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nu. 31 anno
terzo¬ 1 ottobre 2006 mensile online gratuito |
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Abcveneto,
mensile online su Treviso, il Veneto, il Triveneto e cosa fanno
i veneti dentro e fuori d'Italia nella cultura, nella fotografia,
nel turismo, nel cinema, nell'arte etc... |
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rubrica |
Lignano Pineta: Le api e i ragni, ovvero quando viaggio
io so dove vado e la cittadinanza qualitativa nella società
multietnica
Un titolo sconclusionato, lo so,
ma queste sono il nettare di filosofie diverse, accomunate
dal prestigio riconosciuto di coloro che le hanno enunciate
e che volevo riconoscere fin dal titolo . Siamo all' hotel
Kursaal di Lignano, al raffinato quanto longevo Premio
Hemmingway, che quest'anno, 2 settembre 2006, è
arrivato alla sua XXII edizione. E' un premio culturale
rivolto nelle sue precedenti edizioni alla narrativa,
al giornalismo in generale e a quello radiotelevisivo,
allo spettacolo, alla saggistica, alla Regione e all'Europa.
Di Sara Miriade
E se è riuscito a resistere alle intemperie del
tempo è grazie -come ha sottolineato in quella
sede l'assessore alle attività produttive Dertossi-
al suo rigore e alla sua serietà, tenuto conto
-continua- che ogni anno sono stati censiti circa quattromila
premi annui, la maggior parte dei quali scompare. E' innanzitutto
un premio dedicato alla memoria di quell'americano, Hemmingway
appunto, che ha voluto o ha dovuto o semplicemente ha
lasciato che accada quel particolare connubio di situazioni
per cui le vicende personali si legano a quelle della
grande storia nello scenario collettivo e drammatico di
una guerra mondiale, la prima.
Gli ideali, l'impegno, le ferite del corpo e dell'animo,
l'amore interrotto, una terra magica, lasciata ma mai
del tutto, tra mare, fiume e laguna: c'è tutto
e di più di quanto possa capitare a ciascuno. Un'altra
'patria' di Hemingway è Cuba, dove c'è un
museo a lui dedicato e ad esprimere la volontà
di mantenere questo legame era presente al Kursaal la
studiosa Inuary Portuondo Cardenas, venuta per l'occasione
direttamente da quel Paese.
La giuria del premio Hemingway-Lignano Pineta era presieduta
dal sindaco della città Silvano Del Zotto. Ne era
segretario Luigi Mattei e ne fanno parte: Giuseppe Sicari
(presidente esecutivo), Pier Giorgio Baldassini, Luisa
Ciuni, Renato Farina, Silvino Gonzato, Giovanni Lugaresi,
Mauro Mazza, Giuseppe Ragogna, Piero Santonastaso e Salvatore
Sapienza. Quest'anno sono stati consacrati alla memoria
di questo premio tutti scrittori in ambiti diversi e una
giornalista televisiva, la frizzante e bella Ilaria D'amico,
che è riuscita a farsi largo in un territorio egemonizzato
da personale maschile, quale quello calcistico, lavorando
per Sky Sport e ad avere nel curriculum un'intervista
d'eccezione, quale quella al colonnello Gheddafi.
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Un'altra
donna ha meritato questo riconoscimento in ambito, però,
narrativo ed è Melania Mazzucco, che nel 2003 aveva
avuto già l'ambitissimo premio Strega con il romanzo
Vita. Da questo romanzo, come dal suo ultimo lavoro,
in questa occasione premiato, Un giorno perfetto,
sono stati avviati due progetti cinematografici, nei confronti
dei quali Melania, pur avendo dichiarato la sua formazione
cinematografica, vuole rimanere estranea, rivendicando il
suo ruolo specifico di narratrice alla ricerca di esperienze
e persone dimenticate. Gli altri quattro premiati sono tutti
uomini: Ferruccio De Bortoli, che non ha potuto essere presente
per improrogabili impegni di lavoro, mandando a ritirare
il premio Claudio Pasqualetto che orgogliosamente rivendica
il suo apprendistato giornalistico, quando trent'anni addietro
aveva intervistato gli amici, che, con Hemmingway andavano
a pescare.
Ad uno dei massimi esperti di letteratura di viaggio, Attilio
Brilli, che viene premiato per il suo saggio Viaggio
in Italia, viene spontaneo chiedere -come ha fatto Anna
Bigotto, giornalista di Mediaset che assiema a Giovanni
Anversa, suo collega della Rai hanno condotto la serata
con sapienza ed ironia-: "Ma lei viaggia?" Al
suo secco no, accompagnato da un poco, il pubblico ha avuto
uno smarrimento, contenuto da un quasi costruttivo rimprovero:
"Ma io quando viaggio so dove vado". Non si identifica
lui con quella generazione che "conosce solo gli aeroporti".
Forse il professor Brilli, viaggiatore immaginario, come
lui stesso si è definito, aveva qualcosa da ridire
nei confronti dei pacchetti turistici, del tutto compreso,
che annientano il viandante curioso. Ha certamente detto
qualcosa contro Hemmingway , che a suo avviso ha "consumato
l'Italia. E' stato un cacciatore in tutti i sensi".
Ma la consegna da parte del Prefetto di Udine della targa
del Presidente della Repubblica Napolitano allo stesso Brilli
ha assopito la sua vena pungente e ironica.
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Il premio Speciale è stato dato a Magdi Allam per
il suo impegno: per la conoscenza reciproca delle culture
cristiana e musulmana. Ci ha raccontato che, anche quando
è arrivato in Italia, nel lontano '72, occorrevano
cinque anni per ottenere la cittadinanza, per cui le discussioni
del momento non erano una novità. La cittadinanza
qualitativa è quella che si ottiene non solamente
sulla base del trascorrere del tempo, ma su come lo si trascorre
e all'interno di questo come l'elemento linguistico ha uno
dei ruoli dominanti. Certo verrebbe da chiedersi quanto
sia possibile controllare questo elemento qualitativo. Forse
-dico io- introducento un sistema sul modello americano,
ma nemmeno in quel contesto si è riusciti a frenare
la clandestinità. Penso
che la tolleranza, la reciprocità, la responsabilità
della propria memoria storico-religiosa e l'integrazione
nel rispetto delle differenze siano il lungo e difficile
percorso da sempre delineato da Magdi Allam per avere una
possibilità di convivenza per tutti in un contesto
di movimento dei popoli inarrestabile nel quale, secondo
me, l'elemento tempo ha valore. Certo a un Magdi Allam che
ha studiato dai salesiani al Cairo e che ha un pensiero
onesto e aperto alle verità storiche ne sarebbero
bastati anche meno, di anni. Ma quanti Magdi Allam ci
sono? E poi penso che questa cittadinanza qualitativa dovrebbe
essere misurata anche agli italiani, perché è
un valore che deve essere continuamente nutrito e mai dato
come acquisito...
La metafora delle api e dei ragni è del premiato
per l'Europa, Marc Fumaroli, professore al Collége
de France, membro dell'Accademia di Francia e difensore
della cultura e delle tradizioni europee. Le api vogliono
migliorare il mondo con prudenza, mentre i ragni guardano
al progresso senza il passato. L'ecologismo è una
critica al progresso.
L'illuminismo ha guardato al progresso senza criticità
e per questo dallo studioso non è visto di buon occhio.
Lui lavora con un gruppo di allievi alla ricostruzione della
"Repubblica delle lettere", comunità intellettuale
degli europei colti agli inizi del Quattrocento. In questo
studio la retorica viene rivalutata come uno degli assi
portanti della cultura europea dell'età moderna,
che non è vuota esercitazione di parole come i più
la intendono, ma attenzione alle parole e al loro intimo
significato. La tanto usata identità -continua- implica
un difficile e continuo dialogo. L'io non esiste senza il
tu. L'io è dialogo nella sua essenza. E il dialogo
si deve praticare -sottolinea Fumaroli- 'senza festival'.
Il titolo sconclusionato che ho voluto dare a questo articolo
trova il suo amalgama in un progetto futuro di inclusione
delle aperture che inevitabili seguono al viaggio di cittadini
qualitativamente formati che si industriano per produrre
il miele nutrimento e medicamento.
E' la città del sole di Campanella? Forse, ma l'importante
è crederci.
Di Sara Miriade
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