nu. 30 anno terzo¬ 1 settembre 2006 mensile online gratuito
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Dieci domande per la "Bottega editoriale"


A cura di Abcveneto

Di che cosa si occupa "Bottega editoriale"?
"Bottega editoriale" si occupa in toto di comunicazione, ma la sua vocazione in primis è tutto ciò che vortica intorno all'editoria. È, tra l'altro, un'agenzia letteraria che crede moltissimo nella scrittura "ben scritta". L'editing è il nostro forte... Il "sacro furore" dell'arte distrae gli autori da errori grammaticali e mancati tecnicismi che alla fine rischiano di deturpare davvero un'opera anche valida sotto altri punti di vista.
"Bottega" offre tanto zelo ad autori ma anche a case editrici mettendo in contatto i primi con le seconde e viceversa. Ci riserviamo, inoltre, di offrire un giudizio di valore sull'opera mediante una scheda, convinti che la ridondanza di pubblicazioni spesso inutili da un punto di vista letterario non possa che ledere l'editoria italiana. Molta attenzione viene data anche all'organizzazione di corsi per giovani che vogliono accostarsi ai diversi aspetti della comunicazione, in generale, e dell'editoria, in particolare.


Quando è stata fondata e da quale esigenza è nata?
È un sogno che è balenato sotto il solleone del 2005 e si è costituito come compagine societaria nell'ottobre successivo. Pochi mesi frenetici... L'esigenza è stata dettata soprattutto dalla passione per un lavoro che tutti i soci già svolgevano per hobby o per acquisire competenza in due riviste (www.scriptamanent.net e Rnotes) e nella collana di volumi Le città della Calabria, tre esperienze edite dalla Rubbettino editore e dirette da Fulvio Mazza che è poi diventato amministratore della società. Questa è l'esigenza più alta, accanto ce n'è una più bassa: la società è costituita per la quasi totalità da giovani promesse, e si sa quanto è difficile per degli under 40 inserirsi nel mondo del lavoro, così si è deciso di "fare impresa". È sembrato anche il modo migliore per coniugare passione e bisogno.


Quali sono le maggiori soddisfazioni che vi ha dato la "Bottega"?
La maggiore soddisfazione è quella di vedere, finalmente pubblicati, i libri sui quali abbiamo lavorato. Si tratta un po' della concretizzazione della fiducia che ci hanno accordato editori ed autori, soprattutto quelli che ci hanno cercato, ma anche quelli che abbiamo contattato noi.
Non avremmo creduto di contare qualcosa e che la nostra voce arrivasse...


Chi sono i vostri clienti?
I nostri clienti sono al momento perlopiù autori, esordienti e non. Con le case editrici ci stiamo muovendo solo da poco: mettere su l'apparato burocratico e organizzativo, imprescindibili per una Srl, ci è costato tempo e fatica, per cui i rapporti che abbiamo intrattenuto finora sono solo di collaborazione, diciamo pure di buon vicinato. Ci inviano libri da recensire sulle nostre riviste, anche sulla neonata www.bottegaeditoriale.it/direfarescrivere.asp, link al sito di "Bottega". E noi inviamo loro i libri (romanzi, soprattutto, ma non solo) che abbiamo per le mani.

Come vi trovano le persone? (internet, passaparola... pubblicità cartacea)
Il volano del nostro successo è la rete. Tutti riescono ad arrivare al nostro sito www.bottegaeditoriale.it, il contatto è immediato e numerosi scrittori richiedono preventivi, crediamo che il contatto via mail sia percepito come poco vincolante.
Ci aiuta anche il passaparola, perchè le due riviste ormai "storiche" ci fanno da traino, avendo conquistato un seguito cospicuo e prestigioso.


Se vi affidassero l'incarico di fare un corso di quelli che già fate nel vostro ambito di specializzazione, in una scuola media qualsiasi, a che cosa dareste priorità?
All'editing, senza dubbio. Ma partendo dalla grammatica di base, se incominci a conoscerla ti appassiona. Purtroppo invece nella didattica si saltano a piè pari certe problematiche e quand'anche affrontate sono così semplificate che tolgono il gusto dell'approfondimento. Si fa credere che la lingua italiana sia quell'obbrobrio che si parla in Tv.


Ci parli un po' delle persone che compongono la "Bottega editoriale"...
"Bottega" si compone perlopiù, ma non solo, dei redattori di www.scriptamanent.net e Rnotes, sono di estrazione tra le più diverse, dalla Critica letteraria, alla Storia dell'arte, dalle Scienze politiche all'Economia, passando ovviamente per Scienze della Comunicazione e l'Informatica. "Bottega" vive nell'attualità, di essa si permea, non è solo virtuale, respira attraverso 18 persone, metà delle quali è sparsa sull'intero territorio nazionale.


Che cosa si dovrebbe fare per far leggere più libri alle persone?
Potrebbe essere controproducente per chi come noi di questo vive, ma per far leggere di più bisognerebbe scrivere di meno. Gli aspiranti scrittori dovrebbero volgere in lettura il tempo dedicato alla scrittura. Non basta avere una storia da raccontare, bisogna ben congegnarla.
D'altronde bisogna anche dire che conosco persone che si recano in libreria, rigirano tra le mani le novità editoriali e poi le ripongono nello scaffale per il costo quasi proibitivo che hanno, col rischio di ritrovarsi un flop per casa. Rendiamoci conto che leggere costa troppo, costa in denaro e costa anche in tempo. Denaro, che non basta mai, e che spesso si preferisce spendere altrimenti, e tempo che è poco. È vero che un libro ti fa sognare ma ti isola anche dalle persone care, già il lavoro ti minimizza le relazioni... e alla fine eccoci davanti alla Tv a subire programmi inguardabili e a parlarne pure.


Le case editrici affermano di 'essere sommerse' di dattiloscritti di aspiranti scrittori, secondo voi perchè così tante persone vogliono fare gli scrittori?
Risponderei con un'altra domanda: perchè tanti cosiddetti "vip" sentono la necessità di scrivere e facilmente sono pubblicati e scandalosamente raggiungono le vette delle classifiche? Ma questa forse è un'altra storia.
Credo che la nostra frenetica società non è più disposta a sedersi e ascoltare ciò che gli altri hanno da dire, di bello e di brutto che sia, ecco perchè ci si ritrova davanti a un foglio word bianco. Vi è capitato di incontrare uno di quei vecchietti che riesce a incatenarvi alla sedia ad ascoltare le loro storie vere o di fantasia popolare? Nessuno delle nuove generazioni è più abituato a raccontare usando la voce e la gestualità, si preferisce il segno scritto, che nega certo alcune emozioni - quasi più primitive - per regalarne altre - forse più raffinate.
Una cosa è certa: qualunque ne sia la ragione, gli editori non riescono a gestire la mole di testi che ricevono e, sbagliando, spesso non li guardano nemmeno. In tal senso le agenzie letterarie possono svolgere un proficuo compito di "garanzia" presso gli editori stessi ottenendo, in "cambio", una sorta di corsia privilegiata.


Un'ultima domanda... che cosa è la reprografia? (l'abbiamo letto in un editoriale del vostro mensile culturale: direfarescrivere).
Si tratta dei diritti d'autore che gli editori e gli autori ricevono in relazione alle fotocopie che vengono effettuate dai loro libri. Ne abbiamo parlato su direfarescrivere (cfr. www.bottegaeditoriale.it/primopiano.asp?id=56) e la notizia è stata rilanciata dall'Ansa nazionale. Nell'articolo si denuncia il fatto che tali diritti non sempre vengono loro corrisposti dalla Siae, perchè diversi autori risulterebbero introvabili. La cosa buffa è che introvabili per la Siae siano personaggi quali Lucia Annunziata, Giuliano Amato e Bruno Vespa... degli "illustri sconosciuti" insomma!

A cura di Abcveneto



 

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