abcveneto.com
fotonotizie per la stampa: Marcellino Radogna
Direttore Federico De Nardi www.abcveneto.com giovedì 1  novembre 2007
prima pagina di Abcveneto editoriale contatti archivio
SOGNARE Yoko Ono

Di Mafalda Susin

Yoko Ono Anni Novanta
Yoko Ono -Anni Novanta

L’esposizione dei lavori di Yoko Ono al Museo di Santa Caterina a Treviso è una sorta di implosione spaziale. All’interno del suggestivo spazio del museo si è da subito creata un’atmosfera particolare, energetica e intensa allo stesso tempo. Lo spazio, prima ancora di ospitare le opere, ha accolto un’artista.
Yoko Ono è entrata in empatia con gli spazi architettonici, dandogli respiro e valore. Ha fatto in modo che tra lei e il luogo si creasse una relazione biunivoca.
Ciò che si percepisce ora è la presenza indiscussa di un’umanità, di una sensibilità silenziosa. Qualcuno che è passato ma che ci ha lasciato una traccia di sé. L’equilibrio che trapela non è altro che l’attenta emotività dell’artista che non ha usato un luogo, non lo ha subordinato ad una mera esposizione delle proprie produzioni, bensì lo ha vissuto, rivestito di un’aurea magica. Impossibile non essere avvolti da uno dei video che ci accolgono all’entrata: immagini pulite e disarmanti della guerra, che non vogliono essere altro che se stesse, cariche del loro valore. Un montaggio accurato che ha voluto proporre nuovi punti di vista e un nuovo tipo di lettura da parte dello spettatore che ritrova, come audio associato, la canzone Happy Christmas (war is over): così celebrativa, così connotata.
Wish Tree,i quattro alberi carichi di foglietti in cui gli spettatori scrivono i propri desideri, riempiono un chiostro alle cui pareti gli schermi di Sky Tv riportano il cielo sopra di noi, così tranquillo eppure così instabile. Sei monitor lo riproducono in tempo reale come a ricordarci che comunque, oltre a tutto, e al di sopra di ogni altra cosa, il nostro pensiero ha in sé una componente d’infinito, di libertà assoluta.
Una stanza a parte merita la monumentale scacchiera in marmo Play It By Trust, completamente bianca, priva di competitività o contrasto, rappresenta il gioco perenne, che non prevede vincitore o vinto ma la loro relazione reciproca costante. Il bianco del marmo è pacificatorio, livella ogni gerarchia e crea un terreno neutro di condivisione paritaria.
Alle pareti i celeberrimi Word Paintings. Semplici parole. Ma, come cartelli d’arresto, ci fanno fermare un secondo. È impossibile non coglierne l’infinita profondità. SENTI, TOCCA, SOGNA, VOLA, IMMAGINA…non possono essere considerate solo parole: sono buchi d’immaginazione. RESPIRA: troppe volte non ne siamo coscienti. RAGGIUNGI, DIMENTICA. DIMENTICA e RAGGIUNGI. SENTI: senti te stesso, il tuo essere, il tuo mondo interiore. Senti ciò che ti circondae fallo tuo, renditi autoconsapevole. (RICORDA): l’unica parola tra parentesi, come a distinguersi dagli altri imperativi fortemente legati al presente, al qui ed ora. Il ricordo è legato ad un passato e tutto ciò che è già stato vi appartiene per sempre. Ricordare è un’azione legata al riciclo, probabilmente dolorosa, a volte indispensabile.
La ricerca attorno al linguaggio e alla sua forza comunicativa è un elemento fondamentale della poetica di Yoko Ono.
La performance Blue Room Event, alla cui realizzazione ho personalmente partecipato, rappresenta forse il momento di incontro massimo tra l’artista e il luogo espositivo. Yoko si impadronisce delle pareti del chiostro scrivendo direttamente sul muro frasi che destabilizzano la normale percezione spaziale.
Come sempre, brevi frasi o parole uniche che attivano l’immaginazione, aprono spunti di riflessione e lasciano una sensazione che definirei magica.
La scritta This line is a part of a very large circle, per esempio, vede rappresentata una linea retta, il resto del cerchio di cui può far parte possiamo solo disegnarlo con la mente, farlo vivere oltre i muri. In altre frasi ci invita invece ad attendere nel luogo finchè questo non sia diventato blu, oppure ci ricorda quanti desideri e quante stanze ci siano dentro questo luogo.
La mente non può non sentirsi stuzzicata e spronata da questi giochi di parole che in fondo sono veri e propri giochi di pensiero.
Una mostra da vivere per chi conosce la poetica del movimento Fluxus di cui Yoko Ono è stata un’esponente di spicco e per chi crede che il gesto artistico possa essere intrinsecamente legato all’atto umano e che l’arte sia, nella sua essenza, compartecipazione.

Sede:
Museo di Santa Caterina – Treviso

A cura di:
Jon Hendricks

Responsabile artistico:
Carlo Sala

Enti promotori:
Comune di Treviso
Archivio Bonotto
Associazione Culturale Lazzari

Date:
Dal 29 settembre al 7 gennaio 2007

Orario:
da martedì a domenica dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.00

Di Mafalda Susin

IV anno,  2007
str
strr
stricca
Sponsor
 

 

abcveneto.com