Il padiglione Venezia della Biennale è ritornato alla sua città: Luca Massimo Barbero, Chiara Bertola e Angela Vettese, rispettivamente designati da Provincia, Regione Veneto e Comune di Venezia sono stati chiamati a iniziare un nuovo corso in cui assuma centralità la creatività del territorio.
I tre curatori sono stati individuati in ragione dei loro ruoli presso tre delle istituzioni per l’arte contemporanea più attive a Venezia: La Peggy Guggenheim Collection, la Fondazione Querini Stampalia e la fondazione Bevilacqua La Masa.
La riapertura del Padiglione Venezia deve considerarsi in un’ottica che non sia solo il ripristino di uno spazio storico ma anche di un’idea di opportunità per i linguaggi dell’arte contemporanea futura. Una riapertura alle ricerche giovani che possano avere in questo spazio un punto di riferimento e visibilità non solo per le arti visive ma per ogni settore della Biennale. Considerando che una solida base non può che partire dal riconoscimento del passato e di un’identità locale che abbia saputo imporsi sul terreno internazionale, i curatori hanno doverosamente rivolto la loro attenzione ad Emilio Vedova.
Scomparso da poco, è anzitutto l’artista che ha impregnato di sé in modo indelebile l’Accademia delle Belle Arti di Venezia influenzando generazioni intere di studenti; nello stesso tempo, costantemente invitato ad esporre alla Biennale, ha potuto far da tramite tra l’humus veneziano e il contesto mondiale della rassegna.
La sua sola presenza in città del resto sapeva fare gli onori di casa per gli stranieri e generava un via vai di critici, artisti, musicisti: Vedova, con la sua straordinaria energia sia fisica che mentale, finché fu attivo seppe essere il centro di un sistema di relazioni che aiutò a mantenere Venezia al centro del dibattito internazionale.
Emblema di questo continuativo rapporto con la Biennale, grazie alla fondamentale collaborazione della Fondazione “Emilio e Anna Bianca Vedona” , si è scelta unicamente l’opera Senza Titolo (Als ob) simbolo della maturità espressiva del suo linguaggio e contemporaneamente al Leone d’Oro alla carriera (1997) allestita al Padiglione Venezia dal 10 di giugno al 21 di novembre 2007.
A costellazione di quest’opera sono presenti lavori video dei protagonisti dell’Arte internazionale che hanno costruito l’ambiente culturale della Biennale degli anni Settanta.
I lavori video di questi artisti sono: Marina Abramovic, Vito Acconci, Joseph Beuys, Cristian Boltansky, Pierpaolo Calzolari, Rebecca Horn, Jannis Kounellis, Ketty La Rocca, Arnulf Rainer, Richard Serra.
La presenza di questi lavori è stata possibile grazie ad un'altra significativa e fondamentale collaborazione: quella con l’Archivio Storico della Biennale (ASAC) che ha reso possibile per la prima volta di poter mostrare al pubblico questo straordinari documenti.