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Nu. 37, IV - 1 aprile 2007 -mensile telematico sul Veneto e Triveneto e cosa fanno i veneti dentro e fuori d'Italia

IL BALCONE DI GIULIETTA REALTA’ O FINZIONE?


Shakespeare racconta: “siamo all’ inizio del 1300 e la splendida città di Verona è scenario della faida creatasi tra le due famiglie più importanti della città: i Capuleti e i Montecchi. Durante una festa organizzata dai Capuleti, Romeo Montecchi, mascherato, riesce ad introdursi nel palazzo… è sufficiente uno sguardo perché il giovane nobile si innamori della soave Giulietta

A cura di Camilla Bortoluzzi

. Terminato il ricevimento Romeo, nascosto sotto il balcone di lei, la sente confessare l’ amore per lui…” Oggi quel famoso balcone, luogo di nascita di uno degli amori più romantici della letteratura internazionale, è visibile al pubblico gratuitamente, in Via Cappello, vicino al Foro ( Verona). La domanda più scontata che ogni visitatore si pone al cospetto di tale romantica leggenda è: il balcone in questione è proprio quello di cui Shakespeare narra nella sua tragedia? Beh… mi dispiace deludere le convinzioni di tanti innamorati, ma no. Il balcone in questione non è autentico. La fantasia popolare, infatti, ha presto mescolato leggenda e realtà finendo col riconoscere in antiche costruzioni cittadine i luoghi teatro della vicenda: ecco così sorte la dimora di Romeo, la tomba di Giulietta, la sua casa e il famosissimo balcone. In realtà la cosiddetta “Casa Capuleti” è una costruzione risalente al XIII secolo e colui che la trasformò nella presunta dimora di Giulietta fu Antonio Avena, il direttore dei musei cittadini che regalò a Verona un volto medioevale “scenografico”. Ancora prima delle numerose ristrutturazioni alle quali il palazzo fu sottoposto per renderlo pubblicamente più appetibile, si presentava semplicemente come un albergo con stallo e, in seguito, addirittura solo come uno stallo. La “creazione” della casa di Giulietta avviene a partire dal 1935, già da un secolo tuttavia la fama della presunta dimora dell’ eroina shakespeariana aveva varcato i confini italiani, anche se la realtà di fronte alla quale si ritrovarono molti poeti e scrittori non era delle più soddisfacenti. Addirittura lo scrittore Dickens descrive ,nelle sue “ Pictures from Italy”, il palazzo come un “ miserabile albergaccio”. Proprio per fornire un volto più consono alla leggenda che la casa rappresentava, è stata presa in mano dal Comune e restaurata. Il balcone, oggetto di venerazione, è stato costruito proprio in questa occasione. Al di là comunque di realtà o finzione, il balcone e la casa di Giulietta rappresentano ancora oggi i luoghi per eccellenza dell’ amore. Migliaia sono i visitatori che ogni giorno entrano in quel giardino e che, ogni giorno guardando in alto, verso il balcone, sperano di vivere una storia d’ amore intensa e leggendaria quanto quella di Romeo e Giulietta. Un altro motivo di discussione sono le scritte di tutti i colori e lingue che hanno ricoperto i muri di entrata del giardino. Vandalismi o ricordi d’ amore? Mah… a mio parere vedere ragazzi e adulti che cercano in ogni modo di imprimere nella leggenda il proprio di amore, è molto tenero e romantico. Probabilmente però io non sono la persona più ideale per esprimere un giudizio su questi temi, dato che sono e rimarrò per sempre un’ eterna romantica. L’ unica cosa che mi infastidisce è la capacità che le persone hanno di strumentalizzare certi temi, in particolare quello dell’ amore. Basti vedere come un semplice film quale “ Ho voglia di te”, abbia lanciato una vera e propria moda: appendere dei lucchetti ai lampioni presenti sui ponti del Tevere come prova d’ amore. E’ possibile che sia sufficiente un semplice film, senza arte ne parte, per monopolizzare un fenomeno che in realtà a Verona avviene silenziosamente da anni? E’ possibile che le persone non si accorgano di trasformare un pegno d’ amore in un semplice atto mediatico? Adoro entrare nel giardino di Giulietta prima di recarmi all’ università per ammirare tutte quelle firme e quei cuori dedicati al proprio amore e a quello di una coppia leggendaria. E’ per questo che, allo stesso tempo, mi fa rabbia vedere trasformato un ricordo d’ amore in una semplice moda. Probabilmente in entrambi i casi sono solo stupide superstizioni, ma, a volte, non è bello semplicemente sognare?

A cura di Camilla Bortoluzzi  

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