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Nu. 40, IV - 1 luglio 2007 -mensile telematico sul Veneto e Triveneto e cosa fanno i veneti dentro e fuori d'Italia

NICO VASCELLARI La fisicità del suono


Da pochi giorni si è aperta la 52° Biennale Internazionale di Venezia. Veramente ricco il carnet di eventi che hanno accompagnato i giorni della vernice.

Di Carlo Sala

Nico Vascellari With LoveUno dei momenti più interessanti è stata la performance di Nico Vascellari che ha inaugurato il suo lavoro alla Sala Marceglia dell’Arsenale. L’autore, natio di Vittorio Veneto, si sta imponendo come uno dei migliori artisti della nuova scena italiana contemporanea. Quest’anno ha vinto la quarta edizione del Premio per la Giovane Arte Italiana, istituito dal DARC e dal MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo. L’artista veneto ha avuto così l’opportunità di esporre alla prestigiosa rassegna veneziana. Il progetto site specific –visibile fino al 21 novembre- si intitola Revenge. Un lavoro che spazia dalle arti visive alla musica. Si potrebbe dire che riflette la natura dell’artista: eclettico, versatile e aperto a molteplici contaminazioni. Per tre volte Nico ha effettuato una performance all’interno dello spazio espositivo. Lo scenario era certamente suggestivo: una stanza dominata da una grande installazione fatta con un muro di abete intagliato a mano. In esso erano inseriti numerosi amplificatori musicali prestati da musicisti internazionali. La gente è stata fatta entrare in un’atmosfera resa rarefatta e suggestiva dal suono degli impianti di riproduzione musicale. Vascellari si è calato da una parete e seguito da figure vestite di nero ha mimato la ritualità di un concerto punk. Il suo incontro-scontro con le persone presenti nella sala ha creato una grande interazione con i fruitori. I suoi movimenti erano ricchi di teatralità. In ogni suo gesto sembrava che una scultura plastica prendesse vita in un contesto contemporaneo. Un lavoro dal forte connotato autobiografico che unisce i vari aspetti creativi di Nico.
Un autore anomalo che non si identifica con gruppi, tendenze e modi di fare. Difficilmente catalogabile, anzi dalle sue apparenti contraddizioni trae linfa vitale per continuare a stupire. Creare emozioni forti, intense e suggestioni vere perché frutto di un vissuto quotidiano senza mediazioni o reticenze.

Nico Vascellari- RevengeHo incontrato Nico Vascellari a Venezia dopo terminata la sua performance Revenge. Ne è scaturita una interessante discussione che delinea i vari aspetti della creatività dell’artista.
Il tuo lavoro nasce dagli ambienti musicali, quanto questo ha influenzato la tua produzione visiva. Sono due aspetti distinti o intrinsecamente legati?
In parte la risposta la hai data già tu. Io distinguo mentre lego.
Ho cominciato a sentire delle assenze mentre camminavo durante il giorno nei musei delle città dove la sera prima avevo suonato in qualche club o squat.
Queste assenze poi si ripresentavano alla sera sul palcoscenico della tappa successiva del tour.
Lavoro su queste assenze.

Nei tuoi lavori sai coniugare da un lato istinto ed emozionalità e dall’altro idea e costruzione…
Credo che l’arte debba essere fatta di viscere, quindi di incertezza, mistero cosi come di cervello e ragione. Queste sono le due caratteristiche che animano gli uomini. Da un lato c’è una grossa parte di noi legata ad una bestialità, repressa da un’educazione, una ragione, un cervello e una cultura. E dall’altra continua a sfogarsi in mille bestialità che facciamo ogni giorno, alcune delle quali mi piacciono molto, altre meno o affatto.

Poniamo l’attenzione su questi nuovi autori di performance che si stanno affacciando sullo scenario internazionale. Ti senti parte di qualcosa o estraneo a tutto questo?
In realtà non mi vengono in mente autori che si stanno movendo a livello performativo nella mia direzione. Questo non vuol dire che non mi sento vicino ad alcuni artisti.

Parlando del tuo lavoro in Biennale, quanto del tuo personale c’è in questa opera?
Sicuramente il cento per cento!

Il lavoro è composta da delle casse prestate da alcuni tuoi amici musicisti…
L’utilizzo del suono nel mio lavoro è sempre reale. Quasi una sorta di autoritratto: è il mio background, una grossa parte di ciò che io sono. Nei concerti la maggior parte delle volte si suona con strumentazione che non sono tue. Vai in un posto e chiedi a una persona se ti può prestare il suo amplificatore. La volta dopo sai che sarai tu a dover prestare il tuo. Questo legame di affetto e di amicizia che si è creato con queste persone nel corso degli anni è fondamentale. Non parlerei mai di aspetti collaborativi, semplicemente sono aspetti reali all’interno di una struttura che sembra per lo più fantasiosa.

Cosa può importare Nico Vascellari nel mondo dell’arte dalla cultura underground?
Direi Nico Vascellari. La cultura underground è fatta di individui e di interpretazioni. Io non sono la cultura underground, ma solo una parte di essa. Non cerco di trascinare con me fascinazioni del punk. Porto con me quella che è la mia esperienza, con lacune, ricchezze e peculiarità.

Revenge in allestimentoUn volta ti hanno definito Punk e hard-core. Tu hai risposto che non ti senti nessuno dei due, ma qualcosa di diverso e ai margini di tutto. Il tuo lavoro è una sorta di ibrido?
Sento di essere affascinato da miriadi di cose che a volte sembrano contraddizioni. Mi piacciono le scarpe di Comme Des Garcons cosi come ‘Anticapital’ degli Assuck.
Non sento il bisogno di definire in alcun modo quello che faccio. Quello che mi interessa è scoprirlo, viverlo e esserne trascinato.

Progetti per il futuro?
Svariati. Sul piano musicale registreremo preso un album con With Love. Stiamo anche rielaborando dei materiali che sono stati registrati durante le improvvisazioni della performance Glitter Secondario. Ci saranno nuove collaborazioni con John Wiese che mi ha seguito in questa performance e in quella di Milano. Verrà realizzato un album con il materiale realizzato in studio insieme a John Wiese e Stephen O’Malley quand’erano qui in Italia. Ci sono varie pubblicazioni che usciranno. E naturalmente una miriade di progetti che spero vedranno la luce presto ma direi che sarebbe prematuro parlarne ora.

NOTE BIOGRAFICHE
Nico Vascellari vive e lavora tra Vittorio Veneto e New York, dove frequenta l’Italian Academy at Columbia University, Premio New York del Ministero degli Affari Esteri. Dalla fine di quest’anno sarà artist in residence con borsa di studio all’American Academy of Rome. Musicista e artista, è dal 2000 al 2002 è stato al dipartimento design di Fabrica; nel 2004 ha partecipato al Corso Superiore di Arte Visiva della Fondazione Antonio Ratti; nel 2005 ha conseguito il I Premio Internazionale della Performance, organizzato a Dro dalla Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento. Tra le recenti mostre personali : ArratiaBeer, Berlino (2007); Viafarini, Milano (2006); Skuc, Lubiana (2006); Monitor, Roma (2006).

Calro Sala

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