nu. 34 anno quarto¬ 1 gennaio 2007 mensile online gratuito
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Intervista esclusiva a Raffaella Biasi


Questo mese abbiamo intervistato Raffaella Biasi: insegnante, traduttrice, islamologa, istruttrice di yoga, esperta di cultura orientale e mamma. Con lei abbiamo parlato di tutto ciò che è legato ai problemi dell’Immigrazione, come la corruzione, la povertà, i diritti umani e la convivenza multietnica. Tematiche di estrema e irrinunciabile attualità per tutti. Abbiamo chiesto a Raffaella, pertanto, di aiutarci a capire. La più parte di noi si relaziona con lo straniero solo conoscendolo dai giornali o dalla televisione o attraverso ingannevoli quanto fuorvianti percorsi turistici.

Di Sara Miriade

Abcveneto.com: Il flusso migratorio nel nostro Paese è un fiume in piena che non si è ancora arrestato, cambiando il paesaggio umano in maniera irreversibile. Cosa spinge queste persone verso il nostro Paese?

Raffaella Biasi: Anche in questi giorni, in pieno inverno, sono sbarcati sulle coste siciliane 650 persone provenienti dall'Egitto. Perché un essere umano rischia la vita, fuggendo su un barcone, affrontando il mare aperto e rischiando la morte? Cosa rende impellente la loro fuga? L'Egitto e i Paesi arabi non sono poveri come l'Africa nera e quindi non si fugge per un problema legato alla fame o alla povertà. Se solo i nostri turisti in cerca di paradisi artificiali come Sharm el Sheik potessero uscire per un attimo dai binari in cui sono costretti vedrebbero la verità. Ho scelto di fare un viaggio fuori dai binari, a nord del Cairo, in una comune cittadina che non fa parte del percorso turistico. Potevo permettermelo perché ho amici che mi nascondevano e mi proteggevano e comunque sono laureata in arabo e quindi so come muovermi. Ho girato velata da un burqa (niqab) e così ho potuto entrare in tutte quelle atmosfere altrimenti proibite al turista, vivere in famiglia, o meglio, nascosta in una casa in costruzione per poter ascoltare meglio. I veri problemi sono l’oppressione, il controllo sociale e la libertà. La società islamica controlla se stessa con le rigide regole prese dalla parte più popolare della religione.Raffaella Biasi Tutto viene gestito dal pettegolezzo, tramite il quale la gente passa il tempo a controllare il vicino, che naturalmente ha solo il tempo di difendersi e non ha il tempo di costruire qualcosa di buono. Per esempio basta un piccolo pettegolezzo sulla tua moralità, perché la polizia ti metta in carcere. Il governo favorisce il controllo sociale perché trova molto comodo mantenere lo status quo dei pochi ricchi rispetto all' 80% dei poveri del Paese. L'odio verso il dittatore Mubarak è accentuatissimo, salvo che per le classi ricche. Secondo me il governo prova a dare al paese un po' di modernità, ma è ormai talmente corrotto, egoista e distante dalle preoccupazioni minime del popolo che non viene più creduto. A causa di ciò hanno preso piede i Fratelli Musulmani - ossia gli integralisti islamici- che, opponendo una seriosa morale e aiuti concreti alle masse, danno speranze di vita alla gente comune. Uno dei maggiori problemi è la mancanza di libertà. Come dicevo è l'uso del controllo sociale che impedisce alle masse di evolvere, perché devono perpetuare una tradizione che ormai non va più di pari passo con l’evoluzione del mondo. Nelle dittature come in Egitto, per esempio, per un nonnulla vieni messo in prigione, facilmente torturato e con qualche scusa anche ucciso. Cose all'ordine del giorno.

AbcVeneto.com: Che esperienza straordinaria hai vissuto! Da vera privilegiata! Certo la conoscenza di amici e della lingua ti hanno aiutato, ma non hai mai avuto paura?

Raffaella Biasi: Quando programmo un viaggio mi assicuro di essere completamente protetta e quindi curo ogni dettaglio, specialmente coltivando le amicizie. Vi è da dire che l’ignoto è sempre in agguato, specie nei paesi poveri.

AbcVeneto.com: Cosa ti ha spinto ad intraprendere un viaggio così rischioso?

Raffaella Biasi: Vorrei aiutare le persone che vivono nei Paesi poveri, i miei amici e fratelli musulmani ad evolversi dal bozzolo che li vede oppressi dalle loro stesse leggi. Per fare questo avevo bisogno di capire nel profondo cos’era il malessere in cui vivono. Inoltre volevo cercare di aiutare qualcuno ad espatriare legalmente, ma non ho trovato appoggi legali. Sembra che chi detiene il potere non abbia interesse all’aiuto concreto e specifico. Paradossalmente chi ti aiuterebbe a fuggire è il grande business internazionale dell’immigrazione, secondo solamente a quello della droga. È chiaro che non ne ho usufruito.

AbcVeneto.com: Il fatto che la stragrande maggioranza degli immigrati arrivi qui da clandestino, può facilmente indurre a pensare che siano dei fuorilegge, perché altrimenti seguirebbero la via istituzionale del visto da parte del loro Paese di provenienza. Come stanno le cose?

Raffaella Biasi: Il governo ostacola il rilascio dei visti, i quali sono pressoché impossibili da ottenere, ma nel contempo non offre possibilità di sopravvivenza decente ad un'enorme fetta di persone. Si può ottenere qualsiasi cosa corrompendo la persona giusta, compresi i visti, ma è talmente difficile per un cittadino medio che guadagna circa 50 euro al mese avere il denaro sufficiente ad un visto (pressappoco 7000 euro) che difficilmente un cittadino comune potrà mai permettersi il lusso di emigrare legalmente per migliorare la propria esistenza. A questo punto non resta che partire e rischiare la vita, piuttosto che condurre un'esistenza inutile e senza speranze. La nostra visione degli immigrati è piuttosto unidirezionale. Non riusciamo a capire le loro motivazioni e ci toccano poco ormai le loro storie di sopravvivenza, l'importante è che non vadano ad incidere sulla nostra ricca routine. Probabilmente una ricerca delle cause e un ascolto delle loro storie aiuterebbe anche noi a capire come regolare la gestione delle masse islamiche in Italia.

AbcVeneto.com: Nella gestione delle masse islamiche in Italia il problema più grosso sembra quello legato alla religione, che impone l’accettazione di pratiche sociali per noi inaccettabili, come quelle legate alla concezione della donna, che nell’ambito di questa cultura sembrano molto discriminatorie. Cosa ne pensi in proposito?

Raffaella BiasiRaffaella Biasi: Parlo a lungo di questo in un libro che è edito dalla Provincia di Treviso: L’islam tra Noi, e in un BLOG sull’argomento. La questione femminile è un tema scottante e accattivante e non così scontato come può apparire a prima vista. Se infatti la discriminazione è evidente, le sfaccettature degli infiniti mondi islamici offrono soluzioni inaspettate. Portando a galla questo problema credo che si favorirà la sua soluzione.

AbcVeneto.com: La convivenza multietnica è una realtà anche per il nostro Paese; esperienza umana che chiede a tutti, ospiti e ospitanti, una rinegoziazione dei punti di vista. A tuo avviso quali sono i beni irrinunciabili che le due parti in gioco devono ricercare per fronteggiare questa nuova sfida delle relazioni umane?

Raffaella Biasi: Continuo a vedere persone che si fronteggiano invece che rispettarsi e comunicare. Invece l’amore e la carità verso l’altro sono il veicolo della comprensione. Irrinunciabili sono ovviamente i diritti umani, il diritto alla persona singola (opposta alla Comunità), la laicità dello Stato e la non discriminazione per le scelte individuali. Intendo dire, per esempio, che al giorno d’oggi è impensabile punire chi desidera cambiare religione ed è anche importante sostenere le sfide che riguardano la questione femminile.

AbcVeneto.com: Quali sono i tuoi prossimi impegni futuri?

Raffaella Biasi: Sto scrivendo la storia di questo mio ultimo anno passato in questa società. E' un'incredibile avventura che ha come filo conduttore una storia d'amore, ma da un chiaro spaccato dei nostri giorni rispetto alla corruzione italiana, nordafricana e all'immigrazione. Inoltre parla di come relazionarsi con le altre culture. Pur essendo un romanzo è molto realistico e pieno di avventura. Sto però cercando la casa editrice interessata.

AbcVeneto.com: Chi sono i due amanti? Possiamo sapere qualcosa di loro?

Raffaella Biasi: In questi due amanti si possono rispecchiare in parte le storie di molte turiste occidentali che ultimamente credono di andare all’estero per fare del turismo sessuale, ma questa finisce per essere una storia di agape più che di eros, perché sono troppe le incognite che si mischiano e cambiano i personaggi. Da un romanzo di avventura ne viene uno spaccato sociale dei nostri giorni. Quanto alla storia d’amore è sicuramente la più incredibile che mai abbiate letto.

AbcVeneto.com: Tuo figlio non protesta mai perché la sua mamma è così impegnata?

Raffaella Biasi: In realtà non mi vedo molto impegnata, sono semplicemente me stessa. Il mio lavoro di studiosa e scrittrice si svolge prevalentemente a casa. Inoltre sono ben organizzata ed esco solo per lavoro.

 

 

Di Sara Miriade

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