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Nu. 41, IV - 1 agosto 2007 -mensile telematico sul Veneto e Triveneto e cosa fanno i veneti dentro e fuori d'Italia

IN VETRINA


Maurizia Rossella Stellina e croce Romanzo CLEUP, “Coop.Libraria Editrice Università di Padova”

Testo e foto di Luccia Danesin

copertina romanzo Stellina e Croce“(..) la capacità di approdare alla serenità del dolore, che è poi il vero amore: quello cioè che, pur riconoscendo la propria incapacità di alleviare una pena, se ne fa comunque carico.” (Aldo Carotenuto “L’eclissi dello sguardo”)

Una stellina, una croce stanno a punteggiare due date: la nascita e la morte.
Fra le due date Lei, zia Clara. La sua vita, tante vicissitudini, mille e mille sguardi e pensieri, amori e sentimenti. Tutta la complessità dei giorni stratificati, delle ore dolorose, degli incontri gioiosi sembrano così suggellati in pochi numeri su una tomba.
Parte da questa staticità il contrapporsi invece del ricordo che sente la nostalgia del suo passo, dei tanti e frammisti dialoghi, di quella sua voce che “Scarletta” - così la chiamava la zia - sapeva interpretare nelle tante sfumature e cadenze. Un legame forte e delicato che vede zia e nipote riflesse ognuna nel desiderio dell’altra: ognuna si ama, si nutre e prende energia dall’amore che riceve.
Ce lo racconta Maurizia Rossella nel suo primo romanzo Stellina e croce, uscito da poco nelle librerie.
Fanno d’insieme alla storia tanti parenti: personaggi dagli appropriati soprannomi e resi animati da un parlato dialettale veneto che trascritto risulta fantasioso, ricco di espressioni pungenti, anche salaci.
E’ un viaggio autobiografico, a ritroso: di riconoscenza. Un concatenarsi lieve di pensieri vissuti, di aneddoti ritrovati intatti e vivi, forse perché già allora erano stati sentiti preziosi.
Maurizia, pagina dopo pagina, sembra compiere con attenzione un’ultima indicazione suggerita dalla zia. Si accompagna in un rito fortemente simbiotico. Mentre “la dice” e le dà senso e corpo, la porta a mescolarsi, a prendere posto e presenza dentro di sé, tanto da sentirsi lei stessa “zia Clara”:”So che nessuno mi crede, ma ora che è morta io sono lei” . La storia finisce infatti nella proiezione di Scarletta anziana che, ad un’amata nipote che la va a trovare, ripete gli stessi insegnamenti e consigli, gli stessi gesti che furono della zia.
E così - ricongiunto il cerchio - tutto ritorna e sopravvive.

 

Alcune immagini della recente presentazione del libro alla libreria Draghi di Padova

Saveria Chemotti presenta il libro di Maurizia Rossella
Maurizia Rossella legge qualche pagina del suo libro
L'autrice firma alcune copie del libro

Breve nota biografica dell’autrice

Maurizia Rossella Perandin è nata a Schio (Vi) nel 1949, nel 1974 si è trasferita a Padova, ora vive a Vò Euganeo. Ha pubblicato quattro libri di poesia: 32 agosto, Occhi di Rosa, Sottomarini felici, Vita naturale. Scrive testi di teatro musicale portati in scena dall’Interensemble: Nadine donna di fiori, Concert’azione, Aline Alone creatura elettronica, Antenore eroe migrante.
Collabora alle pagine culturali dei quotidiani del Gruppo L’Espresso (<<Il Mattino di Padova>>, <<La Nuova Venezia>>, <<La Tribuna di Treviso>>). E’ direttore responsabile della rivista semestrale <<Scorpione letterario>>.

A cura di Abcveneto 

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