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Direttore Federico De Nardi | lunedì 1 ottobre 2007 | ||
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"Gengis Khan e il tesoro dei Mongoli" A cura di Abcveneto
Le Grandi Mostre “La Via della Seta e la Civiltà Cinese”, promosse da Fondazione Cassamarca di Treviso su iniziativa del suo Presidente On. Avv. Dino De Poli e dall’Accademia Cinese di Cultura Internazionale di Pechino - con la collaborazione di Fondazione Italia Cina e Touring Club Italiano - dopo l’esordio con “La Nascita del Celeste Impero” (2005-2006), proseguono con la seconda esposizione intitolata “Gengis Khan e il Tesoro dei Mongoli” dal 20 Ottobre 2007 al 4 Maggio 2008, sotto la regìa del curatore Adriano Màdaro, sinologo e membro del consiglio direttivo permanente dell’Accademia cinese. A Casa dei Carraresi a Treviso, saranno esposti quasi quattrocento preziosi reperti archeologici che documenteranno l’evolversi della civiltà cinese dal X al XIV secolo, cioè dall’anno 907 (caduta della Dinastia Tang) al 1368 (caduta della Dinastia Yuan). Sarà dunque ripreso il cammino storico dal punto dove è stato lasciato con la prima Mostra per proseguire attraverso un periodo poco esplorato della Storia cinese, tra il X e il XII secolo, mentre con l’avvento della Dinastia Mongola degli Yuan nel XIII secolo si entra nell’epoca in cui la Cina viene “scoperta” in Europa grazie al libro a sorpresa di Marco Polo, quel “libro delle meraviglie”, Il Milione, che più di tutti scatenerà le cupidigie del nascente colonialismo europeo, fino a spingere Cristoforo Colombo a scoprire l’America, suo malgrado, nel tentativo di trovare una via marittima diretta tra l’Europa e la Cina. Ma questa è già una parte del tema della terza Mostra del 2009-2010. Con l’epopea delle Dinastie mongole si andrà dunque ad esplorare un tratto di Storia della Cina poco noto e, dal punto di vista dei reperti archeologici, assolutamente inedito per l’Occidente, ancorché in gran parte ignorato nella stessa Cina. Si tratta di tre Dinastie fondate da “minoranze etniche” non cinesi, di origine tartaro-mongolica, che hanno dominato la scena storica della Cina a partire dal X secolo, quando la caduta dei Tang nel 907 produsse un collasso che genererà ripercussioni e instabilità fino all’avvento al potere sul trono celeste dei discendenti di Gengis Khan. Tuttavia, prima dell’affermazione delle Dinastie provenienti dalle praterie settentrionali, vi è il mezzo secolo che va dal 907 al 960 – una battuta di ciglia nell’immensità della Storia cinese – che si è rivelato agli studiosi di una importanza straordinaria per l’arte e per la cultura. E’ il periodo noto come le Cinque Dinastie (Wu Dai) e i Dieci Regni (Shi Di Guo), un cinquantennio di frammentazione dell’ex impero Tang, di lotte incrociate per la supremazia, di rapidi cambi dinastici ma straordinariamente di grandi fermenti culturali. Proprio in questo periodo di caos la cultura ha avuto uno sviluppo incredibile e la Mostra di Treviso lo testimonierà con una serie di reperti eloquenti, come un eccezionale bassorilievo dipinto che rappresenta un’orchestra e una serie di affreschi con scene di vita a Corte dalle quali è facile cogliere un clima di raffinata civiltà. Casa dei Carraresi ospiterà non solo oggetti di squisita fattura artistica contemporanei di Marco Polo, ma anche le armi della conquista mongola: archi, frecce aerodinamiche, bombe esplosive, elmetti e maglie in ferro, ma anche raffinati abiti di seta, oggetti di uso quotidiano, selle cesellate, finimenti per cavalcature, insomma, un compendio di reperti che testimonieranno, rivalutandola, l’epopea dei Mongoli. Il nostro Marco Polo, che fu alla corte di Qubilai nella mitica Khanbaliq (l’odierna Pechino), avrà una sua nicchia di riguardo nella Mostra e si constaterà attraverso una scelta attenta di straordinari reperti coevi quale era il livello di civiltà raggiunto dal Gran Catai (la Cina settentrionale conquistata dai Mongoli) all’epoca del viaggio e del soggiorno di Marco Polo. Un altro aspetto storico che verrà chiarito riguarda i rapporti tra Impero Mongolo e Papato, soprattutto su iniziativa coraggiosa dei Francescani che per primi, subito dopo la morte di San Francesco, inviarono missionari alla Corte del Gran Khan. Fra’Giovanni da Pian del Carpine sarà latore di lettere di Innocenzo IV nel tentativo di fermare la marcia della cavalleria mongola nel cuore dell’Europa cristiana. Mentre Fra’Giovanni da Montecorvino diventerà il primo vescovo cattolico di Khanbaliq. Ma già nei secoli precedenti vi era stata la “semina” dei Nestoriani che avevano fatto conoscere la figura di Cristo sia ai Cinesi che ai Mongoli, trovando interesse e conversioni soprattutto fra questi ultimi. Alcune preziose croci nestoriane venute alla luce in recenti scavi nella Mongolia Interna saranno esposte a Casa dei Carraresi, testimonianze rarissime e di eccezionale valore storico. Questa galoppata attraverso quattro secoli di Storia cinese illuminerà con una luce diversa l’epopea di Gengis Khan, finora relegato nel capitolo sanguinario delle feroci guerre da lui scatenate. Ma oggi gli storici sono inclini ad effettuare una revisione biografica delle sue gesta, collocandolo a diritto tra quei grandi personaggi della Storia che hanno contribuito a rendere il mondo più piccolo e quindi a ridurre l’incomunicabilità. Il suo, in fin dei conti, era un progetto di modernità, oggi diremmo di globalizzazione. La Mostra del 2007 si occuperà anche di questo tema affascinante e perfino attuale. A cura di Abcveneto |
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