Giorno di festa al Clan Verdurin nel segno della continuità
tra generazioni
A rinverdire le più nobili
tradizioni del Clan Verdurin, il noto circolo culturale
di S. Maria di Feletto, l'incontro di Ferragosto 2006
ha avuto come ospite il pittore Gianni Ambrogio, accompagnato
da Luisa Cogo e da una nutrita schiera di giovani artisti,
presenti in persona o con sculture, ceramiche, dipinti,
foto d'arte e liriche: Luca Baldelli, Auro, Bruno e Celso
Ceccobelli, Valerio Dell'Antone, Mikhail Koulakov, Bruno
Menegon, Carlo Rocchi, Annarosa Romano, Gianni Sartor,
Stefania Vian, Antonella Zazzera.
a cura di Abcveneto
Tutti presentati, com'è ormai consuetudine, da
un manifesto artistico di Gianni Sartor che illustrava
il tema della giornata: "Continuare la strada dei
maestri".
Nello stile familiare che contraddistingue da più
di 40 anni il circolo di Lia e Flaminio De Martin sono
stati ripercorsi i lontani inizi dell'attività
del maestro Ambrogio (una personale del 1947 presentata
da Giovanni Comisso) e le sue prime frequentazioni del
Clan, agli inizi degli anni '70, ai tempi in cui si potevano
trovare artisti come Juti Ravenna o Giuseppe Cesetti,
per non citare altri illustri letterati, uomini di cultura
e di cinema.
Vittoria
Magno, critico d'arte ma soprattutto attenta conoscitrice
degli aspetti più umani delle personalità
degli artisti, ha poi ripercorso da par suo gli oltre
50 anni di attività del maestro, che, pur nel variare
di registri e di motivi, ha posto sempre come centro della
sua ricerca artistica l'uomo, nelle sue tante sfaccettaure,
nelle sue tante sofferenze esistenziali, nelle sue inevitabili
contraddizioni. Capace sempre di sorprendere, mai sazio
di imparare e di ricercare, animato sempre da un innato
e coerente senso di umiltà.
Quell'umiltà di cui dà prova anche nel rapporto
con i giovani artisti, nel mettere a disposizione le acquisizioni
della sua arte, nel sostenerli lungo il loro personale
percorso artistico, nell'apprezzare le loro conquiste,
come ha fatto appunto al Verdurin, quasi volesse tenerli
a battesimo. Ed i giovani hanno risposto con entusiasmo,
grati dell'attenzione, dell'incoraggiamento, dell'apprezzamento.
E dei consigli: "Non cercate il successo facile,
immediato, ma quello che dura nel tempo, conquistato un
po' per volta, nutrito di delusioni e sofferenze".
A conclusione della giornata Gianni Ambrogio ha voluto
dedicare al Verdurin un suo scritto, conservato agli atti,
com'è consuetudine:
"Qui mi trovo come in una grande fonderia, verso
la quale viene convogliata una gran quantità di
metalli preziosi, che, opportunamente centrifugati, si
risolvono in gioielli di immenso valore".
L. M.
a cura di Abcveneto