Dieci domande per la "Bottega editoriale"
A cura di Abcveneto
Di che cosa si occupa "Bottega editoriale"?
"Bottega editoriale" si occupa in toto di comunicazione,
ma la sua vocazione in primis è tutto ciò
che vortica intorno all'editoria. È, tra l'altro,
un'agenzia letteraria che crede moltissimo nella scrittura
"ben scritta". L'editing è il nostro
forte... Il "sacro furore" dell'arte distrae
gli autori da errori grammaticali e mancati tecnicismi
che alla fine rischiano di deturpare davvero un'opera
anche valida sotto altri punti di vista.
"Bottega" offre tanto zelo ad autori ma anche
a case editrici mettendo in contatto i primi con le seconde
e viceversa. Ci riserviamo, inoltre, di offrire un giudizio
di valore sull'opera mediante una scheda, convinti che
la ridondanza di pubblicazioni spesso inutili da un punto
di vista letterario non possa che ledere l'editoria italiana.
Molta attenzione viene data anche all'organizzazione di
corsi per giovani che vogliono accostarsi ai diversi aspetti
della comunicazione, in generale, e dell'editoria, in
particolare.
Quando è stata fondata e da quale esigenza è
nata?
È un sogno che è balenato sotto il solleone
del 2005 e si è costituito come compagine societaria
nell'ottobre successivo. Pochi mesi frenetici... L'esigenza
è stata dettata soprattutto dalla passione per
un lavoro che tutti i soci già svolgevano per hobby
o per acquisire competenza in due riviste (www.scriptamanent.net
e Rnotes) e nella collana di volumi Le città della
Calabria, tre esperienze edite dalla Rubbettino editore
e dirette da Fulvio Mazza che è poi diventato amministratore
della società. Questa è l'esigenza più
alta, accanto ce n'è una più bassa: la società
è costituita per la quasi totalità da giovani
promesse, e si sa quanto è difficile per degli
under 40 inserirsi nel mondo del lavoro, così si
è deciso di "fare impresa". È
sembrato anche il modo migliore per coniugare passione
e bisogno.
Quali sono le maggiori soddisfazioni che vi ha dato la
"Bottega"?
La maggiore soddisfazione è quella di vedere, finalmente
pubblicati, i libri sui quali abbiamo lavorato. Si tratta
un po' della concretizzazione della fiducia che ci hanno
accordato editori ed autori, soprattutto quelli che ci
hanno cercato, ma anche quelli che abbiamo contattato
noi.
Non avremmo creduto di contare qualcosa e che la nostra
voce arrivasse...
Chi sono i vostri clienti?
I nostri clienti sono al momento perlopiù autori,
esordienti e non. Con le case editrici ci stiamo muovendo
solo da poco: mettere su l'apparato burocratico e organizzativo,
imprescindibili per una Srl, ci è costato tempo
e fatica, per cui i rapporti che abbiamo intrattenuto
finora sono solo di collaborazione, diciamo pure di buon
vicinato. Ci inviano libri da recensire sulle nostre riviste,
anche sulla neonata www.bottegaeditoriale.it/direfarescrivere.asp,
link al sito di "Bottega". E noi inviamo loro
i libri (romanzi, soprattutto, ma non solo) che abbiamo
per le mani.
Come vi trovano le persone? (internet, passaparola...
pubblicità cartacea)
Il volano del nostro successo è la rete. Tutti
riescono ad arrivare al nostro sito www.bottegaeditoriale.it,
il contatto è immediato e numerosi scrittori richiedono
preventivi, crediamo che il contatto via mail sia percepito
come poco vincolante.
Ci aiuta anche il passaparola, perchè le due riviste
ormai "storiche" ci fanno da traino, avendo
conquistato un seguito cospicuo e prestigioso.
Se vi affidassero l'incarico di fare un corso di quelli
che già fate nel vostro ambito di specializzazione,
in una scuola media qualsiasi, a che cosa dareste priorità?
All'editing, senza dubbio. Ma partendo dalla grammatica
di base, se incominci a conoscerla ti appassiona. Purtroppo
invece nella didattica si saltano a piè pari certe
problematiche e quand'anche affrontate sono così
semplificate che tolgono il gusto dell'approfondimento.
Si fa credere che la lingua italiana sia quell'obbrobrio
che si parla in Tv.
Ci parli un po' delle persone che compongono la "Bottega
editoriale"...
"Bottega" si compone perlopiù, ma non
solo, dei redattori di www.scriptamanent.net e Rnotes,
sono di estrazione tra le più diverse, dalla Critica
letteraria, alla Storia dell'arte, dalle Scienze politiche
all'Economia, passando ovviamente per Scienze della Comunicazione
e l'Informatica. "Bottega" vive nell'attualità,
di essa si permea, non è solo virtuale, respira
attraverso 18 persone, metà delle quali è
sparsa sull'intero territorio nazionale.
Che cosa si dovrebbe fare per far leggere più libri
alle persone?
Potrebbe essere controproducente per chi come noi di questo
vive, ma per far leggere di più bisognerebbe scrivere
di meno. Gli aspiranti scrittori dovrebbero volgere in
lettura il tempo dedicato alla scrittura. Non basta avere
una storia da raccontare, bisogna ben congegnarla.
D'altronde bisogna anche dire che conosco persone che
si recano in libreria, rigirano tra le mani le novità
editoriali e poi le ripongono nello scaffale per il costo
quasi proibitivo che hanno, col rischio di ritrovarsi
un flop per casa. Rendiamoci conto che leggere costa troppo,
costa in denaro e costa anche in tempo. Denaro, che non
basta mai, e che spesso si preferisce spendere altrimenti,
e tempo che è poco. È vero che un libro
ti fa sognare ma ti isola anche dalle persone care, già
il lavoro ti minimizza le relazioni... e alla fine eccoci
davanti alla Tv a subire programmi inguardabili e a parlarne
pure.
Le case editrici affermano di 'essere sommerse' di dattiloscritti
di aspiranti scrittori, secondo voi perchè così
tante persone vogliono fare gli scrittori?
Risponderei con un'altra domanda: perchè tanti
cosiddetti "vip" sentono la necessità
di scrivere e facilmente sono pubblicati e scandalosamente
raggiungono le vette delle classifiche? Ma questa forse
è un'altra storia.
Credo che la nostra frenetica società non è
più disposta a sedersi e ascoltare ciò che
gli altri hanno da dire, di bello e di brutto che sia,
ecco perchè ci si ritrova davanti a un foglio word
bianco. Vi è capitato di incontrare uno di quei
vecchietti che riesce a incatenarvi alla sedia ad ascoltare
le loro storie vere o di fantasia popolare? Nessuno delle
nuove generazioni è più abituato a raccontare
usando la voce e la gestualità, si preferisce il
segno scritto, che nega certo alcune emozioni - quasi
più primitive - per regalarne altre - forse più
raffinate.
Una cosa è certa: qualunque ne sia la ragione,
gli editori non riescono a gestire la mole di testi che
ricevono e, sbagliando, spesso non li guardano nemmeno.
In tal senso le agenzie letterarie possono svolgere un
proficuo compito di "garanzia" presso gli editori
stessi ottenendo, in "cambio", una sorta di
corsia privilegiata.
Un'ultima domanda... che cosa è la reprografia?
(l'abbiamo letto in un editoriale del vostro mensile culturale:
direfarescrivere).
Si tratta dei diritti d'autore che gli editori e gli autori
ricevono in relazione alle fotocopie che vengono effettuate
dai loro libri. Ne abbiamo parlato su direfarescrivere
(cfr. www.bottegaeditoriale.it/primopiano.asp?id=56)
e la notizia è stata rilanciata dall'Ansa nazionale.
Nell'articolo si denuncia il fatto che tali diritti non
sempre vengono loro corrisposti dalla Siae, perchè
diversi autori risulterebbero introvabili. La cosa buffa
è che introvabili per la Siae siano personaggi
quali Lucia Annunziata, Giuliano Amato e Bruno Vespa...
degli "illustri sconosciuti" insomma!
A cura di Abcveneto
a cura di Abcveneto