Editoriale n 44: Italia a pezzi?

A cura di Abcveneto

Fare paragoni non è mai facile, direi quasi impossibile, ma è d'obbligo provarci. Recentemente sono stato in Spagna, in Catalogna, - per la precisione, - visto che i catalani ci tengono a dire che sono catalani e poi spagnoli e sembra che tra qualche anno ci sarà un referendum per dividersi dalla Spagna.
Io non voglio entrare in merito a questa decisione, ma sono rimasto molto sorpreso di quello che ho visto. Ho visto poco, lo dico subito, il mio campo d'esplorazione si è limitato a Barcellona, la capitale. È una città che mi ha colpito. Colpito piacevolmente. Sembra una specie di Svizzera latina. Pensavo di trovare una città caotica e sporca come Roma o Milano, invece, strade pulitissime, pochissimo traffico, tanti parcheggi sotterranei, splendidi mercati coperti pieni di fascino, un turismo che benché onnipresente, non è invadente e inquinante e unico artefice dell'economia come a Venezia.
Per quanto riguarda il traffico, forse sono andato in un periodo in cui gli abitanti del luogo erano tutti in vacanza, ma l'impressione positiva generale persiste. Si ha la netta sensazione di trovarsi in una città vera, in cui l'entusiasmo e la verità e la voglia di fare sono al centro dell'interesse di tutti, governanti e governati. Benché Barcellona sia infinitamente più piccola di Parigi o Londra, si respira aria internazionale, europea. Eppure, vedendo questa splendida città, a me veniva da piangere, perché pensavo che in Italia ho la sensazione contraria: ovvero di trovarmi in un paese a pezzi, caotico, in cui nessuno pensa al bene del paese e dello stato, ma solo al proprio interesse e alle proprie ripicche e famiglie. Inutile qui fare liste di recriminazioni, chiedo solo: c'è qualcuno che mi può far cambiare idea o devo trasferirmi lì, al pari di altri connazionali?

A cura di Abcveneto