nu. 30 anno terzo¬ 1 settembre 2006 mensile online gratuito
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Giorno di festa al Clan Verdurin nel segno della continuità tra generazioni


A rinverdire le più nobili tradizioni del Clan Verdurin, il noto circolo culturale di S. Maria di Feletto, l'incontro di Ferragosto 2006 ha avuto come ospite il pittore Gianni Ambrogio, accompagnato da Luisa Cogo e da una nutrita schiera di giovani artisti, presenti in persona o con sculture, ceramiche, dipinti, foto d'arte e liriche: Luca Baldelli, Auro, Bruno e Celso Ceccobelli, Valerio Dell'Antone, Mikhail Koulakov, Bruno Menegon, Carlo Rocchi, Annarosa Romano, Gianni Sartor, Stefania Vian, Antonella Zazzera.

a cura di Abcveneto

Tutti presentati, com'è ormai consuetudine, da un manifesto artistico di Gianni Sartor che illustrava il tema della giornata: "Continuare la strada dei maestri".
Nello stile familiare che contraddistingue da più di 40 anni il circolo di Lia e Flaminio De Martin sono stati ripercorsi i lontani inizi dell'attività del maestro Ambrogio (una personale del 1947 presentata da Giovanni Comisso) e le sue prime frequentazioni del Clan, agli inizi degli anni '70, ai tempi in cui si potevano trovare artisti come Juti Ravenna o Giuseppe Cesetti, per non citare altri illustri letterati, uomini di cultura e di cinema.
Vittoria Magno, critico d'arte ma soprattutto attenta conoscitrice degli aspetti più umani delle personalità degli artisti, ha poi ripercorso da par suo gli oltre 50 anni di attività del maestro, che, pur nel variare di registri e di motivi, ha posto sempre come centro della sua ricerca artistica l'uomo, nelle sue tante sfaccettaure, nelle sue tante sofferenze esistenziali, nelle sue inevitabili contraddizioni. Capace sempre di sorprendere, mai sazio di imparare e di ricercare, animato sempre da un innato e coerente senso di umiltà.
Quell'umiltà di cui dà prova anche nel rapporto con i giovani artisti, nel mettere a disposizione le acquisizioni della sua arte, nel sostenerli lungo il loro personale percorso artistico, nell'apprezzare le loro conquiste, come ha fatto appunto al Verdurin, quasi volesse tenerli a battesimo. Ed i giovani hanno risposto con entusiasmo, grati dell'attenzione, dell'incoraggiamento, dell'apprezzamento. E dei consigli: "Non cercate il successo facile, immediato, ma quello che dura nel tempo, conquistato un po' per volta, nutrito di delusioni e sofferenze".
A conclusione della giornata Gianni Ambrogio ha voluto dedicare al Verdurin un suo scritto, conservato agli atti, com'è consuetudine:
"Qui mi trovo come in una grande fonderia, verso la quale viene convogliata una gran quantità di metalli preziosi, che, opportunamente centrifugati, si risolvono in gioielli di immenso valore".

L. M.



 

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