Conversazione in un giardino della Riviera del Brenta*
testo di Alessandra Pucci
foto di Luccia Danesin
Profumi di inizio estate. Tanti verdi lucenti e ancora teneri, macchie di fiori bianchi e gialli tra le ombre degli alberi che cingono lo spazio del prato dietro la casa bianca di Maria Baldan. Intorno al tavolo di pietra, siedono sei donne: la scena fa pensare ad un tempo sospeso, lontano, percepito diverso dal nostro quotidiano esistere inutilmente veloce.
Le voci si accordano allo spazio e ai colori in una inconsapevole leggerezza: le parole e i gesti hanno la quiete delle cose semplici e perciò rare.
Sono insieme per una festa? Può darsi, ma non è importante il merito quanto piuttosto l’armonia che lega il gruppetto come in certe opere di Silvestro Lega, dove l’atmosfera incantata trascolora dalle rose agli abiti e ai volti delle sue signore.
Avvicinarsi vuol dire entrare nel cerchio, essere parte della scena che ora si apre al piacere della conversazione.
Nel ‘700 il trovarsi per conversare raggiunse forse il massimo splendore, tanto da divenire in certi ambienti un esercizio di stile, e soprattutto un’arte. Il tempo ci regala nuove ed eccitanti situazioni, ma troppo spesso ci fa perdere le cose preziose che consideriamo superate. Tra queste non esito a mettere il piacere della conversazione, troppo spesso scaduta a inutile chiacchiera invece che scambio d’idee e di conoscenze.
L’arte della conversazione è in declino, ma basta un fortunato incontro di persone che tendono all’eleganza del linguaggio, perchè improvvisamente ritrovi il suo splendore.
Riconoscersi nel piacere del discorso, nel creare situazioni di continua suggestione e attenzione, nel misurare l’ascolto e l’intervento in un ritmo pacato entro cui la dialettica non è mai prevaricazione nè protagonismo, ecco raggiunto lo scopo del ritrovarsi con un senso di gioiosa appartenenza.
Argomento principe è l’arte nei suoi vari aspetti per chi la esercita come artista o per chi ne scrive da storica o da giornalista, ma prosegue in altre direzioni mentre viene servita una colazione con cibi genuini e ricette semplici della tradizione veneta.
Il buon vino e la buona tavola aggiungono letizia al convivio che si accende di ricordi e rimandi a personaggi, situazioni, viaggi, letture, l’amore per la natura e per gli animali. Il tempo scorre, e anche questo giorno si appresta a diventare un bel ricordo, che però voglio credere possa riproporsi per regalare, a chi ne farà parte, la consapevolezza di avere il bene della parola e dell’ascolto come dono.
Ringraziamo la nostra ospite che ci accompagna al cancello: a presto, vi aspetto!
Alessandra Pucci *
sito web della riviera del Brenta: http://www.rivieradelbrenta.org/
