Città del vino: Turismo del vino, senza governo
locale si rischia sviluppo all'americana
Ritardi amministrativi e difficoltà
congiunturali spingono l'enoturismo a una crescita anomala.
Città del Vino: "In campo le Regioni per uno
sviluppo più omogeneo". Ancora pochi gli investimenti
in promozione
a cura di Abcveneto
Dal Biteg Forum un invito alle Regioni per mettere
in campo nuove strategie a sostegno del turismo del vino.
Con 4 milioni di enoturisti, 2,5 miliardi di € di
giro d'affari annuo, un tasso di crescita del 6% (fonte:
IV rapporto Città del Vino/Censis www.cittadelvino.it
) il turismo del vino rappresenta una grande risorsa per
le economie dei nostri territori, ma le difficoltà
congiunturali e i ritardi amministrativi stanno generando
lungo la penisola un'offerta tematica debole, rarefatta
e molto diseguale in termini di qualità.
E' quanto emerge dal convegno "Un futuro di sfide
per le pubbliche amministrazioni. Come far valere le proprie
risorse", svoltosi a Riva del Garda nella prima giornata
del Biteg Forum 2006, che quest'anno indaga il tema della
"Filiera del Territorio per un sistema più
concorrenziale".
Per raccogliere le sfide e invertire la rotta su cui
si sta muovendo il fenomeno enoturistico - sostengono
Città del Vino e Censis servizi - occorre mettere
in campo nuove strategie che sta alla pubblica amministrazione
promuovere: a livello delle Regioni e dei distretti enogastronomici,
mobilitando risorse, soggetti collettivi e privati attorno
a progetti definiti, e seguendo mirate politiche di marketing.
A seconda di come si giocheranno i fattori di queste
nuove strategie da qui a 5 anni si potranno determinare
due scenari radicalmente diversi per il turismo del vino:
uno scenario "californiano", più elitario,
con pochi presidi territoriali di grande attrattiva, ma
fortemente dominati dalle nuove cantine-monumento dei
produttori d'elite; oppure uno scenario "italiano",
con una costellazione di distretti-cantiere che crescono
in modo variabile, territorio per territorio, in coerenza
con volumi e tipicità di prodotto, identità
locali e risorse attivabili.
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"Tra tutti i turismi il turismo del vino è
quello che registra i segnali di crescita più interessanti
e questo è un valore che dobbiamo presidiare -
sostiene Floriano Zambon, presidente di Città del
Vino - perchè porta ricchezza direttamente sul
territorio, spinge le amministrazione locali a fare meglio,
stimola le aziende ad accrescere la qualità e il
servizio, ed è di aiuto alla conservazione del
paesaggio agrario".
"Per operare la svolta che ci attendiamo - aggiunge
Fabio Taiti, presidente del Censis Servizi - sembra indispensabile
riorganizzare l'offerta dentro la nuova logica della ragnatela
del mercato, sempre più dominata da turisti/consumatori
egemoni, informati ed esigenti".
Da un sondaggio interno alle Città del Vino
su 40 amministrazioni locali emerge anche che la spesa
procapite per la promozione e la comunicazione enoturistica
tende a diminuire nei Comuni più grandi.
Le amministrazioni con una popolazione compresa tra 500
e 1.000 abitanti spendono in media 8 € a cittadino;
quelli tra 1.000 e 3.000 abitanti 6 €; tra 5.000
e 10.000 abitanti appena 3 €.
I Comuni con una popolazione superiore a 20.000 abitanti
spendono in promozione e comunicazione enoturistica addirittura
meno di un caffè: appena 0,76 € a cittadino.
Il sondaggio di Città del Vino, la rete dei 550
Comuni Doc, è preliminare a uno studio più
sistematico che l'Associazione sta elaborando per approfondire
l'argomento.
a cura di Abcveneto