Treviso: L'alfiere dei Sogni
Claudio Rampin poeta, nel suo
ultimo libro pubblicato da Edizioni Eventual-Mente dal
titolo L'alfiere dei sogni
di Virginia Men
Alcuni
pensieri di Adalgisa Biondi ci hanno colpito nella prefazione
nel volume L'alfiere dei sogni di Claudio Rampin:
"Le leggi della relatività e l'odierno nichilismo
ci insegnano che oggi tutto è niente e che dal
niente può svilupparsi il tutto. I media oggi se
letti e ascoltati con intelligenza ed al di là
del testo circostanziale, ci danno continuamente prova
di tutto ciò." La letteratura corrente è
continua evoluzione e ricerca di qualcosa di nuovo. Questi
i caratteri della post-modernità: l'ambiguità
e i dubbi del dogmatico futuro, ma anche emozioni, oggi
fortunatamente rivelate a pelle, riscontriamo
nella silloge poetica di Claudio Rampim dal titolo L'alfiere
dei sogni che qui presentiamo.
Il volume si divide in quattro chiavi di lettura tutte
differenti una dall'altra: Attese dedicata
ai disabili, e quindi a sfondo sociale; "Sintomi
d'amore", dedicata ai malati d'amore, intendendo
la 'malattia d'amore' la suprema patologia dei nostri
giorni; Intrecci dell'animo dedicata ai 'nodi
morbosi' che strangolano e bloccano il respiro del lieto
vivere, rasentando nel dubbio che ci trafigge l'ignoto
verso il quale viaggiamo; "Dedicato 2", parte
interamente dedicata alle donne e come piacevole accostamento,
ai sentimenti. Dietro ad ogni nome c'è una donna,
dietro ad ogni donna c'è una storia. Particolarmente
a cuore ci stanno i versi della lirica "A Maria Grazia
Cutuli" donna coraggiosa uccisa barbaramente per
aver voluto credere nella missione della sua professione.
Abbiamo scelto questa poesia in omaggio a questa giovane
donna coraggiosa.
A Maria Grazia Cutuli
La tua guerra,
le tue battaglie
si sono estinte ormai.
Ora rimarrà il silenzio,
un foglio bianco da riempire
e un perché senza pace.
L'ignoranza sovrana
è una mina vagante,
la penna informatica
sempre un mitra carico.
La rappresaglia...
sotto quale Dio si nasconde?
Sotto quale parola?
Maria grazia di te non so nulla,
è un richiamo a spingermi
e ad estrarmi questi versi.
Una passione che avvolge
e tinge l'animo la carta,
a volte la sporca.
Eri in prima linea
con coraggio puro
come la piccola vedetta
sfidando il pericolo
sfidando la propria vita,
per chi non capirà mai
il tuo atto di sfida.
L'informazione pretende di più
e il di più è...
una traccia irreversibile.
Una macchia rossa
firma il tuo articolo,
l'informazione è caduta nel campo,
non eri e non sarai sola
altri t'hanno seguita
uniti nella medesima passione.
Hai raggiunto e conquistato lo scoop
e oggi, qualcuno parlerà di te.
Io lascerò questi versi
come pietra miliare
per te e per tutti quelli prima di te
che hanno intrapreso la stessa via
lasciando al tempo
un segno indelebile.
Buon riposo... piccola voce.
Maria Grazia Cutuli, giornalista del Corriere della Sera,
barbaramente giustiziata in Afganistam durante l'adempimento
del suo lavoro il 19 novembre 2001, all'età di
39 anni. Con lei altre tre giornalisti stranieri sono
stati uccisi.
di Virginia Men