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Nu. 36, IV - 1 marzo 2007 -mensile telematico sul Veneto e Triveneto e cosa fanno i veneti dentro e fuori d'Italia

Editoriale n.36: Que viva Tina, Omaggio a Tina Modotti al Centro Culturale Candiani


Sabato 3 marzo, il Centro Culturale Candiani, Cinema Zero e Centro Donna, rendono omaggio a Tina Modotti, la grande fotografa udinese, nel centenario della sua nascita. Comune di Venezia Beni e Attività Culturali Centro Culturale Candiani Piazzale Candiani, 7 - 30174 Venezia Mestre - tel. 041.2386111 - fax 041.2386112 www.comune.venezia.it/candiani

A cura di Federico De Nardi

Chi non conosce Tina Modotti? Fa comunque piacere che qualcuno si sia ricordato di lei, anche se su internet, le sue foto sono sempre visibili e rintracciabili, anche le più belle. La vita di questa ragazza udinese, luminosa e rapida come una stella cometa, ci porta ad anni particolari, significativi, ricchi di storia, di eventi. Gustarli attraverso di lei, attraverso i suoi occhi, affascina, rapisce, ci fa anche un pizzico d'invidia la sua vita, avvenuta in anni non sospetti, anni in cui il mondo era giovane e non tutto era legato al quattrino come oggi, anche se certo, anche una volta ci si doveva riempire la pancia. Dire che Tina Modotti è bella non è sufficiente, la ragazza è la sua vita stessa, è un esempio irripetibile, se fosse vissuta oggi non credo avrebbe fatto la presentatrice al festival delle canzonette... chissà cosa avrebbe fatto Tina, forse la cosmonauta, perché solo le stelle sono alla sua altezza. Onore quindi al Centro Candiani, che si è ricordato di questa grande donna, fotografa, ribelle, attrice, filandiera, militante politica. Oggi c'è un po' un rimpianto in tutto questo, perchè Tina credeva in quello che faceva, parliamo della politica e del suo impegno, oggi questo soffio ideale, sembra esaurito negli scarichi delle auto nuove che affollano ogni strada. C'è ancora qualcuno che crede?

In programma alle ore 16.00, Que viva Tina di Silvano Castano. Il noto documentarista francese, ripercorre nel film la vicenda umana e artistica di Tina Modotti, straordinaria e complessa come poche altre: dal Friuli a Hollywood, il Messico, Mosca, la Spagna fino a Città del Messico, dove Tina morì nel gennaio 1942, a soli quarantasei anni.
E’ il frutto di una puntigliosa ricerca durata molti anni, passati fra archivi di mezzo mondo, collezionando documenti, testimonianze e, ovviamente fotografie, dal periodo friulano a quello hollywoodiano, da quello messicano a quello russo, per arrivare alla Spagna e ritornare infine alla tragica Città del Messico. Si tratta di un autentico viaggio nella vita avventurosa e girovaga della fotografa friulana, dove non solo i luoghi hanno il loro significato: Roubaix de l’Abrie detto Robo, Diego Rivera, Alfaro Siquieros, Josè Clemente Orozco, Julio Antonio Mella, Vittorio Vidali, appaiono come compagni di viaggio, di avventura e talvolta d’amore dell’artista.

Ciò che rende poi il lavoro particolarmente degno di nota, è la scelta di Castano di utilizzare molte foto scattate da Edward Weston e altri che ritraggono Tina Modotti dando vita, come afferma Riccardo Costantini, ad un “…curioso cortocircuito, uno sguardo particolarissimo, su un’artista che ha basato tutto il suo mondo creativo sull’osservazione e sul punto di vista. Un autentico viaggio all’interno dell’ universo Tina Modotti, uno sguardo necessario ed entusiasmante”.

A seguire, la proiezione di The Tiger’s Coat, il film hollywoodiano del 1920 che la vede come attrice protagonista e, alle 18.00, inaugurazione della mostra Que viva Tina al quarto piano del Centro, con opere tratte dagli archivi fotografici di Cinemazero in cui sono custodite diverse fotografie tratte da negativi originali, molte delle quali hanno girato e continuano a girare il mondo, materiali inediti e meno conosciuti, frutto di ricerche in Italia, Russia, Germania, Cuba, Messico, Spagna e Francia.

La mostra sarà visitabile fino al 25 marzo negli orari di apertura del Centro.

Ingresso libero

Tina è nata a Udine il 17 agosto 1896 e deceduta a Città del Messico il 5 gennaio 1942. Dopo l'improvvisa scomparsa, il riconoscimento della personalità umana, artistica e politica di Tina Modotti fu quasi immediato e per alcuni anni la sua vita e la sua opera restarono vive in buona parte dell'America latina. Poi cadde l'oblio, lungo di almeno trent'anni. Inquietanti cause di questo silenzio/rifiuto si possono trovare nel mondo reazionario, nel provincialismo, nel dilagante moralismo di questo secolo, contrari alla valorizzazione di una donna libera e inserita nel grande filone della cultura laica.

Altre notizie su http://www.comitatotinamodotti.it/tina.htm

A cura di Federico De Nardi
 

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