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Nu. 41, IV - 1 agosto 2007 -mensile telematico sul Veneto e Triveneto e cosa fanno i veneti dentro e fuori d'Italia

TFR: i lavoratori del terziario della Provincia di Treviso lo lasciano in azienda


La quasi totalità dei lavoratori del terziario lascia il Tfr in azienda e non aderisce ai fondi pensione.

A cura di Abcveneto

E' questo il risultato della rilevazione di Unascom-ConfCommercio nei mandamenti della provincia che ha monitorato le scelte di oltre 10 mila lavoratori dipendenti di imprese associate. Vediamo la “mappa delle scelte”: - nel mandamento di Castelfranco Veneto il 92,97% ha optato per l’azienda e solo il 7,03% ai fondi; - nel mandamento di Treviso (che comprende i Comuni di Montebelluna, Asolo, Valdobbiadene, Mogliano, Roncade e Conegliano), la percentuale è quasi la stessa, il 92,50& in azienda ed il 7,5% ad altri fondi; - nel mandamento di Vittorio Veneto la quasi totalità ha scelto l’azienda, il 99% contro l’1% del fondo; - nel mandamento di Oderzo, l’89% ha scelto l’azienda, il 5,1% i fondi aperti, il 4,5% i fondi di categoria e lo 0,9% il fondo ripartito. “Nei primi mesi dell’anno”- spiega Guido Pomini, referente Unascom- “ in previsione della scadenza del 30 giugno, avevamo dato vita ad una intensa campagna informativa iniziando a gennaio con un convegno illustrativo nel corso del quale uno dei massimi esperti nazionali, il dr Vecchietti, ha spiegato ai lavoratori e alle aziende i vantaggi e gli svantaggi delle scelte. Poi abbiamo proseguito per tutto l’inverno con un vero e proprio tour illustrativo organizzato in vari comuni del territorio congiuntamente ad Ebicom e alle parti sindacali. Certamente, prosegue Pomini, questo insuccesso della previdenza complementare non era previsto, stimavamo in un 60% la fetta di lavoratori che poteva decidere di lasciare il TFR maturando nel salvadanaio virtuale del datore di lavoro.

Come ogni nuova epoca- questa - che si profila come un’epoca pensionistica del cosiddetto multicomparto, fa fatica a decollare ed evidentemente c’è molta diffidenza nei confronti delle parole nuove come fondi aperti, chiusi, polizze individuali. Direi che la diffidenza verso i fondi, che nella Marca è probabilmente più alta rispetto alla media nazionale, è dovuta più all’esigenza di rinviare la decisione che ad una effettiva contrarietà. La gente vive già in un mare di incertezze, non riesce a programmare con precisione il proprio futuro, sente che il lavoro potrebbe cambiare presto, e quindi la “scelta interna” non chiude le altre porte e tutto sommato cautela gli indecisi”.

A cura di Abcveneto 

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