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Nu. 41, IV - 11 agosto 2007 -mensile telematico sul Veneto e Triveneto e cosa fanno i veneti dentro e fuori d'Italia

Sull’Idrovia Padova-Venezia il fantasma della Nuova Romea


La Nuova Romea autostradale, almeno per il momento, non si farebbe più: l’Anas non sarebbe infatti riuscita a presentare per tempo le integrazioni al progetto richieste dal Ministero Ambiente nell’ambito della Valutazione di Impatto Ambientale.

A cura di Abcveneto

Roberto RovolettoRoberto Rovoletto: al di là dei reali motivi, squisitamente politici, che impongono questa battuta d’arresto, ritengo che essa sia del tutto salutare per ripensare la Nuova Romea. Il progetto presentato a suo tempo dall’Anas prevedeva, infatti, un lungo tratto in galleria, in Comune di Dolo, interferente con il tratto non ancora realizzato dell’Idrovia Padova-Venezia. L’imbocco sud di tale galleria avrebbe attraversato in modo inadeguato l’Idrovia, al punto da renderla irrealizzabile, in quanto il piano viabile della Nuova Romea, in corrispondenza dell’intersezione, sarebbe stato realizzato allo stesso livello del pelo d’acqua previsto per l’Idrovia. In altre parole, il progetto Anas di Nuova Romea autostradale avrebbe posto sopra l’Idrovia la pietra tombale, senza possibilità di appello da parte di tutti i cittadini interessati a non finire sotto quattro metri d’acqua. Questo dato corrisponde al livello d’acqua che, secondo il conosciutissimo studio del prof. Luigi D’Alpaos, si registrerebbe a Stra nel caso di un’alluvione come quella del 1966, qualora l’Idrovia non venisse terminata e posta in esercizio. Ma nonostante questo studio sia stato pubblicato, pubblicizzato anche dal Gruppo Imprenditori ZIP, e divulgato dalla stampa in più occasioni, esso viene ignorato e con esso viene ignorato anche il problema alluvioni. Questo problema è ignorato al punto tale che nessuna grande opera è prevista per debellarlo, e l’unica in grado di farlo e già pronta per il 70% (l’Idrovia Padova-Venezia), viene continuamente osteggiata. La realizzazione della nostra Idrovia porterebbe invece un notevole contributo alla risoluzione di alcuni problemi ambientali legati allo sviluppo stradale. Mi riferisco ai recenti fatti di inquinamento da cromo rilevato sui materiali impiegati sulla Statale del Santo, e il caso non è l’unico. Se si fossero impiegati i materiali ricavabili dallo scavo dell’Idrovia, senza dubbio questi inaccettabile eventi non si verificherebbero. Tornando alla proposta dell’ANAS, questa sarebbe stata inaccettabile per chi intende portare a termine l’Idrovia Padova-Venezia e per coloro ai quali stanno a cuore le sorti del nostro territorio. Vanno peraltro considerati i notevoli costi aggiuntivi di un’eventuale soluzione alternativa, nella quale l’autostrada sottopassasse anche l’Idrovia. L’abbandono della proposta ANAS non deve però distrarci dal problema: si deve evitare che eventuali nuove proposte progettuali non rispettino o non compensino le esigenze funzionali, ambientali e paesaggistiche dei territori e della infrastrutture attraversate dalla Nuova Romea, Idrovia Padova-Venezia compresa. Per questo è necessario che la procedura progettuale e autorizzativa sia concertata con gli abitanti, con gli Enti Territoriali, e con le associazioni più rappresentative degli interessi del territorio, esaminando apertamente vantaggi e svantaggi collegati alla realizzazione e all’esercizio di questa infrastruttura.

Roberto Rovoletto Presidente Gizip Gruppo Imprenditori della Zona Industriale di Padova

A cura di Abcveneto 

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