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Venezia: i capolavori della collezione Pontus Hulten a Palazzo Franchetti


Pontus Hulten Artisti da una collezione / Artists from a collection Sam Francis, Warhol, Ernst, Brancusi, Malevic, Duchamp, Rauschenberg, Vedova, Oldenburg... sono i protagonisti della mostra prodotta e organizzata da Arthemisia, aperta a Palazzo Franchetti dell¹Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, dal 5 marzo al 9 luglio 2006.

a cura di Abcveneto

A cura di Stefano Cecchetto, la mostra nasce in collaborazione con il Moderna Museet di Stoccolma per documentare una delle più significative caratteristiche del grande storico dell'arte: la sua capacità fenomenale di essere esattamente dove la storia si sta facendo. La mostra vuole essere un omaggio alla sua carriera; dopo le celebrazioni ricevute nel 2004 al Moderna Museet di Stoccolma e al Centre Georges Pompidou di Parigi, Venezia: terza tappa fondamentale del percorso professionale di Pontus Hulten, intende in questo modo rendere omaggio ad un portavoce del panorama artistico internazionale che, a cavallo tra la metà degli anni ottanta e i primi anni novanta, ha reso celebre Palazzo Grassi a livello mondiale.

Pontus Hulten era a Parigi già nel 1946 a consolidare le radici del modernismo, ha scoperto l'arte di Marcel Duchamp, era caro amico di Constantin Brancusi e Jean Tinguely e ha testimoniato l'emersione di un mondo nuovo dopo il secondo conflitto mondiale. Dieci anni dopo, nel 1957, era negli Stati Uniti, constatando come il dominio dell'espressionismo astratto stava per essere sfidato da una nuova generazione di artisti socialmente impegnati capaci di un¹arte strettamente legata alla realtà, lontana dagli spazi delle gallerie e più vicina alla strada.
Pontus Hulten divenne famoso al pubblico internazionale per le sue grandi mostre, tra le quali le storiche Movement in Art, American Pop Art e la prima mostra monografica di Andy Warhol. Lasciata la direzione del Moderna Museet di Stoccolma, ha inaugurato e diretto dal 1973 al 1981 il Museo Nazionale d'Arte Moderna del Centre Georges Pompidou di Parigi, quindi il Museum of Contemporary Art di Los Angeles, successivamente Palazzo Grassi a Venezia dall¹apertura del 1986 al 1993, poi la Kunst- und Ausstellungshalle der Bundesrepublik Deutschland a Bonn e il Museo Tinguely a Basilea. articolo prosegue sotto



La sua personale collezione di opere d'arte, formatasi in gran parte per gli omaggi al grande storico dell'arte da parte degli artisti, rappresenta al meglio il percorso di un protagonista dell¹arte di un secolo fecondo e tormentato come è stato il 1900.

L'esposizione veneziana presenta più di cento opere selezionate dalla prestigiosa collezione personale dello storico dell'arte ordinate in tre sezioni che contraddistinguono la tipologia delle sue scelte artistiche:

Gli amici di Hulten
La sezione presenta un percorso espositivo che abbraccia cinquant'anni di frequentazioni; gli artisti si avvicendano in un corollario estetico che riconduce lo spettatore alla dimensione intima e segreta dell'amicizia, raccontata attraverso l'opera artistica. Sam Francis, Claes Oldenburg e Coosje Van Bruggen, Andy Wharol, Robert Rauschenberg, Niki de Saint-Phalle, Jasper Johns, Jean Tinguely, Ed Ruscha e Rebecca Horn sfilano attraverso un orizzonte parallelo tra quadri, installazioni e fotografie che rivelano l'interesse di un percorso storico-critico: il tutto filtrato attraverso le vicende trentennali di un rapporto autentico fatto di scambi e collaborazioni reciproche tra critico e artista. È certo che lo sguardo 'telescopico' di Hulten ha contribuito a stimolare negli artisti una sorta di 'punto di vista' che è servito ad orientare alcune scelte e a 'dirottare' consolidate certezze, sempre finalizzate alla produzione di ³oggetti visibili² mirati a sedurre lo spettatore, con un gioco continuo articolato tra arte e realtà, opera e prodotto della fantasia, rappresentazione e presenza.

Hulten allo specchio (par lui même)
La seconda sezione è una galleria di ritratti particolari dove lo storico dell¹arte è protagonista ideale e concettuale della ³visione² artistica dell'opera stessa: Sébastian Matta, Arne Jones, Piotr Kowalski, Walter De Maria, Giuseppe Santomaso e altri, ritraggono o dedicano opere realizzate apposta per Pontus Hulten. Il soggetto diventa oggetto di introspezione, la sua identità è alterata da infinite tecniche diverse che lo riproducono costantemente uguale a sé stesso e, nella mimesi della rappresentazione, infinitamente diverso. In questo modo l'artista segna, tratteggia e dedica al soggetto ³conosciuto² un'opera che diventa mediatica, e permette a Hulten di perdersi nel labirinto infinito delle sue stesse raffigurazioni.

Tra segno e disegno
La terza sezione, forse la più intima, la più segreta, è una piccola galleria di disegni e opere su carta che lo storico dell¹arte svedese ha collezionato per la sua dimensione privata, un occhio indiscreto dentro alla sua dimensione domestica dove si scoprono alcuni tra i protagonisti del Novecento artistico internazionale. Kazimir Malevic, Marcel Duchamp, Francis Picabia, Max Ernst, Constantin Brancusi, Emilio Vedova, Daniel Buren, trasmettono nelle loro ³carte² una tensione organica e una passione autentica scaturita da una gestualità del segno capace di svincolare l'immobilismo e la passività del foglio, per comunicare/trasferire il pathos sottratto al linguaggio parlato. Le tre sezioni sono corredate da una documentazione fotografica intitolata ³La strada di Pontus². Un percorso fotografico della vita e della carriera di Pontus Hulten raccontato attraverso le immagini che lo ritraggono insieme agli artisti, ai capi di stato, alle personalità del mondo artistico e culturale che lo hanno accompagnato nella sua vita personale e artistica. Una vita raccontata per immagini e, contemporaneamente una storia dell'arte del Novecento.

Informazioni Infoline 800 961993

Biglietti Intero 9 euro Ridotto 7 euro Scuole 3 euro

Prenotazioni gruppi e scuole Visite guidate Domina Guide srl T 02 67479337 F 02 70059859 domina@dominascarl.it

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