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IV anno,  2007
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Collezione Lorenzon donata ai Musei Civici Di Treviso

A cura di Abcveneto

Collezione Lorenzon, TrevisoNel 1909 il trevigiano Achille Lorenzon sposando la figlia Ermelinda, divenne genero di Pietro Provera, piemontese d’origine. Entrambi abili e fortunati imprenditori, specie nel commercio e produzione di generi alimentari ed agricoli, furono due figure esemplari della dinamica borghesia imprenditoriale che tra Otto e Novecento, portò definitivamente Treviso alla modernità, determinandone la trasformazione economico-sociale e urbanistica. L’uno e l’altro, non solo per convenzione sociale legata al decoro delle rispettive residenze, ma per autentica passione mecenatesca rispetto agli autori favoriti, intrapresero il collezionismo artistico guidato da gusti personali sicuri. Già Pietro Provera ai primi del Novecento aveva commissionato al riconosciuto maestro trevigiano Luigi Serena i ritratti proprio e dei congiunti, acquisendo da lui varie opere e perciò sostenendo anche nelle costanti necessità economiche. Probabilmente per suggellare la costruzione della sua nuova grande residenza fronteggiante le mura cittadine (Viale Oberdan) Provera acquistò presso la Biennale veneziana del 1912 la spettacolare Fienagione di Beppe Ciardi. Serena calamitò il gusto e l’interesse anche di Achille Lorenzon, che ne divenne appassionato e insaziabile collezionista nei decenni successivi alla scomparsa del pittore (1911). LorenzonAltro artista il cui apprezzamento condiviso da suocero e genero fu Vittore Antonio Cargnel, noto paesaggista. Anche numericamente la collezione del Lorenzon prese particolare consistenza, specie favorendo vari giovani talenti trevigiani e veneti distintisi nelle mostre cittadine degli anni venti: Guiscardo di Sbrojavacca, Giulio Ettore Ergle, Lino e Luigi Selvatico, Bepi Fabiano e vari altri. Dopo la scomparsa di Pietro Provera, i Lorenzon preferirono risiedere nella ereditata villa di viale Oberdan, dove i due omogenei nuclei collezionisti si fusero nella qui presente raccolta che Teresita Lorenzon (1909-2001) unica figlia di Achille sposatasi col conte Alfonso Gaetani D’Oriseo, ha scelto benemeritamente di legare alla Città di Treviso. Destinata per volontà della donatrice a figurare integralmente e unitamente nella galleria Comunale d’Arte Moderna, la collezione non solo illustra ottimamente valori e caratteri dell’arte veneta fra Otto e Novecento, ma testimonia altre sì del gusto, della cultura e delle aspirazioni della particolare classe sociale, essenziale nella storia moderna della città, rappresentata dai due suoi creatori. Luigi Serena opere della collezione Lorenzon e dei Musei Civici di Treviso.

Sono ben 51 le opere di Luigi Serena associate ai Musei Civici Trevigiani Grazie al legato (2002) di Teresita Lorenzon Gaetani, cui s’aggiunge un ritratto da casa Tonini-Lorenzon. Tale eccezionale gruppo si lega così a quello di 11 dipinti già posseduti dalle raccolte Civiche.

Collezione Lorenzon, Museo Santa CaterinaL’insieme, certamente il più cospicuo nucleo pittorico della artista a dato il valore esemplare di molte opere, costituisce di fatto una ampia ed esaudiente esposizione antologica che, destinata alla Galleria Comunale d’Arte Moderna di Treviso, là avrà carattere permanente, contribuendo alla migliore definizione storico-critica di Luigi Serena quale una delle più significative voci della “giovane scuola” del realismo veneto fra Otto e Novecento. La presente esposizione, proponendo unitariamente i 63 dipinti dei due nuclei Lorenzon e Civico, traccia il percorso di Luigi Serena nei diversi generi artistici da lui praticati: dal quadro figurativo d’impegno allo studio abbozzato, dal ritratto al paesaggio o alla piccola veduta. In più, alla raccolta civica è stata convocata una scelta si disegni (cat.XIIIa-p), spesso veloci ma efficacissimi appunti dal vero raccolti in album, esemplificativi delle fonti ispirative e del metodo realista del pittore. Luigi Serena nacque a Montebelluna nel 1855, da una famiglia di vetrai con la famgila si trasferisce a Murano, fu iscritto alla scuola locale “Scuola di disegno applicata all’arte vetraia“. Ottenuto un sussidio dalla provincia di Treviso in virtù delle sue promettenti capacità, passà nel 1870 all’Accademia di Belle Arti veneziana, dove gli furono maestri Ponpeo Momenti, Napoleone Nani e, per il paesaggio, Domenico Bresolin. Ebbe compagni di corso, Giacomo Faretto, Luigi Nono, Alessandro Milesi, ed Ettore Tito, con i quali fu protagonista della “giovane scuola” veneziana. Diplomatosi nel 1877, confermò fin dai primi dipinti la vocazione per il realismo verista, coi tipici soggetti popolari ripresi nella “verità” della vita quotidiana e degli scorci urbani caratteristici, dapprima veneziani e poi trevigiani, dopo il trasferimento definitivo nel capoluogo della Marca nel 1878. Praticò anche il genere del paesaggio, seppur con minore frequenza, (aspetti del Sile e della campagna trevigiana) e più largamente il ritratto, dove raggiunse norevoli introspezione e caratterizzazione, specie a richiesta della borghesia trevigiana. Fu apprezzato e ricercato con partecipazioni ad esposizioni nazionali ed estere: Milano, Inezia, Torino, Parigi, (Exposition Universelle 1889, dove El stàlo gli valse il terzo premio ex equo). Negli anni tra i due secoli Serena si applicò a tecniche e ricerche vicine all’impressionismo internazionale, con felice attenzione allo studio di luce e colore. Morì a Treviso nel 1911, onorato dalla cittadinanza che gli dedicò mostre retrospettive nello stesso anno 1911, nel 1928, 1954, 1985.

Museo di Santa Caterina
Piazzetta Mario Botter
Treviso,
Orario di apertura:
9-12,30 e 14,30- 18 (chiuso il Lunedì)
Ingresso:
Intero 3 € ridotto 2 € e 1 €

Per informazioni: 0422 544864

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