nu. 32 anno terzo¬ 1 novembre 2006 mensile online gratuito
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Mail Art


Intervista ad Alessandra Pucci pittrice e mailartista

A cura di Luccia Danesin

Luccia Danesin: Da alcuni anni ti sento parlare con entusiasmo della Mail Art, dei progetti, degli artisti che sembrano appartenere ad un altro luogo dell'arte, pronti ad intervenire e a partecipare con le loro opere (pittura, grafica, fotografia, scrittura) ad un'idea che arriva per posta, e attraverso la posta diventa poi una mostra, un documento, e un archivio. Come spieghi tante manifestazioni anche in Italia, di arte postale?

Alessandra Pucci: Semplice e complicato insieme: semplice perché l'operazione nasce da chi sente la necessità di confrontare con quanti più artisti possibili, le proprie idee; complicato perché il meccanismo dell'arte postale lo si comprende bene solo quando si entra nel giro.

D: Tu hai realizzato tre progetti di M.A: quale è stato il percorso?

P: Tutto è nato da una serie di circostanze: l'invito a partecipare al trentennale della M.A., organizzato da alcuni artisti negli anni '90 in Umbria; l'incontro con Antonio Sassu, promotore di importanti progetti; e infine il desiderio di utilizzare una ex stalla nelle Marche, come luogo d'incontro per gli artisti e archivio delle loro opere.

D: Forse desideravi fare di quel luogo una galleria d'arte?

P: Non proprio, perché i materiali che mi sono giunti da ogni parte del pianeta, costituiscono una sorta di scambio, dono, fuori dal mercato, dal collezionismo, e dalla critica.

D: Partecipare ad un progetto con una propria opera sapendo che non sarà restituita è un aspetto insolito per il mondo dell'arte, almeno di quella ufficiale.

P: Lo scopo è diverso: è importante essere presente con la propria testimonianza in una operazione collettiva intorno alle idee che sono sempre stimolanti per il loro contenuto sociale, politico, filosofico e poetico.

D: Nei cataloghi si nota la partecipazione di poeti e anche di musicisti: M.A. si ramifica oltre la dimensione puramente visiva: tutti possono essere dei mail artisti?

P: Credo di sì, come tutti possono scrivere, dipingere, fotografare, etc, la differenza anche qui si percepisce dalla qualità dei materiali: alcuni sono di autori che praticano l'arte ad alto livello, altri sono materiali divertenti, immediati, realizzati con senso dell'umorismo o del dramma, ma per tutti è garantito l'inserimento dell'opera nel catalogo e la partecipazione alla mostra.

D: Vero socialismo?

P: Forse sì, perché conta di più la passione e il piacere di ampliare il proprio osservatorio sull'infinita creatività dell'uomo, piuttosto che la selezione di ciò che viene considerato oggetto estetico, forma dell'arte a cui i media fanno da sempre riferimento.

D: La M.A. nasce negli Stati Uniti intorno agli anni '70: come regge all'usura delle mode e del tempo?

P: Per ora sembra non esserci declino, considerato l'interesse sempre maggiore dei media e delle istituzioni verso questa forma d'arte.

D: M.A. rischia di accademizzarsi?

P: C'è questa possibilità poiché di recente alcuni archivi di arte postale sono stati ceduti a musei. Ma ciò non fa trasformare il concetto, semmai può tendere ad aprirsi verso un esterno più ampio di fruitori.

D: Ci sono artisti importanti che fanno la M.A.?

P: In Italia ci sono Enrico Baj, Dario Fo, Paolo Gubinelli e altri, all'estero Ray Johnson, del movimento artistico Fluxus, a cui si deve l'originale iniziativa di creare la rete artistica destinata ad un incredibile sviluppo. Anche il grande Christo è presente nei progetti di arte postale.

D: Il materiale che tu ricevi, è di fatto di tua proprietà e, volendo, potresti anche vendere dei pezzi?

P: No. Il cuore dell'arte postale è tutto nella gratuità: non si vende, non si compra, ma si regala

D: Tra i partecipanti italiani ai tuoi progetti, ho visto nomi noti di artisti veneti: sono tuoi amici o c'è un passaparola?

P: Un po' tutt'e due le cose: perché ho un indirizzario e perché l'invito a partecipare può essere passato ad altri artisti a me sconosciuti.

D: I critici sono estranei a queste espressioni alternative dell'arte?

P: Ci sono le eccezioni: ai miei progetti hanno dato il loro contributo e mostrato molto interesse Giorgio Segato, Lucio Del Gobbo e Renzo Margonari, oltre ai giornalisti che sentono in questa rete una ventata di novità.

D: E' cambiato il tuo modo di dipingere dopo queste esperienze?

P: Dal '97 in poi direi moltissimo: ho alleggerito il mio bagaglio espressivo con risultati più consoni a quella ricerca stilistica che è d'obbligo nella vita di ogni artista. Inoltre ho allargato la cerchia dei rapporti con figure completamente diverse del mondo dell'arte, più aperte e pronte a testimoniare il proprio desiderio di confronto su ciò che il nostro tempo ci fa vivere.

D: Ci sarebbe ancora molto da dire, sulla storia, i nomi, gli eventi che danno risalto alla M.A.; torneremo a parlarne magari in occasione di un altro progetto?

P: Mi piacerebbe poter realizzare una mostra di arte postale che abbia come tema la figura di Francesco d'Assisi: sarebbe ideale nei luoghi che lui amò, e tra questi c'è il convento dei frati di Forano, poco distante dalla casa dove abito in campagna, nelle Marche.

D: Ti faccio tanti auguri perché la tua idea si possa realizzare.

P: Grazie, sarai la prima a saperlo.

 


A cura di Luccia Danesin

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