbiadene - Treviso, Tel. 0423.971999 - 0423.972372,
fax 0423.975510 - altamarca@altamarca.it
A cura di Abcveneto
a cura di Abcveneto