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IV anno,  2007
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Milena Milani ricorda un veneziano doc, Carlo Cardazzo, grande gallerista di fama internazionale, collezionista, uomo di cultura

A cura di Maria Ester Nichele

Milena Milani
Milena Milani al Caffè Florian di Venezia
Abcveneto: Con la Fondazione Museo di Arte Contemporanea Milena Milani in memoria di Carlo Cardazzo ha donato alla Città di Savona un patrimonio storico di grande valore anche economico, che tutti possono contemplare e analizzare. Come le è venuta l’idea di regalare queste opere alla sua città natale?

Milena Milani: Da sempre dicevo a me stessa che non è giusto possedere una collezione d’arte che si può guardare da soli. Poi nella città dove ho visto la luce, cioè Savona, non c’era nessun Museo di Arte Contemporanea, non esistevano quindi testimonianze artistiche del nostro tempo. Non ho mai pensato al valore economico delle mie opere, ma soltanto a quello culturale, che ho voluto condividere con tutta la cittadinanza.

Abcveneto: E' stato difficile fare una donazione? Anche li c’è tanta burocrazia?

Milena Milani: E' stato terribilmente complicato. L’iter della donazione è durato anni e anni. C’è voluta la mia testardaggine per vincere tanti ostacoli. Per fortuna ho conosciuto, attraverso un comune amico, poeta e critico d’arte, Silvio Riolfo Marengo, l’allora sindaco della città, Carlo Ruggeri, oggi Assessore alla Pianificazione Territoriale della Regione Liguria, che si è reso disponibile e ha creduto in me completamente.

Abcveneto: Lei è una scrittrice celebre. Il suo romanzo “La ragazza di nome Giulio”, fu sequestrato e processato. In seguito, vinto il processo d’appello, ne fu tratto anche un film. Che cosa ricorda di quel tempo? C’è qualche libro oggi che può subire la stessa sorte, con le dovute proporzioni?

Milena Milani: Ho cercato di cancellare quel periodo che, per me, fu come un incubo. Ero considerata da tutti una scrittrice pornografa. Anche i miei amici scrittori e poeti, meno qualche eccezione, pensavano che lo fossi e che, per avere pubblicità, avessi calcato la mano nelle mie pagine, descrivendo fatti relativi al sesso. Attualmente il costume si è evoluto, il sesso è una necessità di cui nessuno si stupisce. Le donne scrittrici, poi, sono diventate maestre su tale argomento. A parte queste considerazioni, ritengo che un‘opera d’arte (se è tale) non debba mai essere censurata. Quindi non saprei indicare nessun libro da mettere al bando.

Abcveneto: Lei ha visto passare più di una generazione di artisti, che hanno raggiunto fama internazionale. Che cosa pensa dei giovani artisti di oggi?

Milena Milani: L ’arte esprime la realtà in ogni tempo. Sogni, fantasie, pazzie quotidiane possono dare emozioni. In ogni mostra che vedo, dalla Biennale di Venezia alle esposizioni internazionali, come a quelle nelle gallerie private, io cerco qualcosa di nuovo, quel quid imponderabile che significa il talento dell’artista. Ogni percorso, ogni carriera sono complicati ma credo che coloro che diventeranno i futuri protagonisti dell’arte, abbiano già i segni inconfondibili del loro destino. Chi sarà un maestro ha quindi, anche da giovane, qualcosa di misterioso e di essenziale che lo contraddistingue.

Abcveneto: Si racconta che lei avesse predetto al poeta Salvatore Quasimodo la vincita del Premio Nobel molto prima che questa vicenda si avverasse. È vero? E che cosa ci dice della nostra cultura e dei poeti attuali?

Milena Milani: Non so niente di inganni o stregonerie. Quasimodo era un mio caro amico sino dal dopoguerra e io amavo la sua poesia. Nel 1948, con Carlo Cardazzo, andai a Stoccolma dove il mio compagno aveva organizzato una importante selezione di artisti italiani contemporanei. La mostra suscitò molte polemiche. L’ambasciatore italiano di allora fece un rapporto a Roma su quell’arte degenerata e si riferiva anche a de Chirico metafisico! Io fui incaricata dal settimanale “Tempo” di scrivere articoli sulla Svezia. Andai a intervistare il segretario del Premio Nobel, Anders Osterling, il quale parlava anche l’italiano. Mi disse che stava traducendo Quasimodo in svedese e che prima o poi questo poeta avrebbe vinto il Nobel. Così scrissi una cartolina al poeta annunciandogli la futura vittoria. Quasimodo mostrava a tutti la cartolina che portava con sé e io fui considerata una sorta di veggente. Per quanto riguarda la cultura del nostro tempo e i nostri poeti mi astengo dai giudizi. Tuttavia i poeti sono una delle mie letture quotidiane, quindi compero anche i libri degli autori di oggi.

Abcveneto: Tutti dicono che i giovani, in tutti i campi dello scibile, se vogliono emergere devono andare via dall’Italia. Che cosa pensa in merito?

Milena Milani: A me piace viaggiare. Sono una vagabonda per temperamento. Dalla mia città natale sono andata a Roma, poi qua e là per l’Italia e all’estero, soprattutto a Parigi, a New York. Bisogna studiare le lingue, avvicinare la gente degli altri Paesi, entrare nella cultura, nell’arte internazionale. Il mio modo di fare, però, non è detto che valga per tutti. Proust è diventato celebre anche restando in una stanza. Certamente viaggiare fa bene, gli occhi si aprono, la mente è più agile, ma questo non vuol dire che tale comportamento faccia “emergere” un individuo. Ognuno deve trovare in se stesso la capacità per il suo futuro, anche tra quattro pareti domestiche.

Abcveneto: Che cosa pensa della vita?

Milena Milani: Che è meravigliosa, come il titolo di un film o di una canzone. Io la vita la amo in ogni senso, anche se spesso avrei voluto morire. Ma adesso che sono alla fine della mia esistenza mi dispiace enormemente. Adoro l’alba, il rinascere delle giornate, i ritmi, le ore che volano via, i miei libri, lo stare davanti a una pagina bianca che si riempirà di parole, a una tela dove metterò tanti colori, alla creta da modellare e decorare. Tutto questo significa, per me, essere viva, gustare attimo per attimo il sapore del tempo magari sprecarlo e poi ricominciare. Sino a quando non lo so. Quando soffrivo per amore pensavo alla morte, oggi la pace eterna mi terrorizza perché ho ancora troppe cose da fare, sono piena di impegni, ne ho sempre di nuovi. Forse li prendo per esorcizzare ciò che è già stabilito. Ma sono una donna, anche volubile, non mi pento delle mie azioni e contraddizioni.

Nella Pinacoteca Civica di Savona sono ospitate, in quattro saloni, le opere della Fondazione Museo di Arte Contemporanea Milena Milani in memoria di Carlo Cardazzo, donate dalla scrittrice, pittrice, ceramista alla sua città natale.
La Fondazione nasce dal proposito di Milena Milani di creare una istituzione dove poter ammirare e studiare gli artisti italiani e stranieri tra i più rappresentativi del XX secolo. Si tratta di Jean Arp, Victor Brauner, Alexander Calder, Massimo Campigli, Giuseppe Capogrossi, Giorgio de Chirico, Paul Delvaux, Filippo de Pisis, Jean Dubuffet, Lucio Fontana, Franco Gentilini, Asger Jorn, René Magritte, Georges Mathieu, Joan Mirò, Pablo Picasso, Man Ray, Emilio Scanavino, Cy Twombly ecc. La Fondazione presenta un panorama di alto valore culturale, molto selezionato dei più importanti momenti dell’arte contemporanea.
Milena Milani è stata per vent’anni la compagna di Carlo Cardazzo, scomparso nel 1963, veneziano di origine, ligure di adozione, innamorato di Savona e di Albisola. Nel 1941 Carlo Cardazzo aveva fondato la Galleria del Cavallino a Venezia, su Riva degli Schiavoni, accanto al Danieli; nell’immediato dopoguerra aveva aperto a Milano la Galleria del Naviglio, conosciuta in tutto il mondo e all’avanguardia nel campo dell’arte. A Roma, con l’amico Vittorio Del Gaizo, aveva diretto la Galleria Selecta, accanto a Piazza di Spagna. Avrebbe voluto altre due Gallerie: una a Parigi, l’altra a New York. La morte non gli permise di realizzare questo progetto. La Galleria del Naviglio fu soprattutto la sede storica dello Spazialismo di Lucio Fontana e degli altri aderenti a tale Movimento: Giuseppe Capogrossi, Roberto Crippa, Gianni Dova, Virgilio Guidi, Emilio Scanavino, Tancredi e della stessa Milena Milani. Vi si tennero inoltre le prime mostre in Italia di celebri artisti stranieri: Jean Dubuffet, Vasilij Kandinskij, Joan Mirò, Jakson Pollock. Dall’itinerario artistico della Fondazione emergono la vita stessa di Milena Milani e la sua volontà di ricordare in Carlo Cardazzo un protagonista della cultura del Novecento.

Albisola martedì 7 agosto 2007

A cura di Maria Ester Nichele


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