Treviso: le gioie del ricamo
Se nei giorni scorsi siete passati
davanti a Ca' dei Carraresi, dalle parti della pescheria
di Treviso, e avete osservato con attenzione la saletta
al piano terra, avrete visto appese alle finestre delle
tende
speciali. Delle tende ricamate. La nostra curiosità
ci ha spinti ad entrare, a spiare i lavori delle ricamatrici
di una scuola che si chiama proprio così: Le gioie
del ricamo. La mostra - rimasta aperta dal 16 al 26 giugno
- ha avuto moltissime visitatrici e persino dei visitatori.
Questo significa che il ricamo d'arte attrae ancora, nonostante
richieda lunghi tempi di lavoro e una grande pazienza
nell'esecuzione, aspetti che mal si conciliano con i ritmi
- talora asfissianti - del lavoro quotidiano. Eppure queste
signore, che amano ricamare, non demordono.
A cura di Vanna Antiga
Faccio conoscenza con la "maestra", e subito
penso che questa parola - poco usata, o usata in modo
improprio - ben si adatta a chi, come appunto la signora
Ilda, trasmette alle sue allieve i segreti di un'arte
raffinata, elegantissima, dove il colore quasi del tutto
dominante è il bianco, delle tele e del filo, sostituito
al massimo da un tenero ecrù.
Ilda Carlesso Barzi, di Candelù di Maserada, è
da sempre legata, per lavoro e per passione, al mondo
dei tessuti e della sartoria. Ha coltivato nel tempo uno
speciale interesse per il ricamo, approfondendone le diverse
tecniche e impegnandosi a trasmetterle a chi condivide
il suo stesso amore per il ricamo artistico.
Le rivolgiamo alcune domande.
Come si è avvicinata a questo mondo?
Importante è stata, nella mia formazione, l'amicizia
con nonna Maria, dedicataria di tutte le mostre, un'anziana
vicina (ora ultranovantenne) che per una vita ha lavorato
in modo magistrale la rete per il filet mòdano
(una rete di filo di cotone che si crea come le reti da
pesca e sulla quale si ricamano poi figure di ogni genere,
molto in voga nel primo Novecento) e che mi ha insegnato
la tecnica. L'affinamento delle altre tecniche è
avvenuto invece nella scuola Ricami e legami di Udine,
fondata e condotta da Antonietta Monzo Menossi, tuttora
molto impegnata nella promozione e tutela dell'attività
di ricamo. Antonietta svolge infatti attività di
insegnamento e ricerca, collabora da anni con Rakam, ed
è ideatrice del Centro italiano tutela del ricamo.
In che modo è nata l'idea di avviare una scuola
di ricamo?
Gli insegnamenti di Udine hanno generato in me l'entusiasmo
per raccogliere un gruppo "informale" di amiche
e conoscenti appassionate di ricamo, gruppo che da anni
si riunisce ogni settimana a Candelù: ogni ricamatrice
progetta e realizza i propri lavori chiedendomi consigli
per l'esecuzione. Alcune mostre nella Marca hanno dato
visibilità all'attività di questo gruppo,
che si identifica appunto nel nome Le gioie del ricamo,
tanto da attirare l'attenzione degli amministratori del
Comune di Treviso e del sindaco di Villorba, che nel 2003
ha offerto il patrocinio del Comune per una mostra e ha
poi sostenuto la nascita della scuola Le gioie del ricamo,
ora ospitata nei locali della Pro Loco.
Come si svolge l'attività corsistica?
I corsi si svolgono dal 2003, nel periodo tra settembre-ottobre
e maggio-giugno, e sono articolati in cicli di sei lezioni
settimanali dedicate ad una precisa tecnica. L'orario
è pomeridiano (15.00 /18.00) o serale (20.00/23.00),
secondo le esigenze delle partecipanti. E' sempre possibile
inserirsi nel gruppo di lavoro, anche per le principianti
che vogliano imparare i punti più semplici: in
questo caso l'attività della serata si diversifica
e ogni gruppetto di lavoro procede in parallelo agli altri
con indicazioni specifiche. I corsi si svolgono nei locali
della Pro Loco, presso la biblioteca comunale di Villorba.
Quali sono le tecniche di ricamo che vengono insegnate?
Nell'arco dei tre anni di attività della scuola
sono state affrontate le tecniche di sfilatura, hardanger
(un tipo di ricamo norvegese, di qui il nome, probabilmente
appreso dai veneziani nel '500), reticello (si lavora
riempiendo piccoli moduli quadrati sfilati con motivi
di varia foggia realizzati con minuscoli punti festone),
ricamo d'Assia (prende il nome dalla regione tedesca e
ne ripropone i motivi decorativi tradizionali e simbolici:
sole, melograno, tulipano, cuore
), punto antico,
tradizionale e rivisitato, ricamo su rete.
Per la prossima stagione è in calendario un corso
sulla realizzazione della rete per il filet mòdano.
Ci può dire qualcosa sulle mostre?
Tutte le mostre hanno il carattere esclusivo di esposizione
e non di mostra mercato: le ricamatrici presentano i propri
lavori, ne sono molto fiere ma non intendono separarsene
(ciascuno ha, per chi lo ha realizzato, un valore ben
superiore a una, per altro difficile, valutazione di mercato).
Scopo delle iniziative è far conoscere e promuovere
l'attività di ricamo artistico.
Il gruppo Le gioie del ricamo ha esposto le proprie creazioni,
a partire dal 2001, nel trevigiano (Treviso, Varago, Candelù,
Villorba, Roncade).
Inoltre i lavori della scuola (e quelli di nonna Maria)
sono stati più volte pubblicati dal mensile Ricamo
italiano; i lavori della mostra 2006 saranno pubblicati
da Ricamo italiano e da Rakam.
Sono previsti convegni, o comunque meeting nazionali,
relativi all'arte del ricamo?
Sì. Il gruppo Le gioie del ricamo ha partecipato
al primo convegno nazionale delle ricamatrici e merlettaie
(Udine - 1 dicembre 2005), indetto per valorizzare l'artigianato
femminile e esaminare le possibilità legislative
per il riconoscimento giuridico della figura artigianale
della "Maestra di ricamo" e della "Maestra
di tombolo" (promosso dalla provincia di Udine).
Erano presenti, fra gli altri, gli amministratori provinciali,
la dott. Davanzo Poli, storica dell'arte e della paleografia
docente all'Università di Venezia ed esperta di
storia del ricamo, la dott. Valoppi Basso, direttrice
del museo etnografico di Tolmezzo, il dott. Michelotti,
presidente del Centro Italiano Tutela del Ricamo e direttore
della rivista Ricamo italiano, la dott. Slepoj, sostenitrice
delle qualità terapeutiche e psicologicamente positive
dell'arte del ricamo.
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Chi è interessato ad avere ulteriori informazioni
può contattarmi direttamente al numero 0422 686139.
A cura di Vanna Antiga
a cura di Abcveneto