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IV anno,  2007
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La Valle di Ognidove di Davide Sapienza

www.lavallediognidove.it
Collana “Le Tracce” Cda&Vivalda Editori, Torino
www.cdavivalda.it 176 pagine, € 14,00

A cura di Alberto Leoncini

Copertina libro: La valle di Ognidove di Davide SapienzaLa Valle di Ognidove è un romanzo-viaggio che si snoda lungo sette tappe, scandite da sette formazioni rocciose solitarie chiamate “nunatak” fino alla meta incognita di Ognidove. Sono sette capitoli nei quali il protagonista, Ishmael, percorre territori reali (il grande nord europeo e i ghiacciai del Canada artico, le Alpi dove vive l’autore), territori immaginari, territori culturali (la storia della guerra sulle alpi italiane, la storia di Gesù).

Giunti alla meta, si chiude il libro ma si aprono le porte di accesso alla Valle di Ognidove, che è anche il punto di partenza per un nuovo viaggio al quale può unirsi il lettore, perché Ognidove è un luogo che appartiene a Ogniuomo e che ciascuno può rappresentarsi secondo l’immagine dei suoi territori, che conosce o che si figura, nei quali colloca ciò che la lettura del libro gli ha suggerito. A questo secondo viaggio condurrà l’autore con uno stratagemma che collega la parola stampata alle immagini e a nuove parole e nuovi percorsi che verranno resi accessibili tramite un sito Internet dedicato a questo libro.
Con queste parole la casa editrice presenta il nuovo romanzo di Davide Sapienza, scrittore, giornalista e traduttore di Jack London e Barry Lopez che con quest’opera, che conclude in modo assai singolare una trilogia iniziata con “I diari di Rubha Hunish” e proseguita con “Taivitii” (photo book in edizione limitata), inaugura una nuova frontiera dello sperimentalismo letterario che integra linguaggi multimediali, luoghi fisici, con un nuovo “format” per le presentazioni, e, specialmente relazioni umane.

Sarà l’influenza artico/londoniana, che per Sapienza è il pane quotidiano, ma forse è proprio questo l’aspetto più innovativo per un lettore italiano, cioè il creare delle relazioni tramite un’opera letteraria, oltre ovviamente alla non-serialità che per Sapienza è desiderio primario. Anche Abcveneto.com si onora di prendere parte all’anteprima nazionale, prevista appunto per il giorno della nostra uscita (1/9/2007) con un’intervista all’autore:

1)In che modo “La valle di Ognidove” chiude la trilogia iniziata con “I Diari di Rubha Hunish” ?

I Diari di Rubha Hunish segnava l’inizio della nuova vita: sette anni lontano dalle “scene” editoriali e per di più lavorando su un altro livello, la narrativa con inflessioni naturaliste, in senso anglosassone (e quindi basate su osservazione diretta, filtrata poeticamente). Dato che spesso mi sentivo dire che scrivo per immagini allora è stato naturale dire sì alla proposta di un’azienda che mi ha offerto un photobook in edizione limitata, Taivitii. Adesso arriva La Valle di Ognidove, romanzo dal respiro molto classico, se si vuole, perché cerca di andare a raggiungere le profondità dei grandi temi che costituiscono il mistero della nostra presenza su questo bellissimo pianeta. Per come sento io il lavoro, dato alle stampe dopo quattro stesure diverse e molto sofferte, ora si tratta di traslare i miei temi in una narrativa futura che si cimenti anche con forme espressive più tradizionali. Sono affascinato dalla sfida continua che la scrittura mi pone, anche se è difficile nell’editoria attuale sperimentare e lavorare sull’intensità e il linguaggio.

2)Quali suggestioni lo hanno fatto nascere?

Non è facile rispondere a una domanda così complessa. Potrei dire che ho un giorno in mente: una solitaria gita sull’Ortigara e l’Altopiano di Asiago del 2004. Ero in zona per una presentazione di Rubha Hunish ma già stavo ragionando sul “dopo”. Ho sentito certe cose e preso appunti. La mattina dopo ho fatto una gita in Val Sella, luogo dalle atmosfere completamente diverse. E ho cominciato a vedere all’orizzonte la parvenza di un libro diviso in blocchi in qualche modo relazionati tra di loro, come su una grande distesa, eppure solitari e a se stanti. Mancava ancora l’elemento unificante, cioè la storia di Ishmael, che mi è “arrivata” qualche mese dopo. Parafrasando Jack London, Ishmael Arran è il mio Darrel Standing de Il Vagabondo delle Stelle. Il resto nasce tutto comunque da esperienze reali che riconduco al loro senso più profondo e in definitiva universale. Chi se ne frega di cosa fa Davide Sapienza? Invece, forse, a qualcuno interessa di più sapere cosa vado a pescare nell’etere, cosa trovo da raccontare agli altri miei simili. La vita si riconduce sempre a delle storie, alcune più complesse di altre.

3) In che cosa consiste il nuovo modo di fare presentazioni? Qual è lo scopo?

Proprio perché non ritengo così importante il culto della personalità che viene sempre associato a chi sta su un piedestallo, più o meno alto, ho pensato che dopo cinquanta incontri pubblici per il libro precedente era tempo di provare a mettermi più in gioco e a stare in mezzo alle altre persone che vengono ad ascoltare ma che, forse, vorrebbero anche dire qualcosa. Allora prima è partita questa idea di fare intervenire lettori e non lettori nella sezione Lettere da Ognidove sul sito del libro www.lavallediognidove.it ; poi è venuta l’idea di una mappa immaginaria da mettere nel libro e nel sito, con i sette “luoghi” o regioni (i Nunatak) che costituiscono il libro. In tal modo ognuno può trovare uno stimolo, un pungolo, a ragionare rispetto al proprio immaginario e chiedersi, ma il mio Ognidove dove sta? Sai una cosa curiosa? Ho alcuni amici canadesi che hanno scritto e che dalla presentazione in inglese del libro hanno colto… la cosa è stimolante e interessante. Anche perché si realizza la mia speranza di vedere il sito del libro avere una vita a se stante.

4) Quale significato metaletterario vorresti che questo romanzo portasse?

Vorrei solo che contribuisse a ricordare che la letteratura è un’ambizione e una cosa importante e che magari si può fallire, provandoci, ma è meglio tentare di esplorare l’orizzonte che continuare a rimanere sulla spiaggia accontentandosi di raccontarsi le solite cose con superficialità e senza intensità e vita, solo perché è più comodo. Non mi son scelto una rotta comoda. Non fa per me.

www.davidesapienza.net www.lavallediognidove.it

A cura di Alberto Leoncini

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