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rubrica

Treviso: Ermeneutica letteraria, lo schiaffo al Gattopardo


Ci sono dei fatti, in Italia, che quando accadono sono descritti come delle vere e proprie "rivoluzioni copernicane". Mi riferisco a qualsiasi ambito; penso, ad esempio, all'arringa di Nanni Moretti ai leader del centrosinistra che sembrava aver scosso gli equilibri di un'intera compagine politica, o la vittoria di Guazzaloca a sindaco di Bologna.

di Alberto Leoncini

Due esempi tratti dalla politica, noti a tutti, ma anche in campo culturale potremmo citare il saggio severiniano "Ripensare Parmenide" o le sfrontate dichiarazioni dei futuristi; volendo risalire un po' nel tempo.
Alla fine tutto viene inglobato nella lapidaria sentenza gattopardiana "tutto cambia per restare come prima".
Ogni proposta o sussulto di cambiamento, in qualsivoglia ambito, viene appiattito in maniera sconcertante. Eppure ogni tanto c'è qualcosa di nuovo sul fronte italico, parafrasando il celebre titolo di Remarque.
Una sfida abbastanza innovativa è "Ermeneutica Letteraria", una rivista di critica letteraria per i tipi dell'IEPI (Istituti Editoriali Poligrafici Internazionali) che pone proprio le basi per una nuova progettualità della cultura.
La rivista avrà scadenza annuale e la pubblicazione del primo numero è avvenuta lo scorso gennaio, con articoli sia di importanti nomi che di nuove leve della cultura e proprio una delle finalità della rivista è quella di promuovere quanto di positivo la nouvelle vague degli intellettuali possa offrire.
Si tratta di articoli piuttosto scomodi ed intriganti per un mondo abituato a venerare i suoi mostri sacri: in particolare il direttore, Paolo Leoncini, propone ai lettori un poderoso saggio a sfondo filosofico che si propone di smitizzare la concezione secondo cui la verità non può essere indagata attraverso l'interpretazione, rifacendosi in particolar modo all'esperienza di Gianfranco Contini.
L'accoglienza del pubblico alla nuova testata è stata buona, compatibilmente con il carattere di nicchia della rivista stessa. Il lancio ufficiale è avvenuto a Venezia lo scorso 8 febbraio, in concomitanza con un seminario di studio al quale hanno partecipato Sergio Givone, Franco Suitner ed Emerico Giachery, naturalmente l'anfitrione culturale era il direttore Paolo Leoncini, che proprio all'Ateneo lagunare svolge il suo magistero.
La nuova rivista si rivolge ad un pubblico colto e specialistico, tuttavia credo che la battaglia culturale intrapresa con questa audace avventura editoriale possa essere di giovamento a tutti coloro che, senza particolari etichette, siano coinvolti nel mondo intellettuale.
Se c'è un rischio che questa rivista corre, è proprio quello di diventare una sorta di fascicolo con circolazione pari a quella dei volantini carbonari dei primi del XIX secolo, ma credo che sia necessario correrlo, proprio per dare un segnale deciso al processo di plastificazione della cultura (cultura??) al quale quotidianamente assistiamo.
Credo tuttavia che la frase di Paul Ricoeur che troviamo come motto o "manifesto ideale" del volume ci invii un forte messaggio, da comprendere universalmente: "(…) un'opera si eleva sul fondo opaco del vivere, dell'agire e del soffrire per essere data dall'autore al lettore che la riceve e in tal modo muta il suo agire". Qualcosa su cui riflettere per chi pensa che la letteratura sia solo lusus scribendi.
Abbonamenti e ulteriori informazioni sono reperibili presso il sito www.libraweb.net


di Alberto Leoncini

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