Conegliano presenta: "Conegliano e il Coneglianese
nel XVI secolo"
*Presentata oggi (9 maggio 2006)
in Municipio a Conegliano la pubblicazione "Conegliano
e il Coneglianese nel XVI secolo" * è stata
presentata oggi la nuova edizione di StoriaDentro, la
rivista di studi storici edita dal Comune di Conegliano
che, fresca di stampa, tratta il XVI secolo di Conegliano
e del Coneglianese. Nel pomeriggio, alle ore 18.00, sarà
presentata a Palazzo Sarcinelli al pubblico.
a cura di Abcveneto
*Un lavoro durato oltre un anno e che presenta materiale
del tutto inedito. *Presenti alla *conferenza stampa*
odierna *Loris Balliana*, Assessore alla Cultura - *Luciano
Caniato, Giuseppe Palugan, Lina Baldissin *della Rivista
StoriaDentro * *
*Storiadentro 4. Il Cinquecento.Nuova serie
*Storiadentro
4 (Il Cinquecento, seconda parte) è un nuovo affondo
sulle tematiche di un secolo, il XVI, in cui Conegliano
esce dal Medio Evo trasformando il suo castrum in una
"quasi città". Gli studiosi (Luciano
Caniato, Luigi Floriani, Giuseppe Palugan, Antonio Soligon,
Giuliano Galletti, Francesca Piovan, Daniela Foltran)
hanno interrogato per più di un anno gli archivi
di Conegliano, Vittorio Veneto, Treviso, Venezia per tracciare
un profilo dei protagonisti di quel secolo. Nelle 320
pagine che ne sono scaturite tornano così a vivere
distrettuali (contadini e massari dell'hinterland coneglianese)
e cives (nobili, notai, avvocati, artigiani, osti, militari,
clero secolare e conventuale, donne popolane e nobili)
in un intreccio affascinante a volte come un film. Nel
nuovo numero della rivista comincia anche ad albeggiare
la ricerca relativa ad alcuni palazzi di via XX Settembre
(Montalban, Sarcinelli ecc.) prima indagati soltanto sotto
il profilo estetico.E c'è anche un piccolo giallo
che rivela come, dietro le parole di una lapide encomiastica,
si celi talvolta una realtà radicalmente altra.
*Storiadentro 4. Il Cinquecento. Nuova serie. Contenuti
e curiosità
*1. Luciano Caniato: Fortune di pietra e carta: le alterne
vicende di
Bernardino e Giacomo da Parma (pp. 72).
Nella prima parte l'autore traccia in sintesi le vicende
della lunga e
terribile guerra di Cambrai (1508-1516) durante la quale
il dominio di
Venezia vacillò più volte sotto i colpi
di nemici mortali tra cui il
papa e l'imperatore. Colpita ed invasa a causa di alcuni
traditori
(1509), Conegliano attraversò allora uno dei periodi
più neri della su
storia (il grano delle sue riserve alimentari venne persino
dato in
pasto ai cavalli dei mercenari). Nella seconda parte dell'articolo
si
narrano invece le vicende personali di un ricco massaro
di Sarano di
Santa Lucia, Bernardino da Parma, che di quel tradimento
fu protagonista
con altri, tra cui Francesco da Collo. Partendo dal capitello
che ancora
conserva la memoria della sua uccisione (1522), Caniato
ricostruisce le
vicende personali dell'uomo, quelle che interessarono
la sua carica
sindicus (responsabile della piccola comunità saranese)
e quelle della
sua famiglia. In questa si segnalò per la sua torbida
condotta il figlio
primogenito di Bernardino,Giacomo. Costui, capo dei carrettieri
cui era
affidato il trasporto delle merci dei mercanti tedeschi
dal Piave a
Conegliano, fu uomo avido, scaltro e violento tanto da
auccidere il
fratello probabilmente per questioni economiche.
2. Luigi Floriani: Gli anni di Cambrai a Conegliano (1509-1516):
l'invasione degli eserciti stranieri nel triennio 1509-1511
ed i ribelli
della Serenissima (pp. 32)
Se
Caniato utilizza la guerra di Cambrai come sfondo su cui
tracciare le storie dei suoi protagonisti, Floriani entra
invece in profondità nell'episodio del tradimento
del 1509. Egli mette in luce, tra l'altro, anche la figura
di Francesco da Collo, rampollo di una delle più
antiche ed importanti famiglie della città e di
cui l'Istituto Statale Turistico della città porta
il nome. Giovane e ambizioso, acceso fautore dell'imperatore
Massimiliano d'Austria, prima tradisce Conegliano e poi,
rientrati i Veneziani, espatria in Trentino da dove parte,
su richiesta imperiale, per un'ambasceria in Moscovia
(1518-19). Ritornato in patria probabilmente dopo il 1522,
il da Collo riprende la sua attività di avvocato
vivendo un'esistenza di intensi maneggi che si protrarrà
fino ai novant'anni.
3. Antonio Soligon: una guerra tra santi: problemi di
presenze e
identità nel polittico di San Fior di G.B. Cima
da Conegliano.(pp.40).
Del polittico cimesco di San Fior si sa molto. Si tratta
infatti di
un'opera tra le più conosciute e meglio realizzate
dal grande pittore
coneglianese nel primo decennio del XVI secolo. Quello
che non si sa,
invece, sono le vicende che accaddero a partire dall'Ottocento
attorno
all'interpretazione di alcuni dei santi che l'artista
dipinse secondo un
piano sicuramente concertato con la committenza e che
stabilivano
dipendenze e doveri delle chiese figlie rispetto alla
chiesa madre di
San Fior di Sopra (ieri come oggi sede dell'opera). Lavoro
gustoso e
tessuto come un piccolo giallo dove anche i più
piccoli particolari
aiutano a costruire l'ambiente umano e psicologico dei
parroci e delle
piccole comunità parrocchiali del passato.
4. Francesca Piovan: popolo e nobiltà: sistemi
vestimentari femminili a
confronto nella Conegliano del XX secolo (pp.28)
Specialista del settore, sulla scorta di documenti archivistici
studiati
negli atti notarili del tempo, la Piovan indaga le tipologie
degli abiti
femminili indossati in Conegliano nel XVI secolo. Vera
e propria miniera
di informazioni, i registri dei notai contengono centinaia
di contratti
dotali, alcuni dei quali particolarmente ricchi di interesse
per
conoscere da vicino situazione economica e vita quotidiana
del popolo e
della nobiltà. E così le donne, figure lasciate
troppo spesso in ombra
dalla storia, tornano a vivere anche attraverso la loro
dotazione
vestimentaria dentro la quale si incontrano, tra l'altro,
traverse,
camisoti, , gonele, camise, cottole e tessuti di canevo,
bombaso,
camelin, raso, zambeloto roan, veludo, damasco etc.
5.Giuseppe Palugan: Marco Montalbano: un nobile Coneglianese
tra
letteratura, famiglia e sospetti d'eresia.
Più di quarant'anni fa Giuseppe Palugan acquistava
in un negozio di
antiquariato Ragionamenti di nobiltà partiti in
cinque libri di Messer
Marco della Frata et Mont'albano, libro stampato nel 1549
e prima pietra
di una collezione di documenti su Conegliano per cui l'autore
è
giustamente famoso. Chi fosse questo Marco Montalbano
era ignoto e tutte
le ricerche svolte sembravano avallare l'ipotesi della
sua non esistenza
storica. Palugan ha però voluto andare oltre i
ma e i forse e, in
occasione di questo numero di Storiadentro, si è
tuffato negli archivi
da cui è uscito finalmente con la soluzione dell'enigma:
Marco
Montalbano è esistito davvero, ha avuto un padre,
Pietro, ed è stato
protagonista insieme con la sua famiglia, dell'erezione
del più bel
palazzo della Contrada Granda (oggi via XX Settembre)
probabilmente
terminato 1558.
6. Giuliano Galletti: Vini di clausura: la cantina di
Santa Maria Mater
Domini a Conegliano nella seconda metà del Cinquecento
(pp.28)
Il Monastero di Santa Maria Mater Domini (situato tra
le attuali via
Lazzarin e via Canova, vestigia in parte trasformate in
edilizia
privata) fu fondato nel XIII secolo e soppresso da Napoleone
nel 1806.
Era il più grande e più conosciuto monastero
di Conegliano. I suoi beni
si estendevano da Conegliano fin quasi al mare. Lo popolavano
circa 50
monache provenienti dalla città, ma anche da Sacile,
Pordenone, Udine e
Belluno. Struttura autonoma anche dal punto di vista finanziario,
possedeva una sua cantina in cui venivano ricoverati i
vini prodotti
dalle terre che le monache concedevano in affitto. L'autore
studia le
entrate, le uscite, i prezzi di questi vini de monte e
de plano
informandoci, tra l'altro, che il 29 giugno di ogni anno,
festa dei
santi Pietro e Paolo, la suora cantiniera -- o celleraria
-- assistita
da alcune compagne, stendeva un resoconto dell'attività
della cantina
stessa. In tale scritto comparivano il vino rimasto, la
quantità di
quello venduto, la quantità di vino ricevuto in
autunno ecc. La maggior
parte del vino proveniva al convento da Campolongo, Saccon,
Monticella,
Codognè, Cimetta, Godega, Fossamerlo ecc.
7. Daniela Foltran: Notabili in rima: un poemetto in
terzine sull'élite
coneglianese di fine Cinquecento
L'autrice prende in considerazione il poemetto del medico
e fisico
Marcantonio Valdera Il Trionfo di Conegliano. L'operetta
è stata
stampata in città nel 1613 dal tipografo Marco
Claseri, ma il suo
contenuto va riferito all'ultima parte del Cinquecento.
Poco
interessanti dal punto di vista poetico, i versi sono
invece
fondamentali peché contengono la mappa precisa
delle famiglie nobili
coneglianesi del tempo con tanto di presenze femminili.
Scorrono così
sotto i nostri occhi cognomi oggi ancora noti ed altri
perduti:
Montalban, Amiconi, Vezzato, Malvolti, Macerata, Cometto,
del Giudice,
Rota, dal borgo, Sbarra, Caronello, Coderta, Buffonello,
Codroipo,
Graziano, Marcatello, Fenci ecc.
*Fotografie: *44 sono le fotografie (12 in bianco e nero
e 32 a colori). che accompagnano gli articoli. Ne sono
autori Elio e Stefano Ciol, Arcangelo Piai e Mario Polesel.
Particolarmente efficaci quelle che illustrano gli stucchi
di Palazzo Sarcinelli, gli affreschi interni di Casa Longega,
via XX Settembre dall'alto e la confluenza del Crevada
nel Monticano in località "Tre acque"
a Santa Lucia di Piave.
articolo prosegue sotto
*Storiadentro. Dati generali riguardanti la prima e la
seconda serie
*Storiadentro, rivista di studi storici su Conegliano
e sul Coneglianese, è stata fondata nel 1977 da
un gruppo di appassionati guidati da Luciano Caniato.
In quasi trent'anni si sono alternati nel lavoro di ricerca
46 studiosi che hanno prodotto 95 articoli e 2600 pagine
distribuite in 9 numeri (5 dal 1977 al 1989, 4 dal 2001
ad oggi). Appoggiata ed edita dall'Amministrazione Comunale
fin dalla sua comparsa, la rivista ha ampliato le conoscenze
sulla città del passato (dalla fine del Quattrocento
al 1954) mettendone in luce alcune strutture sociali,
economiche, culturali e religiose e intrecciandole con
i problemi della quotidianità. Migliaia le ore
di lavoro complessivamente impiegate negli archivi (Archivio
del Comune di Conegliano, Archivio di Stato di Treviso,
Archivio di Stato di Venezia, Archivio della Diocesi di
Vittorio Veneto, Archivi parrocchiali in genere) e nelle
biblioteche (es.: Bibliotecche Comunali di Conegliano
e Treviso, Biblioteca Marciana di Venezia Biblioteca del
Seminario di Vittorio Veneto e Treviso ecc.)
*Storiadentro seconda serie *Dopo la prima serie di complessivi
5 numeri (1977-1989) l'esperienza di Storiadentro sembrava
esaurita. Merito dell'Assessorato alla Cultura guidato
da Loris Balliana se la rivista è tornata a vivere
(2001) con nuovo entusiasmo e nuova lena. Al direttore
Luciano Caniato sono stati così affiancati due
condirettori (Pier Carlo Begotti e Giuliano Galletti)
e una segretaria (Lina Baldissin Sonego), si è
data all'impresa una scansione temporale (ove possibile
un numero all'anno), si sono creati i presupposti economici
perché i progetti di studio avessero certezza di
pubblicazione. I risultati non si sono fatti attendere.
In 5 anni sono infatti usciti i quattro numeri monografici
della nuova serie (Il Cinquecento parte prima, Il convento
di San Francesco, il catalogo della mostra "Foto
di Famiglia con città, Il Cinquecento parte seconda).
Anche la veste tipografica è stata rinnovata e,
a partire dal secondo numero, sono state inserite foto
in bianco e nero e a colori (un trentaduesimo). Il pubblico
ha mostrato di gradire la pubblicazione che è sempre
molto attesa perché i suoi articoli, rigorosamente
inediti, aprono nuove piste di conoscenza e di riflessione.
Inoltre la considerazione verso la rivista (una delle
pochissime del suo genere nel Veneto) è costantemente
cresciuta anche perché i suoi articoli sono scritti
in modo comprensibile ed accattivante. Molto apprezzati
anche i suoi indici analitici (autori, personaggi, luoghi
geografici, cose notevoli) che permettono anche ai non
addetti ai lavori di farsi in breve tempo un'idea dei
contenuti del volume.
a cura di Abcveneto