Noale e Portogruaro: serata d'addio per Paolo Villaggio
È in corso la prevendita dei biglietti per un
appuntamento d'eccezione programmato nell'ambito dei
progetti estivi promossi e realizzati dalle Amministrazioni
Comunali interessate con il sostegno dell'Assessorato
alla Cultura della Provincia di Venezia e organizzato
dal Circuito Teatrale Regionale Arteven.
a cura di Abcveneto
Si tratta delle due UNICHE DATE IN VENETO del nuovo spettacolo
SERATA D'ADDIO di e con PAOLO VILLAGGIO, che ha debuttato
con successo il 22 luglio scorso in Lazio nell'ambito
di "Vulci Festival - Notti di Musica e Teatro".
Il grande mattatore della scena italiana sarà il
3 agosto alla Rocca dei Tempesta di NOALE e il 4 agosto
nel Parco della Villa Comunale di PORTOGRUARO. SERATA
D'ADDIO ovvero tre pezzi di bravura per un solo attore,
come si dice di solito. In questo caso si potrebbe parlare
anche di autore. Villaggio drammaturgo ci propone infatti,
dopo averli fatti propri mediandoli con il suo stile inconfondibile,
tre atti unici suggeriti dalle opere di due giganti del
teatro che, con il suo tocco, si trasformano in: "Il
fumo uccide" (ispirato a "Il tabacco fa male"
di Anton Cechov), "Una vita all'asta" (ispirato
a "Il canto del cigno" di Anton Cechov) e "L'ultima
fidanzata" (ispirato a "L'uomo dal fiore in
bocca" di Luigi Pirandello). Sono la disperazione,
la ribellione e la solitudine di un uomo, ma allo stesso
tempo la sua trascinante carica comica e grottesca, il
filo conduttore e l'anima di questi tre momenti, di queste
tre situazioni. Tre uomini e uno solo allo stesso tempo.
Tre individui che sembrano incarnarsi e vivere con straordinaria
intensità nell'attore stesso che li adotta e li
anima, con formidabile immedesimazione, come fossero schegge
impazzite della propria esperienza umana. Inizio spettacoli
ore 21.15.
PREVENDITE: Circuito www.vivaticket.it by Charta
PER NOALE Biglietto unico € 12,00. PREVENDITA anche
presso Edicola Rossetto (piazza Castello, Noale tel. 041.4433485)
- Ufficio Informazioni (Villa principe Pio, Via Don Minzoni
- Mira, tel. 041.4266545). INFO NOALE: 041.5897248-68
/ 041.442320 / 041.4266545 /
PER PORTOGRUARO: Biglietto intero € 12,00 - carta
d'argento € 8,00. Ingresso gratuito per ragazzi fino
ai 10 anni. PREVENDITA anche presso Negozio L'Ottico (Via
Carneo 11 - Concordia Sagittaria) ore 9.00 - 12.30 / 16.00
- 19.30, chiuso lunedì pomeriggio. INFO PORTOGRUARO:
0421.277282 - 348.2617769
VENDITA la sera stessa dalle ore 20 nel luogo di spettacolo.
www.provincia.venezia.it/eventiculturali / www.arteven.it
SCHEDA DETTAGLIATA SUI PEZZI IN PROGRAMMA
PAOLO VILLAGGIO
in
"Serata d'addio"
di Paolo Villaggio
"Il fumo uccide"
ispirato a "Il tabacco fa male" di Anton Cechov
"Una vita all'asta"
ispirato a "Il canto del cigno" di Anton Cechov
"L'ultima fidanzata"
ispirato a "L'uomo dal fiore in bocca" di Luigi
Pirandello
"Il fumo uccide"
A sipario chiuso si spengono le luci in sala e, da dietro
le quinte, si sente sommessa la voce del protagonista
che rassicura la moglie sull'esito e l'efficacia del suo
monologo antifumo, antialcol, e antidroghe varie. La voce
della moglie non si sente mai, ma solo la voce angosciata
e per nulla rassicurante del poveretto, che sembra decisamente
succube della donna. A proscenio, compare il protagonista.
Indossa un frac molto elegante, si presenta al pubblico,
che chiamerà "spettabile pubblico" e
comincia il suo monologo. Dice che è un ex tabagista
e spiega quali sono i terribili danno del fumo. Ogni tanto,
sommessamente, si rivolge alla quinta di destra dove "c'è"
la moglie in agguato, pronta a fargli passare dei brutti
momenti. Dirà quindi spesso: "Va bene così
vero? Come sto andando?" insomma sembra che più
che a ricevere l'approvazione del pubblico, lo interessi
convincere quella belva umana che lo sta controllando.
Poi sempre monologando con il pubblico scende in sala
e il suo rapporto con la moglie va a calare, fino al punto
che quando è sicuro di non essere più aggredito,
comincia a pietire boccate di sigarette e una "pompata"
a collo di whisky canadese. Insomma, perde ogni ritegno
e riconosce che alcolisti, fumatori accaniti si rimane
per tutta la vita. Alla fine da al pubblico un'immagine
di sé penosissima. Esce dal fondo dopo aver mandato
al diavolo la moglie. Si capisce che per quel disgraziato
c'è in agguato un futuro senza denaro, senza lavoro
e, purtroppo, con una terribile dipendenza da quei vizi
di cui non è mai riuscito a liberarsi. Rientra
dalla tenda a fondo sala, o da una porticina laterale,
con le luci in sala, e scompare.
"Una vita all'asta"
Si apre il sipario, in una mezza luce che poi si fa più
intensa, c'è lo stesso protagonista senza la giacca
del frac, ma solo con lo sparato e con la schiena nuda.
E' sdraiato su una grande poltrona di cuoio con le rotelle.
In un palcoscenico polveroso c'è la grossa buca
del suggeritore che non si vedrà e non si sentirà
mai. E' quello di sempre, di tutta la sua carriera teatrale.
Sparsi disordinatamente sul palcoscenico ci sono vari
oggetti, che stanno per essere venduti all'asta dalla
voce di un banditore che non si vede. Lui spiega che quella
non è una serata d'addio, non è uno spettacolo
nel quale lui si esibirà, ma semplicemente la sua
ultima comparsa in un palcoscenico di teatro. "Vedete
- spiega - sto vendendo le poche cose che mi sono rimaste
alla fine di una lunga carriera".
Tutte le volte che la voce del banditore mette all'asta
degli oggetti, che possono essere vasi, il lampadario
del teatro, costumi di scena, ecc. lui ricorda un episodio
della sua vita in teatro legato a quell'oggetto. Polemizza
anche con il suggeritore in buca (sempre invisibile e
muto), perché mentre a lui ogni oggetto lo emoziona,
si commuove infatti per momenti di trionfo e si umilia
per serate con un pubblico feroce, per papere clamorose
ecc
, il suggeritore rimane impassibile come se non
gli importasse nulla. Alla fine, terminata l'asta, quando
gli portano via anche la poltrona dove è seduto
e sulla quale aveva recitato l'avaro di Molière,
si rivolge al pubblico: "Grazie signori per la vostra
pazienza e per avermi sopportato in questa rivisitazione
dei miei ricordi". Ma prima di uscire si rivolge
a quel suggeritore maledetto e, con una punta di commozione,
gli dice: "Ciao stronzo. Sei l'unico che non ti sei
mai commosso".
"L'ultima fidanzata"
Seduto su una panchina, all'uscita della metropolitana
vicino al Colosseo a Roma, il solito protagonista vestito
in modo dimesso. Sembra che cerchi disperatamente di fermare
chi esce dalla metro. "Scusi signore! Mi permette?....
ehi lei, là in fondo!... Signor vigile?" nessuno
gli risponde. Allora si rivolge al pubblico in sala: "Vi
rendete conto di quanto feroci siano i cattolici che da,
ahimè, troppo tempo, si sono dimenticati di essere
dei buoni cristiani? E l'amore per il prossimo? E il discorso
della montagna di Gesù? "Ama il prossimo tuo
come te stesso?"
" Ad un certo punto si
rivolge perfino ad un cavallo che tira una carrozzella.
E qui spiega al pubblico perché avrebbe bisogno
di essere confortato. Un medico suo amico gli ha appena
detto che ha una brutta malattia ad un polmone. Racconta:
"Quanto mi resta da vivere? - chiede fingendo molto
coraggio". Il medico senza guardarlo negli occhi
e mentre gli scrive il referto alza l'indice della mano
sinistra. E lui, "Un anno?" il medico scuote
la testa, "Un mese?" fa lui angosciato, e il
medico: "Si, ciccia!". Lui capisce che ha una
sola settimana di vita. Spara un cazzotto con rabbia sul
naso del dottore e va via senza pagare il conto. Ma qui
spiega al pubblico che quella notizia terribile, invece
di buttarlo in uno stato di prostrazione profonda, lo
libera da tutte le sue paure: l'insuccesso, la mancanza
di una grande storia d'amore. Capisce che si è
liberato di una famiglia ormai insopportabile. Insomma,
non è certo felice, ma si è liberato di
tutto. Racconta poi di come ha cercato di farsi convincere
dell'esistenza di una vita dopo la morte contattando un
grande psicologo, poi il capo di un monastero sulle colline
della città e, infine, buttandosi a leggere libri
sacri e scientifici nei quali c'è scritto che l'anima
dell'uomo sopravvive alla morte del corpo. Racconta al
pubblico che in questo suo girovagare, lui che era vigliacco,
è diventato coraggioso, racconta anche che lui,
in questa nuova condizione, riesce quasi a fare innamorare
una ragazza bella e intelligente. Al punto che la ragazza
gli dice: "Lo sai che io vorrei fare un figlio con
te? E anche se sei vecchio vivere al tuo fianco tutta
la vita? Sei d'accordo?". Si rivolge al pubblico:
"Non le ho neppure risposto e l'ho lasciata inebetita".
"Vabbè - conclude - ora vi devo salutare,
ma prima vi devo dire che mi sono liberato, soprattutto,
della paura più grande che ha un uomo: quella della
morte". Esce di quinta, e poi rientra: "Si però
con voi voglio essere molto sincero. Domani mattina devo
fare una risonanza magnetica, una TAC e tutti gli esami
ematici. Perché io, di morire fra una settimana,
non ci penso proprio!".
L'iniziativa è realizzata nell'ambito dell'Accordo
di Programma tra la Regione del Veneto e la Provincia
di Venezia.
a cura di Abcveneto