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Nu. 37, IV - 11 aprile 2007 -mensile telematico sul Veneto e Triveneto e cosa fanno i veneti dentro e fuori d'Italia

'Gli Ipocriti' al Teatro da Ponte


Stagione Teatrale 2007 TEATRO L. DA PONTE - VITTORIO VENETO (TV) Città di Vittorio Veneto - Assessorato alla Cultura Teatri S.p.A. Arteven Associazione Amici del Castrum Spettacolo conclusivo della Rassegna di Prosa “QUEL MITICO ‘900”

A cura di Abcveneto

Gli Ipocriti
Ferdinando di Annibale Ruccello,
con Luisa Amatucci, Lello Serao,
Adriano Mottola
regia Annibale Ruccello Ripreso e messo in scena da Isa Danieli
14 aprile 2007 – ore 20.45

Scene di Franco Autiero Costumi Annalisa Giacci Musiche Carlo De Nonno “In una decadente e decaduta villa della zona vesuviana, un anno prima della presa di Roma da parte dell’esercito italiano, si sono rintanate due donne. Donna Clotilde, una baronessa borbonica, che dopo la caduta del regno delle Due Sicilie, vi si è rifugiata serrandosi nel letto e nel dialetto come segno di disprezzo per la nuova cultura piccolo borghese che si va affermando dopo l’unificazione. Donna Gesualda sua compagna di “prigionia”, una cugina povera che svolge presso di lei l’ambiguo ruolo di infermiera-carceriera scandendo le giornate tra pasticche, acque termali e farmaci vari. Le due donne hanno quotidiano ospite della villa il parroco del paese, Don Catello, un prete meschino ed ambiguo che si barcamena tra un atavico servilismo borbonico e traffici con la nuova classe politica in ascesa. L’arrivo di Ferdinando, imprevisto giovane nipote di Donna Clotilde getterà il classico scompiglio in villa. Ferdinando riuscirà a conquistare tutti i protagonisti della storia, intrecciando promiscue relazioni con le due donne e con il prete, facendo così scoppiare tutte le contraddizioni ed i veleni sopiti sotto la polvere e le ragnatele”. (Dalle note di regia).

PRIMO TEMPO PRIMO QUADRO

5 agosto 1870 “Nove anni dopo la caduta del regno delle due Sicilie, l’azione si svolge in una vecchia villa borbonica della zona vesuviana. La scena rappresenta un grande salone della villa adibito a camera da letto. Sulla parete di fondo una grande porta aperta lascia intravedere la scala padronale che porta ai piani superiori. Sempre sul fondo un grosso letto a baldacchino. Sulla parete di destra due porte-balcone a vetro, danno su quella che dovrebbe essere una terrazza, la cui vista ci è preclusa da un pesante tendaggio tirato per proteggere la stanza dalla calura e dal sole intenso che proviene dall’esterno. Sulla parete di sinistra, il camino e vicino un divano utilizzato come lettino. In disordine sparso scaffali con libri, tavoli quasi interamente ricoperti di medicinali, un inginocchiatoio, sedie, una poltrona,uno scrittoio. Nel letto a baldacchino giace Donna Clotilde,una donna non più giovane, le cui forme opulente si disegnano sotto le coltri con una languidezza anch’essa caratteristica di chi è uso trascorrere nel letto gran parte della propria esistenza. I lunghi capelli sciolti circondano l’ovale del viso la cui pelle è di una bianchezza e di una trasparenza impressionante. Solo gli occhi hanno sempre un fondo di inquietudine, di insoddisfazione. In una sedia accanto al letto è seduta Donna Gesualda, rinserrata nel nero del suo abito modesto e virginale”.

SECONDO QUADRO

7 agosto 1870 “Troviamo Donna Clotilde a letto, Don Catello immobile vicino al camino e Donna Gesualda, visibilmente emozionata in piedi presso l’arco della porta. Nella stanza si precipita Ferdinando,ancora in tenuta da viaggio. E’ un giovane di circa sedici anni, di una bellezza apollinea, con lunghi riccioli biondi che gli scendono quasi fin sulle spalle, un corpo esile e slanciato ed un’aria di ingenua tristezza che gli conferisce il maggior fascino. Tutti sono turbati dalla sua bellezza e per tutto il quadro si ostineranno a chiamarlo “bambino”. Entrato in camera e lasciata una piccola borsa ai piedi del letto si getterà ai piedi di Donna Clotilde baciandole la mano”.

SECONDO TEMPO TERZO QUADRO

10 novembre 1870 “Le cose che saltano evidenti all’occhio sono il letto di donna Clotilde e l’assenza dal letto di Donna Gesualda. Quello di Donna Clotilde è vuoto, rifatto ed ha tutta l’aria di essere usato soltanto nelle ore notturne. La stessa stanza non ha più nulla di quella dell’ammalata anche se ha conservato, forse a causa della necessità, la sua funzione multi uso per tutti i momenti della giornata. Ad apertura di quadro vediamo Don Catello, Donna Gesualda e Ferdinando che stanno provando un dramma sacro”.

QUARTO QUADRO

15 dicembre 1870 “La stessa scena immersa nella penombra di un tardo pomeriggio d’inverno. In lontananza suono di zampogne e ciaramelle che seguono la rituale novena di Natale. Dalla porta centrale entrano Clotilde e Gesualda che stanno continuando una conversazione avviata da tempo. Clotilde è agitatissima. Gesualda è terribilmente fredda”.

Info biglietti Teatri S.p.A. 0422-540480, 0438-553836.

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