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Educare con il lavoro


Incontro pubblico: “Educare con il lavoro” Si è tenuta il 22 dicembre scorso, in un incontro aperto al pubblico presso il Centro Servizi S. Spirito di Gubbio, la presentazione del libro di Raniero Regni: “Educare con il lavoro”, Armando editore, 2006.

A cura di Simona Cernicchi

La tematica relativa al mondo del lavoro, che si presenta complessa e piena di rimandi a molte branche del sapere, ci è stata presentata dalle parole di docenti tra cui i Professori Gianfranco Cesarini e Filippo Maria Stirati, che hanno commentato il libro di Regni.

Il primo ha sottolineato l’importanza di mantenere sempre una mente aperta e flessibile, in modo da trovare da soli la propria strada e ha sottolineato come nel testo oggetto di presentazione ci fosse quale motivo di ispirazione anche il pensiero di Hannah Arendt. Per quest’ultima l’uomo può seguire una “Vita Activa” che comprenda ma non si esaurisca nel lavoro, può sperimentare nuove vie e un nuovo se stesso, creare per ricrearsi, desiderare, ricercare per arricchirsi interiormente in un processo continuo e senza fine. Il Prof. Stirati ci ha ricordato come l’uomo da sempre si sia interrogato sulla concezione del lavoro. Ad esempio, mentre per Esiodo il lavoro nasce come una maledizione, come una colpa da espiare dopo che Prometeo ha donato il fuoco agli uomini, per Virgilio invece il lavoro serve per far uscire l’uomo dall’inerzia e per attivarne le competenze, ove competenza è intesa come arte di utilizzare il sapere. Il lavoro, ci ha detto, non va visto solo come un mezzo per incrementare la produttività e i consumi ma come qualcosa che dà senso alla vita e che, in tale ottica, svela una vera e propria funzione terapeutica. Infine, ha ribadito l’importanza dell’educare con passione quale valore che permetta ai giovani di aprirsi alle scelte future con consapevolezza e autonomia.

Il Prof. Regni ha confermato la complessità dell’argomento e le enormi difficoltà che si incontrano oggi nel cammino volto a sentire la propria vocazione e a conciliare il mondo del lavoro con quello della famiglia. Anche se nel nostro tempo c’è tanto rumore… l’autore del libro ci ha incitato a nutrire l’intelligenza e ad ascoltare la propria voce interiore, il proprio demone direbbe James Hillman, poiché quelli che fanno il lavoro per cui sono nati sono felici. Ci ha ricordato come noi abbiamo scisso il gioco dal lavoro e neppure il tempo libero ci soddisfa più. Non guardiamo la serietà con cui un bambino sceglie e porta avanti appassionatamente il gioco, come non sia pesante per lui giocare e come sia soddisfatto dopo aver dedicato anche tanto tempo a questa attività.

A Regni piacerebbe si possa riscoprire l’apprendistato, come modalità per imparare dal lavoro e come grande opportunità di avere un Maestro capace di insegnare con il corpo, con i gesti e non solo con le parole. Ci ha salutati richiamando la Arendt per la quale NOI SIAMO FATTI PER ESSERE UN INIZIO. Così il Natale è un inizio, l’Anno Nuovo è un inizio, Noi siamo un inizio poiché “nasciamo ogni volta”. BUON INIZIO!

 

 

A cura di Simona Cernicchi

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