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Nu. 41, IV - 3 agosto 2007 -mensile telematico sul Veneto e Triveneto e cosa fanno i veneti dentro e fuori d'Italia

La vendemmia del 2007 sarà l'ennesima "annata del secolo"?


Il Consorzio Tutela Vini del Piave, intanto, "scommette" sul Manzoni Bianco

A cura di Abcveneto

La vendemmia“L’annata del secolo? La si preannuncia ogni anno… e qualche volta si azzecca la previsione. Sicuramente il 2007 verrà ricordato per il suo clima anomalo che farà anticipare la vendemmia di un paio di settimane. Altre certezze, per ora, non ne possiamo avere, anche se abbiamo molti motivi per nutrire buone speranze”. Così Pierclaudio De Martin, presidente del Consorzio Tutela Vini del Piave, frena gli entusiasmi che stanno accompagnando l’attesa dell’imminente vendemmia. “Mi riferisco, ovviamente, alla zona del Piave – continua De Martin - che annovera molti vitigni, tra i quali 10 a Denominazione di Origine Controllata e nella quale, anche grazie al progetto Zonazione in atto, stiamo monitorando molto dettagliatamente la maturazione oramai quasi completa delle uve, che sono fortunatamente sane, nonostante le grandinate che hanno colpito alcune zone. Le aziende sono già pronte ad iniziare, qualcuna già la settimana prossima, la raccolta delle varietà più precoci come il Pinot Grigio e l’Incrocio Manzoni 6.0.13. E proprio solo riguardo a queste, ora, possiamo azzardare qualche ipotesi qualitativa, dal momento che i giochi, oramai, possono dirsi fatti”.

Il presidente sottolinea anche che: “i vignaioli del Piave sono molto interessati alle potenzialità dell’Incrocio Manzoni 6.01.13, vitigno che non rientra ancora in quelli a Denominazione di Origine ma che, nella diverse sei diverse aree Igt della Marca, produce circa 27.000 quintali di uve (dati CCIAA di Treviso 2005, ndr), ossia circa l’1% della produzione totale dei vini Igt. E che essendo un vitigno dalla inconfondibile aromaticità potrebbe beneficiare delle anomalie climatiche e vegetative del 2007, evidenziando le sue eleganti note aromatiche”. Ma l’Incrocio Manzoni 6.0.13, che recentemente ha preso la denominazione di Manzoni Bianco, è anche “qualcosa di più”, per i produttori del Piave. Anzitutto, essendo nato presso la Scuola Enologica di Conegliano - appunto grazie ad un Incrocio tra Riesling Renano e Pinot Bianco realizzato dal professor Manzoni - può essere definito un vitigno autoctono della Marca trevigiana, anche se si va sempre più diffondendo sia in Friuli sia in Trentino con risultati eccellenti, così come diventa sempre più presente anche nel Sud Italia, proprio grazie alle sue caratteristiche di adattabilità su terreni diversi, alla sua produttività costante e alla buona tolleranza alle avversità climatiche. Inoltre, dà un vino dalle notevoli peculiarità enologiche che merita quindi grande attenzione tanto da parte dei produttori, quanto tra i consumatori. Ed è per questo che il Consorzio Tutela Vini del Piave vuole “scommettere” su questo vitigno, come spiega De Martin: “E’ nostra intenzione avviare quanto prima l’iter necessario a far rientrare nel disciplinare di produzione dei vini Piave Doc anche il Manzoni Bianco, proprio per nobilitare ulteriormente questo vino che, ci auguriamo, nell’annata 2007 potrà farsi conoscere ed apprezzare sempre più”. Una Doc, quindi, in arrivo per questa varietà particolare e caratteristica? Gli iter burocratici, si sa, non sono mai brevi, ma probabilmente tra qualche anno esisterà il Manzoni Bianco Doc Piave: un fregio in più per un vitigno nobile e tutto trevigiano, che certo lo aiuterà a conquistare la maggior considerazione che si merita tra i consumatori più esigenti. “Prima, però – conclude De Martin – dobbiamo attendere il completamento di altre due importanti modifiche al disciplinare di produzione dei vini del Piave Doc: l’assegnazione della dicitura “Superiore” al Raboso Piave Doc e il riconoscimento, per la prima volta in Italia, della Doc Carmenere, per dare un’identità precisa ad un vitigno che sta conoscendo grandi fortune nel Nuovo Mondo enologico, in Cile particolarmente, e che a causa di un antico errore di valutazione i vignaioli italiani possono vinificare solamente con la dicitura Cabernet, un po’ troppo massificante per un vitigno dalle caratteristiche così uniche”. Insomma… che si tratti o meno dell’annata del secolo, il 2007 sarà certo ricordato nell’area Piave come un momento di grande impegno e di grande rilancio per i vini di questa che è una delle aree a Demoninazione di Origine Controllata più vaste dell’Italia settentrionale.

A cura di Abcveneto 

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