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PAOLO DEL GIUDICE:dipinti dal 1986 al 2012

A cura di Abcveneto


12 agosto 2012


Inaugurazione della mostra, giovedì 6 settembre 2012, ore 19.00. Padova - ex Macello, via Cornaro 1

Dipinto di Paolo del GiudiceOccasione unica e irripetibile per scoprire l´intero universo artistico di Paolo del Giudice, questa mostra propone una scelta di oltre cento dipinti, in gran parte di grandi dimensioni, che spazia sulle molteplici tematiche della sua ricerca negli ultimi tre decenni.
Del Giudice ama confrontarsi con spazi non convenzionali, anche mai utilizzati in precedenza a scopo espositivo.
Nel 2006, con la rassegna Viaggio in Italia, è stato il secondo artista a misurarsi con un luogo metafisico come la Torre Massimiliana dell´isola di Sant´Erasmo nella laguna di Venezia: una struttura militare austriaca a pianta circolare con due piani di sale ad anello, in cui ha proposto il binomio Venezia-Marghera.
Nel 2010 si è inventato la mostra Verde Rame nell´edificio dei forni fusori, cuore del complesso minerario della Valle Imperina nell´Agordino. I dipinti, ispirati al luogo medesimo e alle chiese veneziane, erano miracolosamente sospesi alle capriate e ai tiranti dell´edificio, tra i forni che assicuravano la metà del rame necessario alla Repubblica Veneta.
Lo scorso anno, con Percorsi dipinti, ha realizzato il sogno di trasformare un´intera città ,la sua, in spazio espositivo, con un omaggio a Treviso che coinvolgeva chiese, musei e spazi pubblici, in un gioco di specchi ed un rimando continuo tra i luoghi reali e quelli dipinti. Mentre in questi esempi si è trattato di rassegne tematiche, quella di Padova è la prima a spaziare in forma così completa, a 360 gradi, sui molteplici e opposti aspetti della sua ricerca.

Nei milleduecento metri quadri dell´ex Macello, una struttura a capanna sorta sul terrapieno dei bastioni rinascimentali, a metà tra un opificio e una stazione ferroviaria del primo Novecento, l´artista ha rinunciato alle strutture espositive esistenti che dividevano e in parte annullavano la magia dell´ambiente, per metterne a nudo la struttura fatta di colonne poggianti su basamento marmoreo, che sorreggono lo scheletro metallico della copertura. Emergono così anche le pareti rivestite alla base di marmo rosa veronese e le migliaia di ganci testimoni delle operazioni di macellazione qui svoltesi fino agli anni Settanta. A quei ganci sono appesi i dipinti in confronto e dialogo tra loro e con l´ambiente senza ordine tematico e cronologico, in una disposizione apparentemente casuale. Si può vagare così tra grandi biblioteche storiche, scaffali di archivi, librerie domestiche, volti di scrittori e poeti, facciate sontuose e altari in penombra di chiese barocche, fabbriche dismesse, buche di fonderia, ponti e cavalcavia, angoli di palazzi ed edifici di periferia, parcheggi, treni, camion, autocisterne, petroliere…
Sono esposti anche lavori mai usciti dallo studio, alcuni dei quali non potevano mancare come omaggio alla città di Padova: le penombre delle volte e delle cappelle dell´interno di Santa Giustina, la mole spoglia della facciata del Duomo, il recinto sacro del cortile del Bò. Inoltre una piccola serie, a cui l´artista lavora da molti anni, ispirata alla facciata in forma di palazzo della chiesa scamozziana di San Gaetano in via Altinate, con la luce radente che mette in risalto il gioco di lesene, nicchie, inferriate, portali. Infine immagini che appartengono solo alla memoria, come i demoliti mercati generali in zona Fiera e la ferita della chiesa degli Eremitani devastata dal bombardamento del 1944.



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