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rubrica

L'Ora di Religione: Storia dell'Archivio Segreto Vaticano


Prima Parte Dalle origini della Chiesa al VI secolo


A cura di Caterina Pallaoro

La Chiesa ha avuto cura della sua storia fin dai tempi apostolici delle scritture che ne attestavano la presenza e l'attività nel mondo. Era, questa, necessità essenziale della sua organizzazione, oltre che un bisogno inerente alla sua stessa natura e missione: conservare le memorie non solo per tramandarle ai posteri, ma anche per mantenere vivo un legame con le origini e soprattutto con il Fondatore.
Non ci sono giunte tuttavia testimonianze dirette sull'esistenza di un archivio della Chiesa romana durante i primi tre secoli. Quelle che solitamente si adducono sono tutte indirette, desunte da alcuni testi di Tertulliano, di Eusebio di Casarea, dal Liber Pontificalis, da san Gerolamo ed altri, testimonianze che riportano notizie relative anche all'organizzazione della comunità cristiana di Roma nei primi tempi.
Sono notizie e dati che si riferiscono per esempio alla pratica delle offerte spontanee e alle loro destinazioni, al vescovo, al clero, ai benefattori, ai martiri, al numero e alle liste (matriculae) dei poveri e degli assistiti agli elenchi delle Chiese con le quali erano state scambiate lettere di comunione; informazioni preziose, provenienti ovviamente da fonti documentarie preesistenti, conservate e custodite dalle comunità ecclesiali.
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Il cristianesimo, ormai liberato dai legami del mondo giudaico, quando si affaccia sulla scena del mondo romano s'incarna, più meno consapevolmente, nelle realtà sociali e culturali che incontra nel suo cammino di evangelizzazione. Così a poco a poco l'organizzazione ecclesiastica si modella sulla divisione dell'impero in “province” e “diocesi”. Punto di riferimento per tuti i vescovi è la Chiesa di Roma, il cui vescovo è riconosciuto primate della Chiesa cattolica “a motivo della sua alta autorità”, derivatagli dall'essere il successore di Pietro. Lo stesso diritto romano, per quanto riguarda il nostro tema, l'uso e la conservazione dei documenti pubblici e privati, degli atti, delle scritture, delle memorie, s'inserisce nell'assetto dottrinale, giuridico, pastorale che la Chiesa stava per darsi. E' nota inoltre l'importanza che si attribuiva all'archivio o “tabularium” nell'ambito del mondo romano e in genere delle antiche civiltà.
In un contesto simile la Chiesa non poté che dedicarsi alla conservazione delle testimonianze della sua opera evangelizzatrice, caritativa e amministrativa, custodendo le Sacri Scritture, i testi dottrinali, le testimonianze epistolari, gli atti dei sinodi, le memorie dei martiri ed in genere tutta la documentazione relativa al suo governo spirituale e temporale.
E' indubbio quindi che la Chiesa di Roma possedesse un suo “archivio-biblioteca”, come era nella tradizione dei tempi. Ma di questa documentazione conservata dalla Chiesa fino agli inizi del IV secolo non è rimasto quasi nulla – se si eccettuano pochi residui da biblioteche non romane e ciò principalmente a motivo della persecuzione dell'imperatore Diocleziano (284-305), il quale nel 303 ordina di distruggere le scritture della Chiesa. Ce ne informa anche Eusebio da Cesarea: “Con gli occhi nostri abbiamo visto le case della preghiera rase al suolo e distrutto sin dalle fondamenta, bruciati in mezzo alle piazze i sacri libri delle divine scritture, i pastori delle Chiese alcuni occultati qua e là, altri ignominiosamente catturati ed esposti al ludibrio dei nemici. “ E' risaputa infatti la violenza con la quale con la quale Diocleziano , dal 303 al 305 cercò di annientare la religione cristiana; la testimonianza di Eusebio solo in parte documentata il fatto, in quanto essa si riferisce unicamente al primo dei quattro editti emanati dall'imperatore contro i cristiani.
Così, in questo clima di persecuzione, le Chiese dell'impero, ad esclusione di quelle della Gallia, persero purtroppo moltissimo del loro patrimonio documentario.
Più consistenti si fanno, dal secolo IV in poi, le testimonianze sulla conservazione del patrimonio archivistico, (che presuppongono quindi l'esistenza di un archivio). D'altronde ci troviamo in un periodo più favorevole al cristianesimo. Con la pace concessa alla Chiesa nell'anno 313 da Costantino (307-337), dopo che l'impero occidente ebbe trovato la sua unità, il cristianesimo uscì dalla clandestinità; alla Chiesa fu riconosciuto uno stato giuridico privilegiato riservato precedentemente alla religione pagana.

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Bibliografia-www.vaticano.va/library-archives/

A cura di Caterina Pallaoro

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