Vittorio Veneto: "Donne di pianura"
a cura di Abcveneto
ASSOCIAZIONE AMICI DEL CASTRUM con il sostegno
della Regione Veneto, Provincia di Treviso e Comune di Vittorio
Veneto presenta in PRIMA ESTIVA LUNEDI 17 LUGLIO 2006
ore 21:30 PIERANGELA ALLEGRO - MICHELE SAMBIN
DONNE DI PIANURA" PLAY CONCERT
da "La pena e l'oblio" di Luigi Monteleone.
Regia e suoni Michele Sambin. Produzione TAM TEATROMUSICA.
Immagine e suono Tam Teatromusica rivela fin dai suoi
esordi un interesse spiccato per la ricerca sul linguaggio.
Quel Teatromusica, che sceglie di mettere persino nel
proprio nome, diventa
oltreché linguaggio espressivo, espressione di
un pensiero, nel quale
risiede lostinata fiducia in un teatro astratto
che non descrive stati
danimo ma li provoca.
Teatromusica è un linguaggio che procede per accumulo
di segni. Segni che
sono per la maggior parte appartenenti alla sfera dellastrazione,
sono
astratti nel senso di essenziali semplici emblematici,
ma soprattutto non
psicologici.
Questi segni contengono una profonda relazione con il
mondo reale solo che
lo trasformano, spesso lo rovesciano, lo ricreano, anziché
descriverlo.
Teatromusica ha origine da una forma di pensiero che
elabora il piano visivo
e quello sonoro in modo sincronico.
Spesso allinterno di un unico interprete si compone
suono e gesto generando
così anche la nascita di corpi scenici molto particolari
non attori né
danzatori ma piuttosto presenze performative.
Questo linguaggio può costruire un teatro di visione
e di ascolto che, come
larte visiva o la musica è inesauribile,
perché lì si delineano forme che
aprono limmaginazione.
È un linguaggio che contribuisce ad allargare
i confini di ciò che viene
considerato teatro, che sposta in avanti i limiti di narrazione
drammaturgia
e regia e che pensa in nuovi termini anche il rapporto
tra scena e
spettatore.
Il pensiero di Pierangela Allegro
Il rapporto tra parola e musica è un rapporto
d'amore. Ma non solo.
In dinamica conraddizione il loro destino è cercarsi,
ritrovarsi,
colloquiare, stridere, confondersi.
Rispettare la musica, rispettare la parola, non come due
atleti in
forsennata ricerca di reciproci primati, ma come due momenti
vitali alla
ricerca di calore, di esaltazione generosa, di gioia.
Le parole di Luigi Monteleone si scagliano o galleggiano
su tessuti sonori,
in essi si con-fondono e da essi emergono con prepotenza.
Nell'alternarsi di
parole crude, forti, violente e parole intime, quasi inconfessabili
dell'autore, è racchiuso un luogo (Dolo e la riviera
del Brenta) e un tempo
(tra il '40 e il '70).
Ironia, realtà, poesia, violenza, le parole sanno
dirle.
A questo gioco la musica non si sottrae. Anzi.
"La pena e l'oblio" di Luigi Monteleone
Di questo libro, Antonio Tabucchi dice: "Un racconto
in cui luoghi e
personaggi si intrecciano come in un romanzo. Qui è
l'universo bieco,
risibile e tragico di una provincia italiana concreta
e realistica come in
un dipinto di Brueghel e allo stesso tempo così
astratta da sembrare un
luogo dell'anima. Questo universo dell'infamia e dell'oblio
fatto di
carnalità, di passione di lombi, di pazzia e di
bestemmia evade a poco a
poco da precisi confini spazio-temporali per divenire
metafora della
condizione umana. È così che che l'odio,
il rancore e i veleni che
trascinano alla distruzione i personaggi di questo memorabile
libro, si
trasformano in una bizzarra melodia, quasi un canto acutissimo
e
insostenibile che dice la pena e la pietà."
Luigi Monteleone
nasce a Napoli nel 1920. Si laurea a Padova nel 1943.
Da subito si
trasferisce sulla riviera del Brenta, a Dolo, dove svolge
anche la
professione del medico.
Pubblica il suo primo libr "Il signorino" nel
'73 e sempre con la Bompiani,
nel '74, "La bestia controvento". Nel 1989 Feltrinelli
pubblica "La pena e
l'oblio" che gli vale il premio narrativa di Bergamo.
Ha scritto numerosi
saggi. Muore nell'ottobre 2004.
"Le parole muovono assieme al tempo, in ogni luogo
del mondo e non muoiono.
Quando giungono al silenzio esse sono ancora parole e
quando fanno trama e
si apprestano a coesistere, sonanti o dissonanti, pur
robuste, si spezzano,
cadono e si rialzano, marciscono per rinascere e in perenne
movimento ci
assaltano e lacerano. Ad un punto preciso, con le parole
esiste anche la
quiete."
Luigi Monteleone
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