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Nu. 38, V - 2 maggio 2007 -mensile telematico sul Veneto e Triveneto e cosa fanno i veneti dentro e fuori d'Italia

La stampa turca è più 'sincera' di quella italiana?


Mercoledi' 18 aprile a Malatya, in Turchia, tre cristiani sono stati brutalmente torturati e mutilati prima di essere sgozzati. Lo scrive la stampa turca, ma la stampa italiana minimizza.

Di Raffaella Biasi - islamologa

'Le cosce, i testicoli, l'ano e la schiena di uno del gruppo erano stati dilaniati da 99 colpi di coltello. Le sue dita erano state tranciate fino all'osso' ha affermato il chirurgo Murat Ugras dell'ospedale di Malatya, dove le tre vittime sono state trasportate dopo l'eccidio. Sul corpo del cittadino tedesco, Tilman Geske, sono state inferte ben 156 coltellate, gli hanno cavato le budella in diretta, per mostrargliele prima della morte. Perchè quindi questo silenzio della stampa italiana? Perchè questa ipocrisia giornalistica, questo sorvolare su un fatto cosi grave? In realtà hanno voluto minimizzare i fatti perchè è successo molto di più. Inoltre in tutto il mondo vi sono ancora dei martirii di preti o laici che fanno semplicemente il loro mestiere o semplicemente dimostrano le loro scelte di vita non violente, ma vengono ugualmente barbaramente assassinati. I Cinque giovani arrestati per l’uccisione dei tre impiegati della casa editrice cristiana Zirve di Malatya erano poco più che ragazzi, come lo erano gli assassini di don Andrea Santoro e del giornalista cristiano Hrant Dink. Questi ragazzi hanno rilasciato farneticanti dichiarazioni religiose. Tali efferati omicidi sono stati accompagnati da generiche dichiarazioni di condanna da parte del mondo politico turco. Un religioso cristiano dice che gli arresti di cinque giovani, accusati della strage di Malatya, e le grida contro lo scandalo della violenza nascondono la realtà della situazione della Turchia che non è un Paese islamico sulla carta, ma nelle usanze, perché manca ancora la libertà religiosa e si diffondono false accuse contro i fedeli di Gesù.

Questa situazione è stata anche denunciata nella riflessione del pastore protestante che vive in Turchia, dove la “laicità” dello Stato vale solo per i cristiani, mentre i media troppo spesso avallano, quando non promuovono, una campagna di disinformazione e diffamazione. Anche in questo caso, appaiono significative le affermazioni, a caldo, del governatore di Malatya, Ibrahim Dasoz, per il quale poteva trattarsi “non di un attacco", ma di uno "scontro interno" alla casa editrice ed i resoconti dei media, dai quali spesso traspare anche la voglia di dare una qualche responsabilità agli uccisi che “distribuivano” Bibbie, attività ritenuta di proselitismo, quindi una imperdonabile blasfemia nei paesi islamici, anche se la Turchia formalmente è un paese laico. Lo stesso ministro per gli affari religiosi, Mehmet Aydin, ha detto tempo fa che coloro che fanno proselitismo "dividono la nazione turca".

Si evince chiaramente che la Turchia ha ancora dei seri problemi con quella parte di fanatici che non riescono a far decollare l’amore per il vero Islam, un islam saggio e pacifista, attento alla moderazione e aperto al sapere. Ma se le torture, le guerre di religione, gli attentati, gli omicidi hanno ancora luogo con frequenza è lecito chiedersi il perché ed anche è lecito domandarsi perché non vengono perseguiti con più fermezza e perché l’intero mondo islamico cosiddetto ‘moderato’ non si solleva contro questi abominii. A queste complesse domande si possono dare alcune letture generali. Innanzitutto vi è un grande processo geopolitico internazionale che prevede che ci sia una parte di fanatici che per ‘re-islamizzare’ il pianeta sia disposta a qualsiasi cosa. Costoro prediligono i gesti molto visibili e possibilmente simbolici, meglio ancora se in date simboliche, le quali giustificano il gesto in nome di una ideologia, cosi come lo sgozzamento rituale giustifica ogni morte. Inoltre pare che in Turchia, stando così le cose, non sia stata ancora messa in pratica la richiesta di reciprocità di comportamento religioso. Eppure la Turchia entrerà in Europa!… Lungi da me fare di tutte le erbe un fascio. Evviva la Turchia in Europa se risolve i suoi problemi. Evviva l’islam che sa dare forza, equilibrio e moralità alle famiglie. Si cerca di minimizzare queste notizie, a mio modesto avviso, anche per non cadere nella trappola che tutti i turchi sono fanatici o che tutti gli islamici sono fanatici, proprio per non offrire il destro a una serie di vendette a catena che allargherebbero le guerre di religione.

Ciò non toglie che dovrebbero essere proprio i musulmani a sollevarsi contro chi fa un cattivo uso dell’islam e toglie credibilità a una religione e a un comportamento sano e moderato che tanti musulmani vogliono dimostrare all’Occidente.

Di Raffaella Biasi - islamologa  

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